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Da "Umanità Nova" n.5 del 14 febbraio 1999

Echelon Enfopol, Nemico Pubblico. Spionaggio globale

Il film Nemico Pubblico che da gennaio viene proiettato nei cinema italiani rammenta agli spettatori la vicenda della rete satellitare Echelon di intercettazione di telefonate, fax, e mail messa su da Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Australia e Nuova Zelanda. Notizie dettagliate apparvero sui numeri del 20 marzo e del 4 aprile 1998 del settimanale "Il Mondo" (cfr. UN del 3 maggio '98).

Nemico Pubblico induce gli spettatori a riflettere sulle incredibili possibilità che tecnologie sempre più sofisticate offrono ai detentori del potere per spiare, controllare e schedare tutto e tutti. Il film ha ispirato a Stefano Rodotà l'articolo "Il secolo del Grande Fratello" apparso su Repubblica del20 gennaio scorso. Le preoccupazioni di Rodotà devono avere solide basi se ricordiamo che presiede L'Autorità garante per la protezione dei dati personali. Ad un certo punto dell'articolo egli riporta la frase più rivelatrice tratta da Nemico Pubblico: "La privacy? E' morta trent'anni fa. L'unica privacy è quella della tua testa e forse neanche quella". Subito dopo Rodotà scrive: "Se questo fosse vero dovremmo concludere che i nostri regimi politici conservano le apparenze della democrazia, ma stanno assumendo i tratti dei regimi autoritari".

Rodotà, da politico consumato, usa la forma dubitativa, ma la deriva autoritaria dei regimi democratici è una realtà. E' difficile dubitarne dopo aver letto le due pagine di Le Monde Diplomatique in distribuzione con il Manifesto del 15 gennaio 1999. Due documentatissimi articoli "Come gli Stati Uniti spiano la terra" di Philippe Rivière e "Dei servizi segreti molto indiscreti" di Patrick S. Poole ci aggiornano sullo stato dello spionaggio globale che fa capo alla NSA (National Security Agency) che dal suo quartier generale di Fort Meade, nel Maryland coordina tutte le attività di Echelon.

Da Nemico Pubblico abbiamo appreso che sotto terra, a Fort Meade, la NSA ha sette ettari di computers. "Ma la carta più importante in mano agli Stati Uniti - si legge nel sottotitolo all'articolo di Rivière - è la cooperazione delle polizie e degli eserciti di altri stati, più preoccupati di conservare le prerogative di sorveglianza che di proteggere le libertà individuali". Da quattro anni è in discussione un accordo di cooperazione, chiamato Enfopol 1998, tra polizie ed agenzie di telecomunicazione dell'Unione Europea, USA, Canada e Australia, che ha per obbiettivo un sistema di controllo integrato di tutti i tipi di comunicazione. Repubblica del 2 febbraio scorso ha dato la notizia ed aggiunge che, entro il 2000 è prevista l'eventuale ratifica da parte dei parlamenti nazionali. Da notare che il parlamento europeo è al corrente dell'attività della rete Echelon avendone preso atto attraverso il rapporto della sua divisione scientifica, la STOA (Scientific and Technological options assessment). Il 14 settembre 1998 lo stesso parlamento approvava una risoluzione in cui si riconosceva l'importanza del sistema Echelon per bloccare e prevenire l'attività di terroristi, criminalità organizzata e trafficanti di droga. Suggeriva misure precauzionali per gli abusi commessi nel campo dello spionaggio economico - commerciale (vedi Il Mondo del 2 ottobre 1998).

Secondo quanto riportato da Philippe Rivière, la Francia nel campo dello spionaggio economico è considerata un avversario degli Stati Uniti. Sono venute alla luce la storia dei microfoni negli aerei dell'Air France e quella dell'esistenza di un sistema di intercettazione paragonabile a quello di Echelon (vedi Le Point del 6 giugno 1998 - inchiesta di Jean Guisnel "Anche i francesi ascoltano i loro alleati"). Questo sistema sarebbe stato installato dal DGSE (Direzione Generale della Sicurezza Esterna) a Demme, in Dordogna, a fianco dell'aeroporto di Sarlat. C'è da chiedersi se l'Italia ha qualcosa del genere e, quanto meno, se ha stipulato un accordo per raccogliere le briciole di un centro di intercettazione statunitense che forse è stato installato sul nostro territorio. L'interrogativo non è campato in aria. Il 15 1 1991 il Comitato misto paritetico della Campania, riunitosi presso il comando regione militare meridionale di Napoli, approvò tra gli altri due progetti per ospitare nell'area dell'aeroporto di Capodichino attività ed infrastrutture dell'US navy. Tra queste un edificio principale (comunicazioni) ed un "intelligence center (centro informazioni)". La traduzione corretta di "intelligence" è "spionaggio" anche se da tempo si preferisce non usare questa parola . I due edifici sono per due terzi sotto terra. Dalla relazione al progetto si apprende che l'intelligence center "ospita uffici e apparecchiature elettroniche per l'espletamento delle funzioni del centro informazioni". E' il caso di ricordare che l'ambasciatore statunitense Bartolomew, prima di lasciare l'Italia, partecipò ad un incontro tenutosi all'Unione Industriali di Napoli nel giugno del 1997. Ad alcune domande imbarazzanti, compresa la mia che gli chiedevo se l'Intelligence center di Capodichino facesse spionaggio elettronico e nei confronti di chi, preferì diplomaticamente non rispondere. Gli articoli citati, soprattutto quelli su le Monde Diplomatique, ed il film Nemico Pubblico ci fanno capire che assieme alla globalizzazione del mercato e della finanza abbiamo anche la globalizzazione dello spionaggio in tutti i settori delle telecomunicazioni. Se a questo annunciamo il saccheggio delle banche dati ed i relativi controlli incrociati, ci rendiamo conto di quanto siamo avanti sulla strada delle schedature di massa. Come ci si può opporre? Cominciamo con il rifiutare l'uso delle carte di credito, del telepass e delle previste carte elettroniche sanitaria e di identità.

Giacomo Buonomo



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