Da "Umanità Nova" n.11 del 28 marzo 1999
Contro la guerra nel Kosovo!
Contro la barbarie nazionalista!
Il gioco del cerino si sta esaurendo nelle mani dei suoi protagonisti. Passando
di mano in mano arriverà il momento in cui ci si dovrà bruciare. Tutti i
protagonisti sono in pista nel tentativo di salvarsi la mano ma noi sappiamo
molto bene che le uniche, vere vittime di questo gioco al massacro sono le
popolazioni contadine e montanare del Kosovo, sono i giovani mandati alla morte
agitando uno straccio di stoffa chiamato bandiera.
Della crisi nei Balcani, e del Kosovo in particolare, abbiamo scritto più volte
su questo giornale, e non ci ripeteremo. Dobbiamo però purtroppo constatare che
le più pessimistiche previsioni si stanno avverando. Lo squallido gioco
condotto dalla NATO e dalla sua leadership statunitense sta raggiungendo il suo
obiettivo: installarsi saldamente nella zona. E se questo vorrà dire far
correre il sangue a fiotti non importa. Il cinismo di stato non conosce
limiti.
Non ci sorprende nemmeno l'atteggiamento del governo italiano, presieduto
dall'ineffabile D'Alema, che dopo essersi nascosto dietro il nulla delle
impossibili trattative di pace ora è pronto ad accodarsi all'intervento
militare, "per salvare le vite umane", ovviamente. Ma che le trattative di pace
non potessero sortire che un fallimento era più che evidente; esse in realtà,
hanno rappresentato l'alibi per preparare l'attacco militare. Siamo più che
convinti che tutti i protagonisti ne fossero ben coscienti.
Dal canto suo il popolo serbo paga il revanscismo nazionalista che anima il suo
gruppo dirigente e la costante repressione scatenata sull'identità albanese
della grande maggioranza dei kosovari.
La nostra speranza, che vogliamo sostenere con una mobilitazione che vorremmo
straordinaria contro la guerra, è che lo spirito internazionalista ed
antifascista che ha animato le lotte di liberazione di quei popoli contro gli
invasori, italiani e tedeschi, durante il conflitto del 1940-45, riprenda il
sopravvento ed impedisca il dilagare di uno scontro sanguinoso in tutti i
Balcani, con effetti difficilmente prevedibili, ma non certo all'insegna di un
processo di liberazione umana e sociale.
blitz
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