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Da "Umanità Nova" n.10 del 21 marzo 1999

Turchia: violazioni dei diritti umani tra il gennaio e il maggio 1998
La tragedia curda in cifre

La vicenda Ocalan induce a diverse considerazioni. La personalizzazione del caso non serve a centrare l'attenzione sulle decine di milioni di curdi sottomessi a diversi regimi (Turchia, Iraq, Iran, Siria e Armenia) senza nessuna libertà o per lo meno autonomia di vita collettiva, di espressione, di culto. Il caso Ocalan, mal gestito dall'Italia e dall'Unione Europea, sembra riaffermare le più crudeli ragioni della politica di stato, indifferente ai destini di popolazioni ma solo proteso a riaffermare la propria sovranità su genti e territori anche quando essi non vengono tutelati in quanto minoranza riconosciuta o in quanto diversità.

Non è questo un intervento per districare gli eventi e l'intreccio di interessi che hanno portato a un rimescolamento delle alleanze politiche e militare nella regione mediorientale, all'origine della sconfitta politica del Pkk e al destino incerto del suo leader. Drammaticamente resta la questione curda: popolazione senza terra pur avendo un suo territorio diviso tra cinque stati da un Trattato internazionale che ha steso i confini con un una penna e un righello senza badare alle conseguenze di quella divisione sulla carta.

Tante violazioni si sono registrate in questa vicenda: dalla mancata concessione di asilo politico ad Ocalan in Italia, dalla colpevole inerzia politica dell'Unione Europea nei confronti della questione curda, dalla vendita di Ocalan da parte della Grecia (in spregio di qualsiasi regola) in cambio di chissà quale concessione turca su Cipro, dalla stessa coerenza liberale del regime turco che prevede la pena di morte, l'incarcerazione per ogni cittadino curdo (o turco) che osi esprimersi in lingua curda, la messa al bando di ogni partito che faccia della causa curda parte del proprio impegno legale. Non vorremmo che l'ingresso della Turchia nell'Unione Europea, e nei suoi fiorenti commerci (anche di armi) venga barattato con qualche concessione di facciata nel corso del processo ad Ocalan, senza pervenire ad una risoluzione del problema dei milioni di curdi cittadini assoggettati della Turchia (senza considerare la loro sorte in Iraq, in Iran e in Siria).

Fornitoci dall'Associazione Turca per i diritti umani IHD, diamo un elenco sintetico delle violazioni dei diritti umani in Turchia nei riguardi di curdi nel periodo gennaio-maggio 1998, giusto per dare un'idea.

72 assassinii senza individuazione di responsabili

44 assassinati nel corso della detenzione

811 morti in conflitti armati

16 morti e 109 feriti nel corso di operazioni militari contro civili

13 persone scomparse

217 denunce e testimonianze di torture

19.424 persone in detenzione provvisoria

534 nuovi incarcerati

354 testimonianze di aggressione fisica e psicologica da parte di elementi dell'esercito e della polizia turca

132 denunce di detenuti aggrediti dalla polizia carceraria

4 villaggi distrutti dalle forze militari

71 località bombardate dall'esercito

4.103 cittadini curdi licenziati

58 sedi di organizzazioni, sindacati e redazioni chiuse dalle autorità

116 incursioni della polizia in sedi di associazioni, sindacati e redazioni

133 decreti di sequestro contro giornali o riviste curde

768 anni e 8 mesi di detenzione richieste dai giudici per reati di opinione

90 anni e 9 mesi di detenzione comminate per reati di opinione da parte di tribunali

135 nuovi detenuti per reati di opinione

Salvo Vaccaro



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