![]() Da "Umanità Nova" n.7 del 28 febbraio 1999 Inform@zioneTorino: contro il centenario Fiat Quest'anno la Fiat festeggia il suo centenario e sono ormai numerosi gli indizi che attestano la volontà, una volta liquidata la questione del contratto, di celebrare in pompa magna i suoi primi cent'anni, mettendo in campo tutta la propria potenza, con tanto di convegni seriosi, feste di piazza e feste più ad alto livello, nonché, visto che gli affari sono affari, presentazione della nuova macchina con tanto di contorno di luci e lustrini. Pensando che questi cent'anni di Fiat sono anche stati per Torino ma non solo per Torino, cent'anni di resistenza operaia nella fabbrica e nei quartieri i compagni della Federazione Anarchica Torinese hanno lanciato la proposta di dar vita ad un comitato che si facesse promotore di iniziative di taglio militante ma anche culturale che dessero il segno della presenza viva e vitale di una città che non è la città della Fabbrica ma la città di chi nella fabbrica e intorno ad essa ha lottato e lotta contro lo sfruttamento e la disciplina. L'invito dei compagni della FAI torinese, rivolto a sindacati di base, associazioni, centri sociali è stato accolto da numerose realtà cittadine che dopo i primi incontri hanno deciso di dare vita al Comitato cittadino contro il centenario "La vostra festa, la nostra lotta". Riportiamo alcuni passaggi del volantino di presentazione dell'iniziativa, distribuito in parecchie migliaia di copie ai cancelli della Fiat, in alcuni mercati, scuole e alla manifestazione dei metalmeccanici del 18 febbraio: "Riteniamo che il centenario FIAT e le iniziative di parte padronale e istituzionale che lo caratterizzeranno siano l'occasione per dare vita ad iniziative dell'opposizione sociale che favoriscano la diffusione di posizioni critiche sull'esistente. Vorremmo riuscire ad evitare che quintali di plastica, festoni, Kwh e decibel padronali, che trasformeranno la nostra città nel luna park di una fabbrica automobilistica, finiscano per cancellare la parte scomoda della storia di questi 100 anni e contribuiscano ad occultare le contraddizioni del presente. Un presente dove le occasioni di fare festa non sono, purtroppo, frequenti. Pensiamo a quei lavoratori che, nel passato, hanno prodotto automobili che non hanno mai potuto permettersi, senza, per questo, dimenticare i loro nipoti "costretti" a cambiare due vetture all'anno per "difendere" il posto di lavoro. Siamo, evidentemente, di fronte ad un modello produttivo fondato sul degrado dell'ambiente naturale e sociale e sul dispotismo padronale. Il contratto dei metalmeccanici in scadenza, se non vedrà crescere la mobilitazione di tutti i lavoratori, rischia di ridursi ad una sceneggiata tra Fiat e FIM-FIOM-UILM per aumenti salariali ridicoli in cambio di concessioni alla Fiat su tutto il fronte. Pensiamo più in generale a tutti coloro che hanno vissuto e vivono questa città e hanno pagato e pagano il loro contributo alla Fiat come lavoratori dell'indotto o dei servizi, direttamente ed indirettamente. Un gruppo di realtà dell'autorganizzazione sociale, sindacale, associazioni e individui si sono riuniti intorno al progetto di un'altra festa. Vogliamo organizzare iniziative e mobilitazioni nei luoghi di lavoro e sul territorio, manifestazioni, sit-in in occasione delle manifestazioni ufficiali, convegni e conferenze sulla storia e sui caratteri attuali della FIAT, proiezione di film, raccolte di testimonianze ecc. Controcentenario Fiat - Comitato Cittadino "La vostra festa la nostra lotta" (FLMU-CUB SinCOBAS FLAICA-CUB CUB-Scuola RdB Fed. Anarchica Torinese-FAI CSOA Gabrio CSA Murazzi CSOA Askatasuna Comitato Chiapas Associazione 3 Febbraio Rete Antirazzista Partito Umanista) Il comitato si riunisce il giovedì presso la sede della Fed. Anarchica Torinese C.so Palermo 46 Torino info: 011.857850 / 0338.6594361 / 011.282929
Venezia: manifestazione di solidarietà al popolo curdo Sabato 20 febbraio, anche a Venezia si è tenuta una manifestazione di solidarietà con il popolo curdo che ha raggiunto il Consolato turco in via XXII marzo, facendo sentire la forte protesta contro il fascismo turco, gli Stati Uniti e le complicità europee. Al corteo - circa mezzo migliaio di persone - hanno partecipato la comunità curda del Veneto, i centri sociali del Nord Est, la Rete Antirazzista e i Giovani Comunisti, oltre a numerosi immigrati e compagne e compagni di ogni età e di svariata appartenenza politica. Partiti, dopo le 17, dalla stazione ferroviaria i dimostranti si sono diretti verso piazza S. Marco, nei cui pressi si trova il Consolato dello stato turco; giunti sotto la sede consolare la testa del corteo, protetta da scudi di plexigas, si è scontrata con lo schieramento della polizia che, ai petardi e alle uova, ha risposto caricando e lanciando un paio di candelotti lacrimogeni, mentre un reparto di carabinieri è uscito prontamente da una calle laterale per rompere il corteo. La manovra però è riuscita solo parzialmente, sia per la reazione dei manifestanti sia, probabilmente, per ordini superiori più attenti a controllare la tensione piuttosto che reprimerla, in considerazione anche della regia politico-spettacolare, garantita dai rappresentanti istituzionali dei centri sociali, entro stabiliti livelli di illegalità. In tarda serata, quando ormai era tutto concluso e la manifestazione si stava sciogliendo, è giunto un secondo corteo - circa 200 persone - composto da militanti, quadri e dirigenti - compreso il segretario Bertinotti di Rifondazione Comunista che avevano partecipato ad un'assemblea di partito a Mestre. Corrispondenza da Venezia
Firenze: manifestazione contro Pinochet Alla faccia del Vaticano, di Pinochet e compari, sabato 20 febbraio alla manifestazione indetta dal Comitato Lavoratori Cileni in esilio c'erano un po' tutti, più a livello interprovinciale che nazionale, con una buona presenza di piazza. Un corteo di poco meno di un migliaio di persone ha attraversato per tutto il pomeriggio il centro di Firenze meravigliando i turisti presenti, attirando l'attenzione di non pochi passanti , e facendo fremere di quando in quando i vari guardalinee blu che da sempre sono in testa e in coda ai cortei, che però non hanno dovuto ripetere le performance fatte il mattino dai loro colleghi a Roma durante la manifestazione per Ocalan. Gli esuli cileni, con una piccola, ma decisa pattuglia di perseguitati argentini dell'associazione Vientos del Sur aprivano il corteo, cui seguiva un discreto spezzone anarchico, un pattuglione di socialisti-rivoluzionari con altoparlanti in stile agit-prop, qualche bandiera della CUB, e a chiudere Rifondazione con contorno di zapatisti e centri sociali vari. Dopo i comizi di chiusura (per gli anarchici ha parlato Giordano Cotichelli della FAI di Jesi), fatti davanti al Consolato britannico, la notizia della presenza di possibili provocatori fascisti faceva alzare un po' la tensione tanto che alla fine, mentre il corteo si scioglieva lungo le vie del centro, a farne le spese è stato un banchetto della Lega Nord, fatto oggetto dell'attenzione da parte dei soliti "esuberanti" onnipresenti. Al di là della semplice cronaca della giornata, bisogna però dire che l'iniziativa ha sicuramente colto nel segno, perché è arrivata puntuale a controbattere la pessima (ma tipica) butade vaticana a favore del generalissimo cileno, si è legata all'attualità della questione dei rifugiati politici in Europa (non pochi sono stati gli slogan e i richiami alla questione curda e all'affaire Ocalan di questi giorni), e mantiene alta l'attenzione sulla questione dell'estradizione di Pinochet, la quale sta diventando sempre più una questione che va oltre un giustizialismo apparente, assumendo sempre più una valenza di denuncia della connivenza complice (figlia delle leggi di mercato) delle democrazie occidentali con le dittature del terzo mondo, sia nel passato che attualmente. Che dire se non grazie alle compagne e ai compagni cileni in esilio, ad Urbano in particolare, per la determinazione con cui stanno portando avanti una lotta che ci ha permesso ancora una volta di scendere nelle piazze un po' troppo anestetizzate di quest'Italia dalemiana. Un compagno che c'era
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