unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.13 del 18 aprile 1999

La Marina si riarma
1500 miliardi per una nuova ammiraglia

La guerra elettronica, le nuove strategie militari, i nuovi sistemi di comando e controllo bellico impongono di stare al passo con i tempi. E la Marina militare nazionale si adegua subito ai nuovi ordini internazionali: 1500 miliardi subito per dare il via alla costruzione della nuova ammiraglia, altri duemila miliardi per mandare avanti la costruzione, presso i cantieri di Muggiano, di due sommergibili ed il varo di quattro pattugliatori porta - elicotteri nei cantieri navali di Riva Trigoso. Il nuovo modello di difesa sta anche mettendo sul piatto militarista il progetto della fregata europea Orizzonte: 17 miliardi da spendere per portare avanti l'integrazione dei sistemi militari navali di Francia, Italia e Gran Bretagna (sei navi da oltre 770 miliardi l'una da costruire in Italia, 12 in Gran Bretagna e 4 in Francia). Il progetto Orizzonte è però frenato da una forte lobby inglese che punta tutto sul rafforzamento dell'alleanza con gli Stati Uniti.

L'industria internazionale del massacro si sta innovando e ricomincia ad andare a gonfie vele. Le operazioni di peace keeping, di electronic warfare, di pacificazione armata sotto l'egida di mandati internazionali realizzati e voluti di volta in volta creano continuamente occasioni per provare nuove armi e per ridare lustro e fiato all'industria bellica internazionale.

L'industria del massacro nostrana spinge quindi per riguadagnare le posizioni perse nella classifica dei produttori armieri e punta sul "ruolo crescente svolto dalle navi italiane sullo scacchiere internazionale". Nuove navi, nuovi sommergibili, nuovi sistemi elettronici di difesa e offesa nuovi mezzi da sbarco a cuscino d'aria tutto insomma per essere pronti a pattugliare il Mediterraneo e per "pacificare" con le armi in pugno i vari teatri di guerra che oramai quotidianamente si aprono anche nel vecchio continente.

Il bilancio della Marina italiana del 1998 vedeva una spesa di 4367 miliardi di lire che sicuramente saranno notevolmente aumentati nel 1999.

Il complesso militare nostrano riavvia i motori e si prepara ad entrare da protagonista nello scacchiere militare del duemila. Commesse militari, investimenti pluriennali, sviluppo di nuovi programmi "difensivi", warfare elettronico il tutto condito dalle assicurazioni pacifiche del governo di sinistra e dalle benedizioni "pacifiste" dei vescovi di turno.

L'orizzonte militarista si amplia in continuazione, si aggiorna, si prepara per varcare il nuovo secolo, si assicura il proprio futuro.

L'orizzonte pacifista ed antimilitarista invece segna il passo.

Meglio. Il vecchio pacifismo, ieri sponsorizzato dalla sinistra istituzionale, oggi oramai è totalmente scomparso.

Peggio. "Le basi NATO non si toccano. Il vero problema non è toccare quelle basi , ma ridefinire ruolo e modalità di funzionamento ". Così D'Alema ha apostrofato i rigurgiti pacifisti che ultimamente si sono fatti sentire dopo lo schiaffo, dato dalla sentenza a stelle e strisce, sulla tragedia del Cermis.

Pacifisti di comodo ieri: militaristi di fatto oggi. E che militaristi! Stanziamenti, soldi a palate, rincorsa ai nuovi armamenti, fra poco esercito professionale e subito macchina militare pronta a "governare" i conflitti interni al Mediterraneo.

La sinistra istituzionale ieri internazionalista, oggi si scopre nazionalista, etnica, rigidamente ancorata al nuovo contesto sociale che vede e vuole la sudditanza completa al neoliberismo di marca statunitense.

Il sonno della ragione continua ed istinti atavici, voce del sangue, miti obsoleti, fanno quotidianamente ripiombare l'umanità intera nel baratro del nazionalismo che, nel nostro secolo, è sempre stato l'anticamera del totalitarismo.

Il riarmo e la ristrutturazione di macchine belliche sono solamente la parte visibile di un mondo sempre più autoritario, pronto al massacro, obbediente ai dettami del gendarme americano.

Ieri moltissimi uomini liberi affermavano "signorNO" rompendo di fatto le fila dei vari eserciti, dei molti autoritarismi; oggi il complesso militare industriale mondiale sembra forte e coeso ma ha sempre bisogno dell'assenso umano.

Far chiarezza, demistificare i falsi miti militareschi, mostrare la vera natura del riarmo e della guerra, mettere alla berlina i falsi pacifisti di ieri oggi riarmisti, impedire la ricreazione continua di carne da cannone, di confini statuali virtuali che fanno scannare ignoranti contro poveri cristi, morti di fame contro contadini e proletari.

Ancora una volta è indispensabile dire "signorNO".

F. Magni



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org