Da "Umanità Nova" n.6 del 21 febbraio 1999
Comunicato della Commissione di Corrispondenza della F.A.I.
Il 27 febbraio a Bologna per una scuola pubblica antiautoritaria ed autogestionaria
Nel corso della loro campagna elettorale del '96 i partiti dell'ulivo, anche se
a livello demagogico dichiaravano il proposito di garantire la scuola, quale
servizio pubblico essenziale (innalzamento dell'obbligo scolastico - allora si
diceva addirittura di estenderlo sino al diciottesimo anno di età che
oggi è invece diventato quindicesimo -, riqualificazione delle strutture
e dell'attività didattiche, giusta remunerazione del personale
scolastico al quale bisognava restituire dignità e motivazioni
professionali, riconoscimento sostanziale dei diritti degli studenti e
dell'utenza in genere, ecc.) in effetti, sintonizzati con gli interessi del
grande Capitale e della Chiesa, si stavano semplicemente preparando a
minacciare in maniera alquanto seria il diritto all'istruzione pubblica.
Infatti, mentre nessuna delle promesse elettorali è stata mantenuta, e
non c'è da meravigliarsene, altrimenti i politicanti di mestiere
avrebbero contraddetto se stessi, il governo Prodi di ieri e il governo D'Alema
di oggi (il primo sostenuto dal PRC di Bertinotti ed il secondo dal PdCI di
Cossutta e dall'UDR di Cossiga) in materia scolastica si sono spinti sino a
laddove nessun governo democristiano della cosiddetta prima repubblica abbia
mai osato spingersi:
elargire al monarca/mendicante vaticano, padre/protettore di quel covo famelico
di pubblico denaro (vedi finanziamenti elargiti per le manifestazioni
giubilari), favori che stanno già iniziando a concretizzarsi,
naturalmente in maniera camaleontica, attraverso "la via Emiliana alla
parità scolastica" e la gratuità dei libri di testo, che in
effetti significano incentivi protesi ad incrementare l'utenza della scuola
privata confessionale;
elargire alle potenti lobby private (burocrati di partito, sindacato,
confindustria, chiesa) il favore che l'anno in più di scuola
dell'obbligo si possa assolvere in via sperimentale nei centri di formazione
professionali accreditati" (circolare ministeriale di Berlinguer n. 22 del 1
febbraio 1999); si va fra l'altro, dunque, verso la direzione di una bieca
logica selettiva, tutta protesa a dare vita ad un'istruzione pubblica/privata
di classe in un unico e grande calderone istituzionale, attraverso scuole di
serie A per "i futuri dirigenti" e scuole di serie B per "la futura
manovalanza specializzata";
trasformare la scuola pubblica/statale in un circo mercantile e il personale
scolastico in un esercito di lecchini che pur di avere qualche soldo in
più non esitano un attimo di donarsi anima e corpo alla mercé di
presidi manager (leggi autonomia scolastica e proposta di nuovo contratto
collettivo nazionale lavoratori della scuola, sponsorizzati soprattutto dai
sindacati confederali).
Gli anarchici federati, decisamente contrari ad ogni qualsivoglia aggressiva
interferenza a danno della istruzione pubblica da parte delle lobby
ecclesiastiche, politiche, confederali e confindustriali:
denunciano questo vergognoso spettacolo di alchimie politiche, parlamentari e
ministeriali che si sta consumando a riguardo, frutto fra l'altro di
compromessi conseguenti alle scaramucce interne tra la stessa maggioranza di
governo ed alcuni settori di tradizione laica e repubblicana del
centrosinistra;
si impegnano a partecipare a fianco dell'utenza scolastica e dei lavoratori
della scuola alla manifestazione nazionale del 27 febbraio a Bologna:
per la difesa del diritto allo studio e la libertà di insegnamento;
per stimolare nella sensibilità collettiva (studenti, genitori,
lavoratori della scuola) iniziative di lotta e proposte autogestionarie
concrete nel campo dell'istruzione;
per l'edificazione di una progettualità alternativa protesa all'avvio di
un percorso antiautoritario di trasmissione / fruizione e ricerca del/sul
sapere in una scuola pubblica né di chiesa e né di stato.
Commissione di Corrispondenza
Della Federazione Anarchica Italiana
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