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Da "Umanità Nova" n.13 del 18 aprile 1999

Cronache fiorentine
Ottant'anni fa l'U.C.A.I. - Unione Comunista Anarchica Italiana

Il "Convegno degli anarchici italiani" - costitutivo dell'Unione Comunista Anarchica Italiana - si tiene a Firenze nei giorni dal 12 al 14 aprile 1919 nei locali della Camera del Lavoro al civico 35 di C.so Tintori. Aderiscono 145 gruppi e Federazioni (provenienti da tutte le regioni d'Italia) di cui 94 presenti direttamente con propri delegati. Hanno accolto l'invito anche le redazioni de "Il Libertario", "l'Avvenire Anarchico", "Iconoclasta!" di Pistoia, "Volontà", "La Valanga" di Roma. Un grande drappo nero con la scritta "Né dio né padroni" appeso al portone della Camera del lavoro viene subito sequestrato dalla forza pubblica, prima che iniziano i lavori del convegno.

La seduta del primo giorno si inaugura, dopo le formalità di rito, con la decisione di non ammettere la stampa borghese. Si riserva però uno "speciale trattamento" per il giornale "Avanti!". Prima di passare alla discussione sono ricordati i caduti della guerra e sul lavoro, i martiri della rivoluzione russa, tedesca e ungherese; si auspica il ritorno di Malatesta in Italia e "la liberazione di quanti languono nelle galere, o altrove, non restituiti da grazia sovrana, ma dalla cosciente ed energica volontà dei lavoratori". Temistocle Monticelli, in qualità di segretario del Comitato d'azione internazionalista, espone la relazione "morale e finanziaria" di quest'organismo, costituitosi in un convegno clandestino a Ravenna nel 1916 con il compito di rappresentare il movimento a livello nazionale in particolare sulle questioni della guerra e dell'Internazionale. Il Comitato, nonostante la maggior parte dei suoi componenti avesse subito detenzione e confino, era riuscito a funzionare anche negli anni difficili della guerra, fino a promuovere questo convegno nazionale. Approvata la relazione Monticelli si passa a discutere il prossimo punto all'ordine del giorno, ossia della costituzione di un'organizzazione nazionale. Il dibattito è "appassionato e vivace" e vi si misurano due istinte posizioni: una "centralista" sostenuta soprattutto dai sindacalisti, l'altra, destinata a prevalere, per una struttura basata essenzialmentesui gruppi. Trovandosi comunque tutti concordi nella proposta di costituire l'Unione, questa viene deliberata già nella seduta pomeridiana del primo giorno, rimandando all'indomani la discussione sul funzionamento e sugli organi esecutivi. Per l'esattezza la mozione approvata parla di "riattivare l'Unione Anarchica Internazionale" costituendone la sezione italiana". Nella stessa serata del 12 aprile i convegnisti sono intrattenuti da Pasquale Binazzi, Giovanni Forbicini, Vasco Vezzana e ancora Monticelli con una conferenza sul tema avvincente: gli anarchici e il momento attuale.

Nel secondo giorno si delibera sul funzionamento e sugli organi dell'Unione. Si "raccomanda" il contributo minimo individuale mensile di mezza lira. Nella mozione approvata si sottolinea che "gli individui, i gruppi, i fasci, le unioni e le federazioni provinciali e regionali restano autonomi", risultando così esclusa ogni ipotesi centralista. Come organi decisionali dell'Unione si individuano i gruppi e i congressi mentre si costituisce un Comitato coordinatore (detto Consiglio generale) con al proprio interno una Commissione di Corrispondenza con funzioni di segreteria tecnica. Il Consiglio generale, composto da elementi di differenti località d'Italia, ha la facoltà di riunirsi in casi eccezionali mentre, per la gestione ordinaria, è previsto il solo funzionamento della CdC in accordo con il gruppo locale. Dell'ufficio di corrispondenza, rinnovabile ad ogni Congresso, sono chiamati a far parte cinque militanti dell'Unione Anarchica Anconetana. Compongono invece il Consiglio generale: Torquato Gobbi di Reggio Emilia, Domenico Aratari di Firenze, Temistocle Monticelli e Giovanni Forbicini di Roma, Maurizio Garino di Torino, Vasco Vezzana di Vicenza, Egidio Facciadio di Pisa, Giuseppe Imondi di Napoli, Ettore Molinari ed Emilio Spinaci di Milano, Giovanni Moretti di Livorno e Cesare Stazi di Ancona.

Definita la struttura dell'organizzazione nazionale, sulle linee di tendenza del comunismo anarchico, si passa a trattare, nella seduta pomeridiana del 13, il terzo punto all'ordine del giorno riguardante l'organizzazione operaia. Il relatore Armando Borghi propone un accordo tra la neocostituita U.C.A.I. e l'Unione Sindacale Italiana. Il Convegno respinge la proposta pesando sui presenti, con tutta probabilità, l'esperienza giudicata negativa (ed aspramente criticata) della subordinazione della C.G.d L. (Confederazione Generale del Lavoro, NdR) al PSI e militando, alcuni anarchici, anche nella Confederazione riformista.

All'U.S.I., "in quanto continui a mantenersi sul terreno antistatale, antiaccentratore e rivoluzionario", è accordata una semplice preferenza, anticipando quelle che sarebbero state le posizioni malatestiane del 1920.

Al momento di iniziare la seduta del 14 aprile, ultimo giorno del convegno fiorentino, giungono ad infiammare ulteriormente gli animi notizie di provocazioni fasciste a Milano contro militanti dell'USI; solo il giorno dopo sarebbe andata distrutta la sede milanese dell'"Avanti!". I convegnisti inviano telegrammi di solidarietà.

La discussione sul punto all'ordine del giorno riguardante la stampa si rivela non priva di aspri contrasti. Ciò anche a causa della molteplicità delle esperienze editoriali messe in opera fino a quel momento. Tre le proposte presentate: fondare un giornale organo dell'UCAI da affiancare agli altri fogli anarchici esistenti; far uscire un quotidiano (proposta dei milanesi); fondare un giornale unico sopprimendo tutti gli altri. Il dibattito raggiunge l'epilogo nella seduta pomeridiana del 14, ponendo le basi per una collaborazione, anche su posizioni distinte, fra tutte le forze anarchiche. Sarà questo il passaggio necessario per l'uscita, 10 mesi dopo e previo il reperimento dei necessari mezzi finanziari, del quotidiano "Umanità Nova".

Esauriti tutti i punti all'OdG e passando alle "varie" si vota una mozione contro il permanente atteggiamento parlamentarista del PSI: Si decide inoltre di inviare un rappresentante all'imminente congresso convocato dai Soviet di Mosca "per la costituzione della III internazionale rivoluzionaria".

"A Firenze - scrive Luigi Fabbri all'indomani del convegno - abbiamo constatato una verità che ci esalta... Abbiamo rivisto con piacere tanti dei più vecchi compagni, ancora sulla breccia; ma con piacere più vivo abbiamo conosciuto moltissimi compagni nuovi e giovani venuti a noi in questi ultimi tempi. Nei loro occhi, nella loro voce, abbiamo visto e sentito che la nostra idea non muore...".

La nascita dell'UCAI coincide con le prime agitazioni contro il caroviveri e con l'inizio di quel periodo, culminato con l'occupazione delle fabbriche nel 1920, definito "biennio rosso". Per il movimento anarchico sta così per presentarsi l'opportunità di mettere alla prova i deliberati del convegno di Firenze: "un vero programma di assalto alla società borghese", secondo come li definisce Anna Kuliscioff.

Giorgio



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