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Da "Umanità Nova" n.9 del 14 marzo 1999

Avalon. Autogestione nelle realtà rurali

Il 17 gennaio scorso si è svolto ad Avalon l'incontro tra realtà rurali, proposto dal tavolo sull'agricoltura che ha operato durante la quinta Fiera dell'Autogestione a S. Martino in Rio (RE).

Avalon è uno dei villaggi della comunità degli Elfi, ed è un po' diverso dagli altri, vista la diversa conformazione del territorio. Si trova, infatti a sud di Pistoia , a circa trenta chilometri dalle valli dove sono situati gli altri villaggi, quelli di insediamento più antico. E' collocato a circa 300 metri sul livello del mare, con una buona esposizione a sud, si fa agricoltura con olivo, vite, orticole, e pascolo invernale; nelle valli ora c'è molta neve. Questo villaggio è importante per i criteri di autosufficienza che il popolo elfico si è dato, essendo, da questo punto di vista, complementare alle attività di montagna, svolte nelle valli.

L'accoglienza è stata fantastica. Le compagne e i compagni di Avalon hanno predisposto circa settanta posti letto in casa, ed hanno attrezzato alcune tende "teepee" per i più selvaggi. La convivialità e le attività logistiche sono state articolate nel migliore dei modi, all'insegna dell'autogestione nelle diverse modalità d'incontro.

Il tutto è iniziato, in maniera informale, già nei giorni precedenti al 17, sviluppando conoscenza ed approfondimenti sia sui problemi più urgenti, ad esempio lo scambio delle produzioni, le nuove normative sulle produzioni agricole e la loro trasformazione artigianale, la privatizzazione del patrimonio pubblico rurale, sia sui temi di fondo, come il rapporto tra individuo, comunità, società, le relazioni tra identità e federalismo, l'autogestione delle lotte e delle produzioni, i rapporti con lo stato e le sue articolazioni, rimandando l'analisi collettiva e le decisioni al giorno 17, come previsto. Giorno che è iniziato con un "cerchio", cioè un momento generale di comunicazione, seguito dalla formazione dei tavoli di lavoro per sviscerare le diverse tematiche per arrivare con proposte all'assemblea serale.

Tre i tavoli: la nostra comunicazione (CIR, cataloghi); i rapporti con l'esterno (istituzioni, mass media, altre associazioni nel rurale); la rete di scambi, mutuo appoggio, collegamenti.

Ovviamente nella discussione abbiamo esteso i temi. Il tavolo a cui ho partecipato è stato quello sui rapporti con l'esterno. Sono emerse sensibilità diverse nei confronti del rapporto con le istituzioni (le più analizzate sono state quelle locali), alla luce di disponibilità emerse in alcune situazioni, e di conflitto in altre, dovuto, ad esempio, alla messa in vendita del patrimonio pubblico, anche quello occupato.

Non è facile fare una sintesi di alcuni giorni di vita e dibattito in poche righe...

La diversa sensibilità ha permesso, comunque, l'approfondimento del tema, permettendo di chiarire le differenze tra strategia e tattica, e facendo emergere un'analisi sui rapporti di forza nella realtà rurale. Sul tema del rapporto con i mass media siamo arrivati ad una proposta che abbiamo presentato in assemblea. Sul tema del rapporto con i mass media siamo arrivati ad una proposta che abbiamo presentato in assemblea. Sul tema del rapporto con le altre realtà che si relazionano/scontrano con l'esistente in ambito rurale, si è avviato un percorso di conoscenza, ad esempio con la neonata ASCI, struttura contadina del biologico ufficiale, e si è ribadita la necessità della nostra sferiforma rurale. E' circolato un documento, proposto da Avalon, ad integrazione della bozza di sferiforma comparsa sul primo numero di CIR, ritenuto comunque parziale e si è scelto, in ambito assembleare, di farlo viaggiare come contributo, da collegare ad altri sullo stesso tema, per utilizzare il metodo della sintesi, andando oltre il sistema maggioranza/minoranza, rivendicando e praticando un criterio decisionale libertario.

Anche per questo il prossimo numero di CIR conterrà circa sessanta pagine, una quantità esagerata a giudizio di alcuni. Dovrebbe uscire a giorni e a costi contenuti.

L'assemblea non è stata in grado di decidere su tutte le proposte presentate. Si è deciso il comportamento da tenere con i mass media: abbiamo la necessità, ed il desiderio, di narrarci in prima persona, senza deleghe. Quindi produciamo CIR e collaboriamo alle pubblicazioni della rete dell'autogestione, allargando il rapporto con le pubblicazioni e le radio dei movimenti a cui siamo vicini od interni (movimento anarchico e libertario, movimento ecologista, antagonista, della differenza sessuale, ecc.) coinvolgendo, oltre le redazioni, i lettori e gli ascoltatori attraverso articoli, interviste, dibattiti, in cui si è presenti come singoli o situazioni, che si firmano, assumendosi le responsabilità di ciò che si dice e si fa. Si è comunque ribadito che qualunque giornale, radio, tv, si porrà al di fuori di questo modello (ed è probabile che quelli espressione del potere lo facciano) parlerà di noi, ma lo farà "su" noi e non "con" noi.

Intorno allo scambio si è deciso di pubblicare un nostro catalogo di beni prodotti, situazioni di accoglienza, attività produttive, appuntamenti, formazione, e quant'altro, collaborando alla realizzazione del catalogo generale della Rete per l'Autogestione.

Sui problemi prodotti dalla privatizzazione e vendita dei beni pubblici rurali abbiamo attivato l'attenzione collettiva ed i prossimi appuntamenti saranno, infatti, nelle situazioni a rischio, come Campanara alla fine di aprile.

Si è vista la fattibilità di mobilitazioni collettive su situazioni locali, come possibili tensioni con le amministrazioni, con i cacciatori ed i poteri "forti" dei singoli territori. Nei prossimi incontri dovremmo definire meglio le possibilità di utilizzo degli usi civici e decidere il "che fare" con le nuove norme fiscali e sanitarie, norme nate per distruggere la "residualità contadina".

E' stata ribadita la necessità di affrontare il nodo tecnico economico e si sta lavorando per organizzare un convegno sul tema.

Nella giornata di domenica eravamo circa centocinquanta tra compagne e compagni, soprattutto dal centro Italia ma con significative presenze dal Friuli, dalla Calabria, dal Piemonte, dalla Puglia..., con le loro vicinanze, perplessità, passioni e differenze, anche notevoli (c'è chi ha proposto una base spirituale comune al nostro federalismo, chi rivendicava il proprio ateismo, chi parlava di popolo contadino, chi della propria individualità e tantissimo altro).

Abbiamo deciso, approfondendo i rapporti, di scommettere sulle molteplicità, trovando una base comune che non le neghi, sapendo che le nostre vicinanze e differenze sono un patrimonio, positivo non solo in sé, ma anche per le dinamiche che innescano verso la liberazione dal dominio e sfruttamento, verso la rivoluzione sociale.

Enrico Ranieri di ALIAS



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