|
Da "Umanità Nova" n.6 del 21 febbraio 1999
Ipotetica storia di B.Traven
Un tranquillo giramondo rivoluzionario
"... mi strinse forte la mano, con un lieve inchino, la lunga faccia
impassibile. Era di corporatura minuta, con mani curatissime al fondo di corte
braccia muscolose, nonostante dimostrasse a occhio e croce una ottantina
d'anni." (1). Così John Dagostino descrive B.Traven come gli è
apparso in un breve incontro avvenuto nel 1964.
Bruno (o Ben) Traven, Berick Traven Torsvan, Otto Feige (o Faige), Richard
Maurhut, Ret Marut, Hal Croves, e persino Esperanza Lopez Mateos o Jack London
redivivo, queste alcune delle identità che si sono sospettate celate dietro
l'enigmatico autore di romanzi a sfondo sociale e di un certo successo scritti
tra il 1925 e il 1960, tra i quali il famoso Tesoro della Sierra Madre.
Americano puro sangue nato nel Middle-West, a Chicago, tedesco immigrato nato
in Polonia o forse ad Amburgo, figlio di genitori di origine scozzese e
norvegese, di ascendenza scandinava, persino la data di nascita è un
mistero: 1882 o 1890? Di Traven si è detto praticamente tutto e, al di
là dei suoi romanzi e delle suggestioni biografiche che vi possono essere
contenute, non si sa praticamente nulla.
La ricostruzione più attendibile della vita di Traven - sebbene venata
da eccessi romanzeschi - sembrerebbe essere quella di Dagostino. Seguiamola
nelle sue vicende principali.
Leopoldo Ferdinando, figlio del Kaiser prussiano Guglielmo II di Hohenzollern,
avrebbe conosciuto a Sanremo, durante un viaggio in Italia, la cantante Laura
Bjornson figlia di un operaio di Helsinki e di Emma Faige. Laura, nata nel 1858
a Swibodin (ottanta chilometri da Potsdam) era vedova del marinaio inglese
Robert Croves. Dalla relazione tra i due nasce un bambino a cui viene dato il
nome di Hermann Otto Maksymilian Faige. Il bambino viene separato dalla madre
allevato a Berlino in relativo lusso come usava per gli illeggittimi dell'alta
nobiltà. A diciotto anni viene adottato dal Conte Eitel von Heiden e gli viene
imposto il nome di Albert von Heiden. In seguito viene indirizzato verso una
brillante carriera militare e assegnato al secondo squadrone dei Dragoni della
Guardia. Nel 1908 si perde ogni traccia di Faige-Heiden e compare Ret Marut
ventinovenne anarchico di Potsdam, segnalato a Roma nel 1911 dall'ambasciatore
tedesco alla Wilhelmstrasse. Sono la stessa persona? Nei diari di Federico
Leopoldo, cugino del Kaiser, c'è un'osservazione che lo fa sospettare:
"Albert von Heiden scompare e il bastardo Marut comincia a turbare
l'ordine". Marut compare a Monaco nel 1917 come attivissimo elemento di
sinistra, fonda e dirige la rivista politica Der Ziegelbrenner (Il
fabricante di mattoni). Su questa rivista compaiono violentissimi articoli
contro la guerra, il capitalismo, la chiesa e gli eroi del momento come
Hindenburg e von Richthofen, asso dell'aviazione tedesca, firmati a volte M. e
volte Richard Maurhut. Finita la guerra troviamo Marut insieme a Kurt Eisner a
incitare gli operai allo sciopero e alla rivolta. Detronizzato il re di Baviera
si apre la breve stagione della repubblica socialista bavarese (1918-1919) con
Marut tra i protagonisti (avrà conosciuto Max Hölz, altro protagonista di
quei giorni, figura singolare di rivoluzionario, rapinatore e novello Robin
Hood?). Schiacciata l'esperienza bavarese dalla controrivoluzione
socialdemocratica, Marut è imprigionato, insieme ad Eisner e tanti altri
rivoluzionari, ma riesce ad evadere. E qui si perdono le tracce dell'anarchico
tedesco. Almeno fino al 1922 quando (2) lo ritroviamo a Monaco da dove, di lì a
poco, fuggirà definitivamente con l'aiuto dell'Anarchister Freibund.
Raggiunta Rotterdam si imbarcherà per gli Stati Uniti nel 1923. Con ciò finisce
la storia di Ret Marut e inizia quella di Traven-Croves.
Che collegamenti ci sono tra Marut e Traven? E' esistita veramente una
Tuscaloosa, la carretta del mare da cui il protagonista de La nave
morta (uno dei romanzi più famosi di B.Traven) viene lasciato a
terra. Dai suoi registri di bordo risulta che nel 1919 vi si imbarcò un certo
Hal Croves: lo stesso nome dell'agente letterario e traduttore di Traven e lo
stesso cognome del primo marito della madre di Faige. Lo stesso anno in cui
Marut abbandona per la prima volta la Germania. Coincidenze? Altri elementi:
una perizia calligrafica del zurighese Theo Pinkus indica che la firma
autografa di Traven e quella di Marut sono della stessa persona; una docente
universitaria di New Orleans sostiene che la struttura dei romanzi di Traven
(sempre dichiaratosi americano purosangue) è quella della lingua
tedesca. Illazioni? Ancora un elemento: il protagonista de La nave
morta, Gerald Gales, lasciato a terra ad Anversa senza documenti, non
riesce a riacquistare un'identità perché si scontra contro l'ottusa
meticolosità burocratica degli apparati amministrativi, polizieschi e
giudiziari di ogni paese europeo in cui vaga. Una descrizione cos" calzante
(degna di quella di Hasek della burocrazia asburgica) dell'idiozia procedurale
degli uffici è assolutamente al di fuori dell'apparato concettuale di
ogni americano.
Ma seguiamo Traven. Il suo primo romanzo, Die Baumwollpfl[Ydieresis]cker
(I raccoglitori di cotone) compare a puntate, in Germania, sul giornale
socialdemocratico Vorwärts nel 1925, "L'autore" scrive il giornale
"conosce la vita del proletariato messicano e nord-americano. Ha lavorato in
fabbrica, ha vissuto con gli indios della Sierra Madre, è stato
raccoglitore di cotone, cacciatore, guida, cercatore di petrolio".
Sfrondata degli elementi più romanzeschi questa minibiografia ci
conferma alcuni elementi che possono gettar luce su B.Traven. Accenni ripetuti
(non solo ne I raccoglitori di cotone ma anche in altri romanzi (3)) alla
degenerazione del movimento sindacale europeo e la sua burocratizzazione, alla
vivacità rivoluzionaria dei Wobblies americani (4), all'anarchica
combattività del sindacalismo messicano e alle differenze tra i movimenti
operai di questi paesi, sono più consoni all'occhio "professionale" di
un vecchio sindacalista-rivoluzionario tedesco (come Marut) che allo sguardo
forzatamente superficiale di un tranquillo americano di Chicago.
Nel complesso l'opera letteraria di Traven è fortemente impregnata di
una critica sociale radicale e, al di là dello stile pacato, fortemente fiorita
di sarcasmi e strali contro i meccanismi di arricchimento, sfruttamento ed
esclusione della società capitalistica, contro le istituzioni e il simulacro di
giustizia sociale di cui queste si ammantano, contro la guerra, gli eserciti e
la chiesa. La sua attenzione è volta prevalentemente agli strati
marginalizzati del proletariato, quelli per intenderci al confine con il
Lumpenproletariat. I suoi personaggi, siano i poveri peones del
ciclo messicano, il Gerald Gales e i suoi compagni de La nave morta e de I
raccoglitori di cotone o il Dobbs de Il tesoro della Sierra Madre sono dei
pezzenti, dei vagabondi, dei deracines che la società ha triturato e gettato
tra i rifiuti. La ribellione può esplodere o rimanere latente, essere
individuale o collettiva, ma è sempre un atto, un'esplosione
(fiammeggiante e senguinosa come ne I ribelli), mai un processo
articolato e progressivo. Il potere e i suoi simboli sono estirpati con
violenza: "Per i muchachos, ribellione significava soltanto distruzione e
annientamento di quanto si trovava sul loro passaggio. Tutti i tiranni, i
dittatori, i patrones, gli aristocrates dovevano essere ammazzati senza pietà e
tutti dovevano essere assassinati con tutta la loro marmaglia, che un bel
giorno avrebbe potuto diventare nemica e tiranna" (5). La loro
pseudo-legittimazione pure: ""...E più libri, più
elenchi, contratti e documenti si bruciano ora e più liberi saremo.
Quando sulla terra non si potrà più trovare nessun elenco, nessun
documento, soltanto allora saremo veramente liberi e in eterno" (6). E' una
ribellione anarchica e libertaria che può essere benissimo prodotto della
maturazione di un rivoluzionario europeo disilluso dalle fine delle speranze
del movimento operaio schiacciato, dal piombo della socialdemocrazia e dalle
mene dello stalinismo.
B.Traven si stabilisce a partire dal 1925 in Messico e si nasconde a lungo
dietro l'indirizzo di una casella postale di Mexico City. Hal Croves ricompare
nel 1948 sul set del film Il tesoro della Sierra Madre come agente e
traduttore dello scrittore, da questi inviato. John Huston dichiarò in
un'intervista di essere arrivato alla convinzione che Croves - "un tipetto
di mezza età, emigrato da Chicago ad Acapulco con un passaporto intestato a
Berick Traven Torvan" - fosse lo scrittore stesso. L'unica certezza
è la morte di B.Traven a Mexico City nel 1969. Rimane - forse decisiva -
la dichiarazione dell'ultima moglie dello scrittore, Rosa Elena Lujan, che dopo
la sua morte dichiara che B.Traven e Ret Marut erano la stessa persona
Forse non sapremo mai con certezza chi era e se è mai esistito un
Faige-Marut-Croves-Traven. Ci piace però (ed è plausibile) pensarlo
così: anarchico tedesco, rivoluzionario e sindacalista, agitatore politico e
giornalista, in fuga dopo la fallita rivoluzione bavarese; avanti e indietro
per i mari, marinaio o fuochista su vecchie bagnarole, o in attesa di imbarco a
Rotterdam, Anversa o New Orleans, impegnato nelle lotte dei Wobblies; avanti e
indietro per l'America Latina, per il Messico degli Obregon, Villa e Zapata,
raccoglitore di cotone, cercatore d'oro o trivellatore di petrolio, sempre a
fianco dei peones e delle loro battaglie disperate; scrittore, con la
penna che ha sostituito le armi e la militanza, ma che, nelle sue mani, diventa
uno strumento altrettanto incisivo.
Hasta siempre, compagno Traven.
Note:
1 - John R.Dagostino, Traven, cugino anarchico del Kaiser, 1982.
2 - Testimonianza di Gerd Heidemann.
3 - Cfr. i romanzi del ciclo messicano: Regierung, 1931; Die
Rebellion der Gehenkten, 1936; Die Carreta, 1953.
4 - Gli aderenti all'I.W.W. (Industrial Workers of the World).
5 - I ribelli, Longanesi, Milano 1952.
6 - Ivi.
| |