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Da "Umanità Nova" n.11 del 28 marzo 1999

Torture in Somalia e strage del Mar d'Otranto
Storie di ordinaria impunità

Di solito si dice che a pagare sono solo i pesci piccoli. Ma quando si tratta di militari non paga nessuno. Qualche mese fa fu scagionato il militare che era stato accusato di essere uno dei violentatori della donna somala ritratti nelle foto pubblicate da "Panorama". Il 20 marzo "La Nazione" ha pubblicato un articolo sul "caso Somalia" sostenendo che si va verso l'archiviazione anche del procedimento nei confronti dell'altro paracadutista indagato, il maresciallo Ercole (quello delle torture ai testicoli, per intenderci). Agli inizi di marzo i periti nominati dal tribunale di Livorno che sta giudicando il maresciallo Ercole hanno concluso il loro lavoro sostenendo che se avesse "effettivamente prodotto scariche elettriche con un apparecchio telefonico da campo" ai testicoli del prigioniero somalo quel "trattamento" avrebbe determinato "solo sensazioni dolorose temporanee, senza alcun esito funzionale o anatomico". In buona sostanza si potrebbe dire che al somalo sono stati riservati un po' di dolorini e niente di più. Vuoi vedere che alla lunga le scariche gli hanno anche fatto bene?

Contemporaneamente il giornale fiorentino riferiva che il Tribunale di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per calunnia dell'ex parà che con le proprie rivelazioni e foto aveva fatto scoppiare il "caso". Il giudizio si terrà il 5 maggio.

Due giorni prima (3 maggio) si aprirà al tribunale di Brindisi il processo al comandante dell'Unità della Marina militare italiana che il 28 marzo provocò l'affondamento della motovedetta albanese carica di profughi che cercavano scampo in Italia (86 morti tra cui molte donne e bambini). Se "piove di quel che tuona" anche questo signore se la caverà con poco se non verrà addirittura assolto.

Gli anarchici non ritengono che la trasformazione radicale della società passi attraverso le sentenze dei tribunali. Non ritengono neppure che coloro che sono accusati di aver compiuto certi "reati" siano necessariamente colpevoli (come sappiamo spesso è vero esattamente il contrario). Ciò però non significa rinunciare alla ricerca della verità e della giustizia, nel senso etico (e non vendicativo) di questo termine. Per questo denunciamo la mostruosa impunità che viene garantita a tutti coloro che compiono crimini contro l'umanità (perché contro l'umanità sono i crimini commessi dai militari italiani in Somalia e nel mar d'Otranto) solo perché questi crimini sono stati compiuti in nome della "ragion di Stato", parola grondante del sangue di tante vittime innocenti.

M. G.



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