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Da "Umanità Nova" n.9 del 14 marzo 1999

La fascistizzazione della Lega

Fin dal primo apparire del leghismo, siamo stati tra coloro che hanno evidenziato la natura sostanzialmente razzista e fascistoide di tale fenomeno politico, in considerazione anche della provenienza chiaramente di estrema destra di non pochi dei suoi maggiori rappresentanti (Comencini, Rocchetta, Serena, Borghezio, etc.) che nel nazionalismo padano o nel venetismo hanno trovato una nuova variante del paradigma nazista "Sangue e suolo".

Tale analisi sta venendo sempre più confermata dalle scelte e dagli indirizzi perseguiti dalla Lega Nord, a partire dall'infame raccolta di firme per il referendum "contro l'immigrazione selvaggia" che sta assumendo autentici toni da pulizia etnica, sfruttando anche l'altrettanto infame campagna anti-immigrati sollevata dalla cosiddetta stampa d'informazione in coincidenza con la ricorrente "emergenza criminalità", accreditata anche dai ministri competenti del governo D'Alema.

Inoltre, anche secondo l'attenta analisi del sociologo Roberto Biorcio (Il Manifesto, 25 febbraio 1999), al clima "esterno" favorevole si sono aggiunte ragioni interne alla Lega: la secessione non va da nessuna parte, la spaccatura nella Liga Veneta ha lasciato il segno, la militanza comincia a dare i primi segni di appannamento, per cui gli immigrati tornano ad essere l'argomento migliore per riaccendere il fuoco, compattare, allargare il consenso.

Ma, accanto a questa campagna di odio razziale e di aperta discriminazione, non a caso fatta propria dai rautiani del Movimento sociale Fiamma Tricolore e dai nazisti di Forza Nuova che partecipano in prima persona alla raccolta delle firme, si registrano numerosi segnali che stanno ad indicare una vera svolta anticomunista e filofascista del leghismo; ne sono esempi l'iniziativa leghista per erigere a Treviso un monumento in ricordo dei combattenti (Italiani? Padani? Veneti?) caduti durante la guerra di Spagna dalla parte dei fascisti franchisti e la visita di Borghezio al santuario mussoliniano di Predappio, durante cui l'adiposo onorevole ha onorato la memoria del duce affermando che "è stato un grande padano".

Intanto, manipoli di camicie verdi della Guardia Nazionale Padana (strana assonanza con la GNR di Salò e con il colore della Guardia di Ferro di Codreanu) pattugliano quartieri e confini contro gli "invasori", tenendo comunque a precisare che loro non sono razzisti.

Ben vengano quindi tutte le manifestazioni di inimicità verso quello che appare sempre più come una delle varie maschere assunte dalla destra sociale, invariabilmente razzista, come ben hanno intuito i movimenti e i partiti autonomisti scozzesi, catalani, baschi e irlandesi, che hanno isolato la Lega all'interno dell'Europarlamento, dove il partito di Bossi siede tra i "non iscritti", in allegro cameratismo con il Front National di Le Pen, Alleanza Nazionale, il MSI - Fiamma Tricolore, la destra austriaca di Haider e altri rappresentanti dell'estrema destra europea.

"ALTRA INFORMAZIONE"



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