![]() Da "Umanità Nova" n.8 del 7 marzo 1999 Bologna 27 febbraio 1999La stampa di regime oscura 20.000 persone che manifestano contro la legge di parità Nessuna eco é seguita alla riuscita manifestazione svoltasi a Bologna il 27 febbraio scorso. Come si ricorderà la manifestazione era stata indetta dai comitati "Scuola e Costituzione" per manifestare opposizione ai piani nazionali e regionali di Berlinguer (ministro della pubblica istruzione) e Rivola (assessore alla pubblica istruzione dell'Emilia Romagna). Alla manifestazione avevano aderito tutti i sindacati di base della scuola, diverse associazioni laiciste ed anticlericali, verdi, socialisti, repubblicani e comunisti (sia del PRC che del PdCI). Il corteo era composto da oltre 20.000 persone (forse 25.000) ed al corteo erano presenti numerosi gruppi e situazioni di movimento che pur non aderendo alla piattaforma ufficiale della manifestazione erano scesi in piazza contro la scuola clericale, la ristrutturazione, la repressione ed il governo. Questo settore del corteo (forse 8-9000 persone) ha spinto i contenuti della manifestazione al di là delle intenzioni e delle mediazioni degli organizzatori. La presenza anarchica era maggiormente concentrata e visibile in questa parte del corteo anche se numerosi compagni e compagne sfilavano negli spezzoni dei rispettivi sindacati. Lo spezzone aperto dallo striscione della Federazione Anarchica Italiana (composto di circa 600 persone) era vivacizzato dalla banda degli ottoni; consistenti gruppi anarchici erano presenti nello spezzone dei "Precari-Nati" e del Coordinamento Studentesco Bolognese. Il governo e le forze reazionarie hanno mal digerito questa manifestazione, soprattutto la partecipazione delle componenti più radicali. Già nei giorni precedenti la manifestazione la DIGOS aveva fatto circolare voci inquietanti prendendo a spunto il documento prodotto dagli anarchici (riportato sul numero scorso di UN) che dava l'indicazione di una partecipazione distinta alla manifestazione stessa. La mattina del 27 febbraio la polizia municipale aveva messo in allarme la zona attorno alla sede anarchica di Porta S.Stefano, diffondendo un volantino che intimava la rimozione della auto per motivi di ordine pubblico; interrogati sulla singolare iniziativa i vigili riferivano di essere stati inviati sul posto su segnalazione della DIGOS. Alle 14 la polizia di Stato fermava una decina di compagne e compagni del CSOA "Murazzi" di Torino e sequestrava il furgone con l'amplificazione. Un gruppo di una cinquantina di autonomi si attestava davanti la Questura per esigere l'immediato rilascio; la trattativa andava avanti per quasi due ore, fino a quando gli ultimi spezzoni del corteo (precari, CSB e FAI) si dirigevano risolutamente verso la Questura ed il corteo, che aveva già iniziato a sfilare fin oltre le Due Torri, si fermava esigendo pubblicamente il rilascio dei compagni dei "Murazzi". Rilasciati i compagni torinesi la manifestazione poteva riprendere (con quasi un'ora di ritardo). Ma le provocazioni poliziesche non finivano lì e, quando la testa del corteo era già ritornata in piazza Maggiore ed erano iniziati i comizi ufficiali, all'altezza della Camera del Lavoro, in via Marconi, si produceva un breve scontro fra la coda del corteo ed il cordone poliziesco che seguiva i corteo stesso. Un compagno del collettivo "Precari-Nati" rimasto a terra dopo la breve colluttazione veniva fermato dalla polizia ed é, al momento in cui scriviamo, in stato di arresto, tradotto nel carcere della Dozza. La tarda ora e gli incidenti prodottisi in coda al corteo non hanno reso possibile la prevista assemblea popolare in piazza S.Stefano. Nonostante il black-out dell'informazione e l'intimidazione prodotta dall'azione poliziesca la manifestazione é riuscita benissimo. L'evidente azione di boicottaggio delle forze di governo hanno anzi accentuato il carattere di opposizione ed antigovernativo della manifestazione stessa accanto alla forte venatura anticlericale che l'ha caratterizzata anche nelle sue componenti ufficiali. Se, con ogni probabilità, la manifestazione non farà arretrare i propositi governativi di ristrutturazione della scuola e di acquiescenza ai privilegi vaticani, ha comunque dimostrato la presenza di un vasto movimento di lotta determinato a far sentire la propria voce. Nella manifestazione infatti (a parte il PRC decisamente numeroso e visibile, 3-4000 persone) le componenti istituzionali (verdi, socialisti, repubblicani e cossuttiani) erano decisamente minoritarie. Buona invece la consistenza dei sindacati di base dei lavoratori della scuola e di studenti sia delle superiori che universitari. Tenendo in conto che i partecipanti alla manifestazione erano per lo più del centro-nord si può immaginare un più vasto fronte a livello nazionale capace di produrre innumerevoli iniziative di contestazione dell'ingerenza clericale nella vita pubblica. Nostro compito sarà quello di promuovere il maggior numero possibile di iniziative che raccolgano e veicolino questa protesta verso una coerente iniziativa di lotta. Ciò che, come si é dimostrato, non é possibile ottenerlo attraverso le mediazioni politiche ed istituzionali deve essere rivendicato dall'azione diretta, popolare e di massa. Una sfida per l'azione anarchica, un'occasione per il rilancio dell'iniziativa politica rivoluzionaria. redb
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