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Da "Umanità Nova" n.13 del 18 aprile 1999
Aviano 3 aprile
Corrispondenza dal fronte
Ad Aviano non piovono bombe, non suonano le sirene che annunciano l'ennesimo
attacco aereo della NATO, la popolazione non fugge in massa per evitare i
missili o la pulizia etnica. Ma il semplice fatto che da qui partano la maggior
parte degli aerei con il loro micidiale carico di missili, fa si che questa
cittadina della pedemontana pordenonese sia una parte del fronte di guerra. Il
rombo assordante ed incessante degli aerei qui non fa fuggire la gente anzi
funge da potente calamita di miserie e pochezza intellettuale nei confronti
delle migliaia di persone che vengono ad Aviano per assistere al grandioso
spettacolo della guerra in diretta noi li chiamiamo i milituristi; assiepati
dinanzi alla pista di decollo inalando i gas di scarico degli aerei, possono
sentirsi per qualche ora protagonisti di questo evento imperdibile, potranno
raccontare anche loro di aver visto il famigerato e costosissimo Stealth, lo
potranno raccontare ai loro nipoti (i figli già li portano lì) se
prima non moriranno di cancro con tutti i gas di scarico che si respirano. E'
una vergognosa e triste visione per chi arriva la prima volta ad Aviano ma
è una tragica fotografia della realtà.
In questo clima surreale (ma dovremmo dire tragicamente reale), e reso ancora
più pesante dalla stampa locale e nazionale ci siamo trovati ancora una
volta a manifestare contro la Base di Aviano, ma soprattutto contro la guerra
in corso nella vicina Jugoslavia ed i nazionalismi che in massima parte ne
sono la causa.
La settimana precedente la manifestazione è stata segnata da un clima di
tensione orchestrato ad arte da polizia e media non solo locali. L'iniziativa
è stata organizzata dal locale Comitato Unitario Contro Aviano 2000, ma
è stata sempre presentata - le rare volte che ne hanno parlato, compreso
un noto quotidiano di una certa sinistra - come una manifestazione dei Centri
Sociali (proprio quei teppisti che ogni volta si mettono a fare a botte con i
bravi tutori dell'ordine e che imbrattano i muri con gli spray). La polizia ha,
ovviamente, svolto la sua parte imponendo all'ultimo momento un percorso
diverso da quello stabilito e cambiando il punto di ritrovo dei manifestanti
hanno creato non pochi problemi agli organizzatori. Perfino un "attentato", la
notte precedente la manifestazione, ed a cui la stampa ha dato notevole
risalto, ha contribuito al clima di artificiosa tensione creato apposta per
allontanare la gente. Per la cronaca è stata incendiata l'auto di una
impiegata americana della base (chissà di chi era la mano che ha acceso
il fiammifero).
Per fortuna, nonostante tutto e nonostante l'enorme spiegamento di polizia
(Celere di Padova e Carabinieri antisommossa della Brigata Gorizia) oltre un
migliaio di persone si sono ritrovate ad Aviano per manifestare contro
l'intervento militare in Serbia e contro i massacri dell'esercito e dei gruppi
paramilitari serbi in Kosovo.
Massiccia l'adesione e la partecipazione dei gruppi Anarchici, federati e non,
provenienti da tutte le regioni del nord e centro Italia. Il corteo, che si
è svolto dal centro di Aviano fino ai cancelli della base USAF, è
stato caratterizzato, oltre alla grande presenza anarchica, dalla
partecipazione anche di gente comune, non impegnata in nessun movimento in
particolare ma che sentono la necessità di esprimersi contro la guerra.
Numerosi gli slogan contro la NATO e contro Milosevic e numerose le bandiere
rosse e nere che si mescolavano a quelle di pacifisti ed altre ancora. Da
segnalare la positiva totale assenza di bandiere di partiti ma soprattutto di
quelle nazionaliste jugoslave (sempre presenti nelle manifestazioni di un certa
sinistra - addirittura nell'ultima manifestazione di rifondazione comunista
c'erano bandiere cetniche) a testimonianza della spontaneità dei
manifestanti. Il tutto si è svolto regolarmente e la manifestazione si
è conclusa davanti ai cancelli della base con un comizio di alcuni
rappresentanti del CUCA 2000, di libertariI e di altre individualità e
con un concerto di un gruppo locale.
Roberto del Comitato Unitario Contro Aviano 2000
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