![]() Da "Umanità Nova" n.10 del 21 marzo 1999 L'eterno ritorno: tra parlamentarismo "rivoluzionario" e Beata Vergine Cobas in Parlamento e Toni Negri in ParadisoAppare da qualche tempo su "Il Manifesto" un appello firmato "Cobas per l'autorganizzazione" e intitolato "Vogliamo provarci?". Vista la firma, ci attenderemmo un invito a provare a dar vita a lotte, aggregazioni, iniziative contro lo stato ed il padronato. Con nostra, moderata, sorpresa scopriamo che l'invito in questione è di tutt'altro genere. Può valere la pena di riportare la parte dell'appello in questione, come dire, propositiva e fondata su di una veemente denuncia delle malefatte del padronato, del governo e della sinistra parlamentare: " Ma possono ancora i lavoratori dipendenti ed i settori sociali a loro collegati fermarsi a semplici valutazioni di carattere economico continuando a subire lo smottamento 'politico' della loro condizione - indipendentemente dal volume e dalla durezza delle lotte - senza porsi il problema colmare l'abissale vuoto politico creatosi a sinistra?"
La risposta parrebbe evidente: non possono! A una riflessione più pacata sorge, però, qualche domanda:
- perché oggi non potrebbero mentre ieri, a quanto pare, potevano? - perché si sarebbe creato un abissale vuoto politico a sinistra, forse la sinistra parlamentare ed istituzionale sino a qualche tempo addietro era soddisfacente?
Proseguiamo nella lettura:
"Il permanere di sostanziali differenze, né secondarie né tanto meno al momento superabili tra le forze dell'autorganizzazione, dell'anticapitalismo e dell'antagonismo di classe, il progressivo allargamento del divario tra rilancio mondiale dell'economia capitalista e polverizzazione sociale e politica dell'opposizione diffusa, se da un lato pongono la necessità della ricostruzione di un nuovo soggetto politico comunista, autorganizzato e di massa, dall'altro ne dimostrano l'oggettiva impossibilità di realizzazione in tempi ravvicinati."
Ci rendiamo conto che il costo dell'inserzione a pagamento ha posto i nostri amici dei "Cobas per l'Autorganizzazione" nella dura necessità di non potere spiegare a fondo il loro pensiero ma siamo di fronte ad un testo singolare non solo dal punto di vista letterario, Andiamo per ordine:
- i nostri eroi vogliono ricostruire un nuovo soggetto ecc. ecc.. Se il soggetto è nuovo non si capisce come si possa ricostruire e se si vuole ricostruire la sua "novità" non sembra eccessiva; - il soggetto in questione ha da essere autorganizzato e di massa e, a rigore, radicalmente dissimile da ogni soggetto (sarebbe più serio dire partito) comunista realmente esistito in passato; - d'altro canto i soggetti concreti ai quali ci si riferisce costituiscono una galassia di realtà politiche orrendamente disomogenee fra le quali brillano gruppi stalinoti, bolscevichi ecc. che con l'autorganizzazione sociale non hanno molto a che vedere; - infine, non ci sembra esservi un legame fra il richiamo all'incedere del modo di produzione capitalistico su base mondiale e l'adunata dei refrattari che gli si vorrebbe opporre.
Arriviamo alla quadratura, provvisoria, del cerchio;
"Premettendo che, a nostro avviso, tale processo potrà avvenire solo come diretta necessità della classe stessa che 'rompe' e si autorganizza innescando una svolta storica, non ci spaventano, e lo abbiamo dimostrato, delle possibilità al momento ancora date di utilizzo 'eversivo' delle istituzioni stesse come semplici articolazioni secondarie e strumentali di supporto al conflitto a all'azione politica."
Di fronte ad affermazioni del genere non possiamo che restare ammirati, i Cobas per l'Autorganizzazione "non si spaventano" di fronte alla possibilità di un utilizzo eversivo delle istituzioni. Traduciamo in italiano, i Cobas per l'Autorganizzazione propongono di presentare liste per le elezioni europee proseguendo l'esperienza che li ha visti fare un uso 'eversivo' del parlamento della repubblica e dell'assemblea regionale lombarda nei quali loro esponenti sono stati in passato eletti nelle liste del PRC ed hanno continuato ad operare come gruppo autonomo dopo la rottura con lo stesso PRC di qualche anno addietro. Ci verrebbe da dire a questo punto: buon vecchio Andrea Costa non sei passato invano dall'anarchismo al parlamentarismo! Ad oltre un secolo di distanza gli stessi argomenti che tu sollevasti, le stesse promesse che facesti, le stesse favole che narrasti tornano ad allietarci e, per di più, in uno stile contorto e suggestivo e sulla base di oltre un secolo di esperienza che avrebbe dovuto mettere d'accordo almeno su di un punto fautori ed avversari del parlamentarismo e cioè sul fatto evidente che non può esservi un'utilizzazione di classe, rivoluzionaria, eversiva delle assemblee elettive.
Sappiamo bene che la deriva neoparlamentare di settori del sindacalismo alternativo non caratterizza solo i vari Granillo, Malavenda e Delledonne (i più noti esponenti dei promotori dell'iniziativa che segnaliamo) e che le illusioni parlamentari, soprattutto nei confronti del PRC, non mancano ma, almeno, i bertinottiani di complemento non pretendono di sovvertire l'ordine costituito a colpi di emendamenti e di costituire un nuovo soggetto politico sovversivo. Dobbiamo loro riconoscere la ragionevole disponibilità ad accettare un padrinaggio politico parlamentare di tipo tradizionale che non crea eccessive confusioni. Dobbiamo, invece, verificare che le illusioni parlamentari colpiscono anche in settori sociali e sindacali che si vorrebbero radicali e che queste illusioni sono fonte di una distorsione del dibattito sulla questione parlamentare e sull'autonomia politica e progettuale del sindacalismo alternativo e dell'opposizione sociale tutta.
Se ai Cobas per l'Autorganizzazione sono apparse le aule parlamentari al professor Antonio Negri (il solito eccessivo) è apparsa addirittura la Vergine Maria. Il nostro antico amico se non maestro (buono o cattivo che fosse), infatti, collabora al giornale "Riparazione Mariana" organo delle Serve di Maria Riparatrice nell'articolo "L'Ave Maria di chi soffre e lotta" scrive:
- ...c'è un soffio metafisico potente - da qualche parte - un'immagine dell'assoluto che qui spira....quel che sicuramente so è che in questa presenza non vi è un Dio straniero, sconosciuto, che mi si impone con troppa maestà, ma un Dio che chiama, che chiama la mia resistenza al confronto e alla testimonianza. Osare riconoscere nel richiamo materno la forza di vivere: è forse questa l'Ave Maria di tutti coloro che soffrono e lottano.".
Per parte mia, nulla mi è più estraneo dell'anticlericalismo di stampo massonico e del disprezzo per i convincimenti religiosi di chiunque e devo riconoscere, inoltre, al nostro eroe un'eleganza nell'esposizione che manca ai Cobas per l'Autorganizzazione ma una parola, in particolare, mi colpisce e, cioè, "osare". I Cobas per l'Autorganizzazione "non si spaventano" di fronte al parlamento, Antonio Negri "osa" riconoscere il richiamo di Maria e tutti brillano per ardimento. La conversione di Negri al cattolicesimo, ammesso che di questo si tratti, ha caratteri classici: il grande peccatore, il nemico dell'ordine costituito, lo spregiatore di ogni convenzione scopre il richiamo della fede e ne da testimonianza. Il cattolicesimo ne esce trionfante visto che vale più un redento di questo livello che mille tiepidi che mai hanno tralignato. Un evento del genere si presta più alla prosa del Manzoni che a quella del Leopardi, autore caro, come è noto, a Negri che gli ha dedicato pagine abbastanza conosciute.
Sarà interessante, nei prossimi mesi, rilevare se alla conversione del maestro seguirà quella dei numerosi discepoli che già hanno fatto più di una concessione al venetismo, alla proposta politica di Cacciari, alla "scoperta" dei caratteri positivi del governo.
A noi ed a tutti coloro che continuano a negarsi il dubbio piacere della frequentazione delle aule parlamentari e delle parrocchie toccherà il ruolo dei "conservatori", ruolo che, se si tratta di conservare un punto di vista radicale sull'esistente, non ci spaventa. CMS
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