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Da "Umanità Nova" n.14 del 25 aprile 1999

Lotte in tempo di guerra
Lo sciopero dei ferrovieri

Lo sciopero dei ferrovieri della settimana scorsa riveste un importante significato politico, sia perché rappresenta il più importante momento di lotta di una categoria da quando è iniziata la guerra, sia perché getta una luce sinistra sui risvolti interni di una tragedia internazionale a cui il governo italiano e le forze che lo appoggiano, politiche e sindacali, danno un contributo fondamentale.

Dopo il passo falso del rinvio dello sciopero nei giorni immediatamente successivi al coinvolgimento dell'Italia nella guerra, le organizzazioni sindacali dei ferrovieri hanno ritenuto opportuno dare un segnale di lotta contro l'ennesimo piano di ristrutturazione delle Ferrovie. Ancora una volta si cerca di scaricare sui lavoratori i costi del fallimento e delle truffe compiute dai dirigenti politici e amministrativi delle Ferrovie.

L'atteggiamento del Governo e delle forze che lo sostengono è stato chiaro: mettere a tacere i lavoratori, proponendo tavoli di trattativa inconcludenti e invocando l'emergenza provocata dalla guerra. Le forze che sostengono D'Alema e la sua banda si sono distinte per gli atteggiamenti forcaioli nei confronti dei lavoratori, CGIL in testa, che hanno chiesto, anziché la sospensione del Piano, la precettazione dei lavoratori.

Per ora i lavoratori sono riusciti a condurre a termine, e con successo, la loro iniziativa di lotta, ma i loro avversari puntano apertamente a creare un clima che renda estremamente difficili nuove iniziative, anche di altre categorie, usando il ricatto della guerra voluta dal Governo e dagli USA.

Un'organizzazione sindacale che ponga al centro della propria azione la difesa dei diritti e dei bisogni dei lavoratori, come in questi anni hanno cercato di fare la i sindacati di base, non può rimanere indifferente di fronte a scelte che si ripercuoteranno sulle condizioni di tutto il movimento operaio. I sindacati di Stato, invece, anziché difendere i lavoratori, difendono la politica del Governo!

La proposta di sciopero generale per la cessazione immediata e incondizionata dei bombardamenti e delle azioni aggressive comunque mascherate da parte del Governo italiano, lanciata fra gli altri dalla FAI al recente convegno di Jesi, assume in questo clima particolare rilevanza come sostegno a tutte le vertenze aperte.

Tiziano Antonelli



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