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Da "Umanità Nova" n.13 del 18 aprile 1999

La guerra di Bossi

Non è passato molto tempo, neppure due anni, da quando il segretario della Lega Nord di Aviano, Danilo Narduzzi, e il sindaco leghista di Pordenone, Alfredo Pasini, chiesero al comandante della base NATO che sugli F-16 dell'USAF venisse dipinto il "sole delle Alpi", simbolo della Padania; per cui la recente scelta di campo antiamericana compiuta dalla Lega Nord ha fatto intravedere a molti un suo spostamento "a sinistra", al punto che alcuni settori marxisti-leninisti hanno partecipato ad iniziative contro la guerra a fianco delle "camicie verdi".

In realtà questa mobilitazione leghista conferma invece esattamente il contrario, ossia il progressivo avvicinamento leghista a posizioni teoriche e a formazioni filonaziste, in sintonia sia con l'estrema destra europea che comprende il Front National di Le Pen in Francia e i "liberalnazionali" dell' F.P.O. di Haider in Austria, sia con i nazionalisti russi di Zhirinovskij già legati a filo doppio con il nazionalismo serbo.

La conferma viene dall'analogo schieramento antiamericano del MSI-Fiamma Tricolore, di Forza Nuova e del Fronte Nazionale, ossia di quei gruppi neonazisti che negli ultimi mesi hanno pienamente aderito al Referendum contro gli immigrati lanciato dal partito di Bossi, partecipando fianco a fianco alla raccolta di firme e a cortei razzisti come successo a Verona e a Padova. In quest'ultima città poi, dopo aver insieme aggredito e insultato degli extracomunitari, c'è stato una sorta di gemellaggio tra i nazi di Forza Nuova e la Guardia Nazionale Padana di Mario Borghezio che - è bene ricordarlo- prima di scoprire la Padania è stato un attivista di Ordine Nuovo.

Riguardo questa sempre più evidente deriva che vede, non a caso, proprio il suddetto individuo tra i più entusiasti sostenitori, sembra che all'interno della Lega qualcuno cominci a fare qualche obiezione, magari ricordando quel "Con i fascisti mai" urlato da Bossi in un congresso di pochi anni fa, ma ormai la nuova collocazione politica scelta dal "Capo" per far uscire la Lega dalla crisi appare delineata e vede proprio, assieme al razzismo e al tradizionalismo cattolico (vedi la campagna contro il diritto di aborto), l'antiamericanismo uno dei suoi punti qualificanti.

Qualcuno, davanti a tale inquietante connubio, si è meravigliato su come dei fascisti feticisticamente attaccati al tricolore possano convivere con dei Padani o dei Venetisti, nemici giurati dell'Italia; ma in realtà la cosa è del tutto spiegabile se si tiene conto che in questo caso più che di fascisti si tratta di formazioni (MSI-Fiamma Tricolore, Forza Nuova, Fronte Nazionale) appartenenti ad una destra radicale che si ispira più ad Hitler che a Mussolini. Infatti, nella visione nazista della strenua lotta contro il "mondialismo" fatta propria in Italia da Freda e dai suoi seguaci, il "baluardo" da difendere non è più la singola nazione, ma l'intera civiltà europea minacciata sul piano razziale dai crescenti flussi migratori, corrotta nello spirito dal consumismo americano e politicamente vittima dell'invariato complotto giudaico; per cui in tale battaglia le diverse identità nazionali (italiana, serba, padana, veneta...) perdono di importanza se sono schierate sullo stesso fronte europeo, proprio come accadde durante la Seconda Guerra Mondiale nelle famigerate Waffen SS composte da divisioni di volontari appartenenti a nazionalità diverse.

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