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Da "Umanità Nova" n.12 del 4 aprile 1999

Fermare le bombe
In tutt'Italia cortei, presidi e manifestazioni

Pisa contro la guerra

Almeno 6-700 persone hanno partecipato sabato 27 marzo scorso alla prima iniziativa pubblica di una certa importanza dopo l'inizio dei bombardamenti NATO sulla ex-Iugoslavia.

La composizione del corteo, che ha sfilato per due ore nel centro cittadino, era quella prevedibile: da RC, presente con tante bandiere ai diversi compagni anarchici - sciolti - nella manifestazione.

Gli slogan lanciati sono stati rivolti soprattutto contro gli Usa e la NATO e, in misura minore, contro il Governo italiano che ha permesso l'uso delle basi; purtroppo è mancata del tutto, anche nei tanti volantini distribuiti, una critica antimilitarista agli eventi che stanno insanguinando i Balcani.

Al termine del corteo, dopo una brevissima assemblea, ci si è dati appuntamento al pomeriggio per un presidio davanti al Comune.

Caotico Info (Pisa)

Aviano: di N.A.T.O. si muore

Domenica 28 marzo dalle 10 alle ore 20, su iniziativa del Comitato contro Aviano 2000, si è tenuto un presidio antimilitarista di fronte alla base di Aviano contro l'intervento militare della NATO in Serbia.

Pubblichiamo alcuni stralci del volantino che ha indetto l'iniziativa: "Il recente intervento militare della Nato in Serbia è la dimostrazione del fallimento della pax americana nei Balcani. L'operazione "Determined Force", voluta dalle "stelle e strisce euro-americane", spacciata come l'ennesima operazione umanitaria, persegue l'obiettivo di fomentare l'odio etnico e la destabilizzazione nell'area dell'ex Jugoslavia.

Contrariamente alle dichiarazioni dei capi di stato dei paesi aderenti all'Alleanza Atlantica, i raid aerei non fermano il massacro, ma danno il pretesto a Milosevic di intensificare l'eliminazione della popolazione albanese in Kosovo.

Le bombe della Nato rendono possibile un allargamento del conflitto all'Albania e alla Macedonia (probabilmente anche al Montenegro e alla Grecia), fatto che rientra nella strategia statunitense di destabilizzazione dell'Europa, subalterna alla volontà politica e militare degli americani.

Il governo D'Alema in perfetta tradizione "cerchiobottista" dà la propria adesione all'intervento Nato ("L'Italia farà il suo dovere"), concedendo pure le basi da dove partono i bombardamenti, e nel contempo, mette subito le mani avanti precisando che l'aviazione militare italiana non ha partecipato ad alcun raid aereo, per non compromettere i suoi rapporti commerciali con la Serbia (l'Italia è il suo secondo partner commerciale, dopo la Russia).

E' sempre più palese la falsità e l'inutilità dei trattati internazionali e dei dettami costituzionali che vengono regolarmente violati quando questi sono di intralcio alle mire imperialiste del capitale internazionale, così come riteniamo demagogiche le lacrime di coccodrillo di alcuni politici nostrani che recentemente hanno scoperto l'acqua calda. (...)

Comitato contro Aviano 2000

Torino: corteo contro la guerra

A Torino un corteo di circa tremila persone è sfilato per le vie del centro sabato 27 marzo. La manifestazione, indetta da un ampio cartello di forze, tra cui la Federazione Anarchica Torinese (che ha partecipato al corteo con uno striscione con la scritta: "Quando la patria chiama, rispondi Signornò" ) era stata preceduta il giovedì precedente da un presidio di circa 300 persone che si era poi mosso sino alla sede della RAI. Riportiamo alcuni stralci del volantino distribuito dai compagni della F.A.T. "(...) La NATO, e gli Stati Uniti in modo precipuo, gioca in Kosovo una carta decisiva per riaffermare con le armi la propria supremazia in Europa.

Per la Nato è l'occasione ideale per sperimentare nuovi strumenti di distruzione e ridefinire il suo ruolo dopo la fine della guerra fredda. Le gerarchie militari hanno di tanto in tanto bisogno di guerre che giustifichino la loro esistenza e la loro crescente richiesta di finanziamenti. Evidentemente quelli stanziati dal governo americano dopo il bombardamento in Iraq non sono stati giudicati sufficienti.

I fabbricanti d'armi hanno trovato il modo di arricchirsi - duemila miliardi è il costo di un cacciabombardiere - che i vari stati, Italia compresa, pagano con soldi sottratti alla sanità, all'istruzione, alla previdenza, alla tutela della salute e del territorio, ...

La sinistra di governo in Italia (i "pacifisti" di ieri) dimostra oggi di non essere meno guerrafondaia e militarista della destra.

Dopo Benito Mussolini c'è voluto Massimo D'Alema per trascinare l'Italia in guerra.

Come anarchici non possiamo che ribadire la nostra estraneità ad ogni follia nazionalista e guerrafondaia, perché sappiamo che il nazionalismo provoca le guerre e le guerre non fanno che esacerbare il nazionalismo e l'odio: la strada della convivenza è difficile e faticosa ma si costruisce, giorno per giorno, nella costruzione di una società senza stati né frontiere, libera e plurale, aperta e solidale.

No a tutti gli eserciti! No a tutti i nazionalismi! No a tutti gli stati! Né un uomo né un soldo al militarismo! Contro la guerra: diserzione e sciopero generale!"

red TO

Sciopero generale contro la guerra del sindacalismo di base

Uno sciopero generale di due ore a fine turno è stato proclamato da varie organizzazioni del sindacalismo di base (CUB, RdB, Confederazione Cobas ) per martedì 30 marzo. Leggiamo nel manifesto di convocazione dello sciopero: "Il sindacalismo di base e autorganizzato non può sopportare un minuto di più l'aggressione genocida alle popolazioni e ai lavoratori della Jugoslavia e fa appello a tutti i lavoratori e a tutte le forze politiche e sociali europee affinché si mobilitino per fermare la guerra, per fare uscire l'Italia e l'Europa dal teatro di guerra, fare uscire l'Italia e l'Europa dalla Nato, costruire una conferenza internazionale per la pace e il rispetto dei diritti umani"

Palermo: contro la guerra

Anche a Palermo ci siamo mobilitati contro la guerra in Serbia. Un primo sit in improvvisato lo stesso mercoledì 24, di fronte alla Prefettura in quanto rappresentanza del governo; poi un concentramento e un mini-corteo giovedì pomeriggio 25, con la partecipazione di 150-180 persone (in coincidenza paradossale con la festa della polizia...), alla presenza di delegazioni di partiti (RC, Verdi, SR, Partito Umanista), di studenti, di associazioni varie (Arcigay, Controvoci, Draghi locopei, e altre) nonché dei compagni del Circolo 30 febbraio. Un'assemblea cittadina venerdì 26 presso la facoltà di Lettere e Filosofia ha messo in scadenza un presidio quasi permanente nel centro di Palermo ed una manifestazione cittadina per martedì 30.

S. V.

Genova: contro la guerra in Jugoslavia internazionalisti in corteo a Genova

Circa un migliaio di persone ha partecipato, sabato scorso (il 27 marzo), alla manifestazione genovese contro l'aggressione della Nato alla Jugoslavia e per fermare il massacro del popolo kosovaro perpetrato dal dittatore serbo Slobodan Milosevich.

Il corteo, partito dai giardini antistanti la stazione ferroviaria di Genova Brignole alle 16, ha raggiunto la Prefettura attraversando il centro cittadino. Lungo il percorso non sono mancati attimi di tensione. Lo spezzone internazionalista in coda al corteo, composto da anarchici, militanti di Socialismo Rivoluzionario e di altre realtà antagoniste cittadine, ha infatti sostato a lungo in corrispondenza dei banchetti di raccolta firme per il referendum anti immigrati - allestiti da leghisti e fascisti - protestando e scandendo slogan antirazzisti, senza che, peraltro, ne seguissero incidenti di rilievo.

Consistente e vivace, questo spezzone. Nel volantino distribuito - firmato da Coordinamento anarchico genovese, FAI - gruppo "E. Grassini", SR, Autonomia di classe, Gruppo comunista rivoluzionario, Circolo Ombre Rosse, CSA Inmensa, Coordinamento ligure personale di bordo FS aderente alla Fltu-CUB, Cobas scuola - si mettono a fuoco le responsabilità dell'Italia e dell'Europa in generale nel conflitto balcanico, innescato non per motivi umanitari (la pretesa difesa della popolazione del Kosovo) ma per sostenere i propri interessi imperialistici nell'area.

Rispetto all'altro settore del corteo, formato da Centro ligure di documentazione per la pace, Rifondazione Comunista, Comunità di S. Benedetto al porto e da altri gruppi pacifisti, cattolici ed ecologisti, lo spezzone internazionalista si è caratterizzato per il rifiuto di un pacifismo generico e parolaio, fatto di improbabili richiami alla Costituzione, di appelli all'ONU, di richieste di conferenze internazionali di pace, ribadendo che solo una forte mobilitazione popolare è in grado di inceppare la macchina bellica, che solo una dura opposizione del proletariato internazionale, in Italia come in Russia, negli USA come in Jugoslavia può fermare questo conflitto.

In città, intanto, sono previste altre iniziative contro la guerra. I soggetti politici e sindacali che hanno dato vita allo spezzone internazionalista, pur partecipandovi con spirito unitario, non rinunceranno a portarvi i propri contenuti ed hanno già annunciato che, parallelamente, elaboreranno un proprio scadenziario per l'intensificazione della lotta.

Fabrizio Acanfora

Jesi: iniziative contro la guerra

"Kosovo. L'Italia e l'EURO - guerra. D'Alema e la sinistra di governo vanno in guerra dimostrandosi più servili allla NATO e agli USA della vecchia D.C.; dimostrando che pacifismo, diplomazia ONU e dettami costituzionali sono per loro come la lotta alla disoccupazione: chiacchiere per tenersi strette le poltrone del potere. L'ipocrita umanitarismo occidentale si mobilita per il Kosovo, ma non per il Kurdistan.

I nazionalismi fomentati dall'Occidente per disgregare ieri la ex Jugoslavia, e colonizzare oggi i Balcani rischiano di incendiare tutta la regione con una guerra senza fine. L'unico modo per porre fine al carnaio umano della guerra, ed essere solidali con le vittime dei bombardamenti, degli embarghi, degli esodi, è quello di far tacere le armi, di dire basta con la politica estera fatta in punta di baionetta, basta con la NATO e l'Italia gendarme del Mediterraneo. (Federazione Anarchica Italiana - sez. "M. Bakunin" di Jesi, sez. "F. Ferrer" di Chiaravalle)". Quello che precede è il testo del volantino distribuito sabato scorso (il 27 marzo) dai compagni anarchici di Jesi, mentre alcuni compagni sorreggevano uno striscione con su scritto "No alla guerra" con A cerchiata come firma. Dopo il volantinaggio lo striscione è stato affisso abusivamente nella bacheca comunale riservata ai partiti dei gruppi consigliari. Vi è rimasto fino a lunedì. I compagni in Ancona, come USI e come gruppo anarchico "Malatesta" hanno partecipato nella stessa giornata di sabato 27 ad un presidio organizzato dal PRK. Molto apprezzato l'intervento a microfono aperto di Careri.

G. C.

Livorno: manifestazione contro la guerra

Circa 300 persone hanno partecipato alla manifestazione contro la guerra svoltasi sabato 27 marzo a Livorno. La manifestazione era stata decisa durante una riunione svoltasi mercoledì 24 con la partecipazione di Rifondazione e della FAI. Leggendo però i giornali ci siamo accorti che la nostra presenza a quella riunione era stata considerata solo "virtuale" dai dirigenti di Rifondazione che hanno badato bene a far sapere ai giornali che la manifestazione l'avevano organizzata da soli. Bah. Stranezze della politica. A parte tutto ciò la manifestazione è andata bene e il corteo è sfilato nell'affollato centro cittadino urlando la propria rabbia contro la guerra e contro un governo delle sinistre che continua, in tutto e per tutto, a comportarsi come i governi delle destre. Dietro lo striscione e le bandiere rosso nere degli anarchici si sono raggruppate un centinaio di persone, compagni e simpatizzanti giovani e meno giovani ma anche cittadini che si sono aggregati al corteo lungo il percorso. La FAI, il Collettivo "Zero in Condotta" e la redazione di "Comunismo Libertario" hanno diffuso un volantino (in mattinata distribuito anche nelle scuole) che ribadiva i veri motivi della guerra e dell'opposizione internazionalista degli anarchici. Un volantino è stato diffuso anche dall'Unicobas, dal collettivo "Controcorrente", dalle RSU Siemens e dall'Associazione per la pace. La manifestazione si è conclusa in piazza Municipio con alcuni brevi interventi delle RSU Siemens, della FAI e di Rifondazione.

Qualche parola sugli echi sui media. Dopo alcuni mesi di totale Black out, sulla cronaca locale del Tirreno si è potuta leggere che alla "manifestazione hanno partecipato anche gli anarchici". Il solo fatto che questa parola sia tornata sulle colonne dell'organo ufficiale dei DS livornesi è un avvenimento. E' andata peggio sulla Nazione, organo locale del Polo, che nel suo striminzito articolo di cronaca (28 righe in tutto) ci ha rozzamente ignorati. Per fortuna a fare giustizia ci sono state le immagini della televisione locale (Telegranducato) che ha onestamente descritto la manifestazione per come effettivamente si è svolta.

L'incaricato

Reggio Emilia: manifestazione antimilitarista

Nel tardo pomeriggio di sabato 27, quasi mille persone si sono radunate in piazza Prampolini, rispondendo all'appello del CSA Aquarius, della F.A. di Reggio Emilia, del PRC, di MAG 6, dei Beati Costruttori di Pace e del Collettivo Nonviolento Uomo-Ambiente, per fermare i massacri della NATO in Serbia e quelli di Milosevich in Kosovo.

Nelle intenzioni di alcuni degli organizzatori, si doveva trattare di un semplice sit-in con fiaccolata, ma la massiccia affluenza ha fatto sì che, dietro la spinta iniziale di alcuni compagni, si improvvisasse un corteo che ha attraversato, scandendo slogan contro il governo e contro la NATO, la tradizionale "vasca" del sabato pomeriggio.

Per far fronte dalla situazione di emergenza creata dalla guerra, il Coordinamento Provinciale Antimilitarista (Aquarius, FAI, USI, Resistenza Verde, Collettivo nonviolento) ha ha fatto un'assemblea cittadina lunedì 29, in cui si e impegnato ad appoggiare le iniziative nazionali quali la manifestazione del 3 aprile alla base di Aviano, lo sciopero generale antimilitarista del 14 aprile, ed ha indetto per venerdì 2 aprile un presidio dalle 17 alle 20 in piazza Prampolini.

FARED

Gioia del Colle: manifestazione

Sabato pomeriggio appena arrivati a Gioia (con due pulman di Rifondazione) si è notata immediatamente la grande adesione dello Stato, in assetto di guerra, alla manifestazione pacifica.

Al concentramento non eravamo in tanti e pure sparpagliati ma è stato solo un attimo di sconforto, poi le cose son cambiate, in 3000 siamo arrivati alla base NATO mentre sulle nostre teste rombavano i caccia: era cominciata la "fase due". I compagni di Monopoli hanno chiesto aiuto per il presidio da loro organizzato contro la postazione antiaerea e missilistica messa in piedi dallo Stato per le sue missioni umanitarie di morte.

Uno dei 3000

Bologna: iniziative contro la guerra

A Bologna giovedì 25 si è tenuto un presidio cui sono intervenute circa trecento persone. Mercoledì 31 è stata fissata un'assemblea cittadina contro la guerra per le 21 alla Sala dei Notai in piazza Maggiore.

Red Bo

Unione sindacale italiana: sciopero generale contro la guerra

L'USI ha proclamato lo sciopero generale contro la guerra per mercoledì 14 aprile e scrive tra l'altro nel suo comunicato: "L'Unione Sindacale Italiana, storico riferimento antimilitarista, intende chiamare alla mobilitazione tutte le forze sociali e culturali che ancora si richiamano ai valori della solidarietà, del rispetto della dignità umana dell'antimilitarismo e dell'anticapitalismo (...). Contro ogni militarismo, per l'autogestione sociale e per il comunismo libertario."

R. N.

Carrara

A Carrara è stato esposto uno striscione sai locali del Germinal che si aprono sulla centralissima piazza Matteotti recante la scritta: "Per fermare il massacro, sciopero generale".

I Cobas del Marmo hanno indetto uno sciopero di 8 ore in tutti i bacini marmiferi "Contro la barbarie della guerra! Contro i falsi umanitarismi a suon di bombe! I Cobas del Marmo antimilitarista condanna senza appello ogni iniziativa di guerra posta in essere nel pianeta." "Scioperare contro la guerra e contro tutte le guerre per i diritti della gente del mondo, affinché si riapra nel movimento operaio e nelle classi deboli della società, una coscienza pacifista e di solidarietà"

R. N.



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