Da "Umanità Nova" n.8 del 7 marzo 1999
Montevideo-Uruguay
Manifestazione anarco - femminista a fianco delle donne afgane
Lunedì 8 febbraio si è tenuta, nella centralissima Avenida "18 di luglio" una
manifestazione di denuncia della situazione di discriminazione, terrore e
sofferenza cui sono sottoposte le donne in Afghanistan. Nel proclama letto
durante l'iniziativa era scritto: "Noi donne latino-americane non possiamo
rimanere passive di fronte a quello che stanno vivendo le nostre sorelle afgane
da quando nel 1996 le forze fondamentaliste dei Talibani presero il potere. Le
maggiori vittime della follia fondamentalista sono, ancora una volta, le donne.
Trasformate in carcerate esse hanno perso tutte le loro libertà e in molti casi
la vita. Quelle che non sono assassinate preferiscono darsi la morte come unica
scelta. Quante donne dovranno morire perché il mondo reagisca? Dove stanno le
organizzazioni dei diritti umani? Cosa fanno i governi che si autoproclamano
democratici? Siamo di fronte ad un crimine di lesa umanità".
Questa manifestazione è stata promossa da un gruppo di donne che si sono così
definite: "Siamo parte del movimento femminista mondiale. Siamo un gruppo
anarco-femminista autonomo e non vogliamo stare dentro alcun partito politico".
L'organizzazione è composta unicamente da donne di Cile, Bolivia, Brasile,
Argentina, Spagna e Uruguay.
Attualmente sono più di 60 le donne attive nell'organizzazione. Sono
autogestionarie e le risoluzioni le prendono a livello di assemblea plenaria
senza che esista tra esse un'autorità. La manifestazione fu realmente molto
originale e di grande impatto. Ricoperte con sacchi di nylon nero 20 donne
circa imitavano le donne afgane che sono obbligate dal regime religioso
musulmano a coprirsi completamente lasciando liberi solo gli occhi, le narici e
la bocca.
Raggiunta la piazza Cagancha, in pieno centro montevideiano, tra slogan e canti
femministi contro la discriminazione: prima di leggere il proclama si
spogliarono completamente protestando contro l'ingiustizia liberticida di
questo mondo e solidarizzando con le donne afgane.
(dal periodico Milfuegos)
|