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Da "Umanità Nova" n.6 del 21 febbraio 1999
Cinema
My name is Joe di Ken Loach
"Il mio nome é Joe", con questa frase inizia l'ultimo film del regista
inglese, particolarmente atteso dopo i successi di 'Riff, raff', 'Piovono
pietre' e soprattutto 'Terra e libertà'. E' la frase con la quale gli
'alcoolisti anonimi' iniziano le loro riunioni e Joe è uno di loro,
impegnato nella dura lotta per smettere di bere. Ambientato nella Glasgow
odierna il film segue le vicende del proletario Joe, dei suoi amici, della
squadra di calcio che allena con entusiasmo e passione. Emarginazione,
tossicodipendenza, criminalità sono gli ingredienti che ruotano intorno
a Joe e ai suoi amici alle prese con una realtà quotidiana prodotto
delle devastazioni neoliberiste tatcheriane. Una realtà che nonostante
problemi e difficoltà continue trova nella solidarietà un
elemento se non di trasformazione almeno di resistenza. Duro come un pugno
nello stomaco, teso e drammatico, come si conviene ad un film sulla condizione
proletaria oggi, la pellicola è anche una denuncia della spirale
perversa cui il vivere odierno è costretto, incasellato tra alienazione
e tentativo di cura della stessa. A tale proposito Ken Loach afferma: "Queste
piaghe potrebbero essere curate se solo ci fosse lavoro, ma i soli lavori che
esistono sono quelli al servizio dei mali della povertà: riabilitazione
dalla droga, progetti per le comunità e l'assistenza sociale". Rimedi
che non rimediano, ma che piuttosto continuano ad alimentare un circuito
parassitario buono solo per ammortizzare le tensioni ed i problemi sociali.
Con questo film riprende il viaggio d'indagine di Loach nella realtà
britannica, una realtà particolarmente istruttiva per quanti sono alle
prese con i processi di ristrutturazione industriale, la flessibilità
lavorativa e la distruzione della comunità proletaria.
Il film, presentato all'ultimo Festival di Cannes, ha subito riscosso grande
interesse. Il principale protagonista, l'attore Peter Mullan (Joe), si è
visto assegnare la Palma d'Oro, come migliore protagonista maschile.
M.V.
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