![]() Da "Umanità Nova" n.15 del 2 maggio 1999 Reverendum. Scherzi da preteChe dire della "beffa del secolo" come l'ha definita il fascista Fini, presidente del partito "Alleanza Nazionale". Volendo essere pietosi si potrebbe passare, il tutto, sotto silenzio. Soprattutto per un giornale come Umanità Nova che ha cose ben più importanti da commentare nelle sue povere 8 pagine settimanali.Eppure la tentazione dello sberleffo qualche riga la merita. Il sistema politico istituzionale già ampiamente delegittimato, sputtanato, in crisi, ha avuto con il referendum (reverendum non é un refuso ma allude alle posizioni ecclesiastiche sulla vicenda) che voleva abolire la residua quota proporzionale dalla legge elettorale, l'ultimo e per certi versi più sonoro pernacchio dagli elettori italiani. Il fatto che come numero di partiti il fronte del no e dell'astensionismo fosse nutritissimo non salva la classe politica dai dati e dal significato del voto e del non voto. La pratica astensionista, alla quale ci siamo sempre richiamati quale denuncia dell'irriformabilità del sistema, finora demonizzata é considerata legittima e strumento di espressione della volontà politica popolare da Cossutta, Bertinotti, Marini, Berlusconi, Maroni, Boselli e compagnia cantante. I signori in questione potranno così agevolmente rifare i loro conti e accorgersi che il PRC non ha il 6% dei suffragi popolari ma il 4,2% (ad essere generosi), che il PdCI non avrebbe l'1,5% dei sondaggi che gli opinion maker gli assegnano ma, bene che gli vada lo 0,9%, che il PPI passerebbe dal 10% al 7%, che Forza (Sozza si legge su molti muri) Italia anziché godere del 22% dei consensi si attesterebbe ad un più realistico 16%. Ciò varrebbe, ovviamente, anche per gli sconfitti che al di là delle controfigure assegnate a Di Pietro e Segni sono in realtà D'Alema, Veltroni, Prodi e Fini. D'altra parte abbiamo già scritto su questo giornale come il parlamento al completo rappresenti meno del 70% del corpo elettorale ed il governo governi, quando gli va bene con un 35% del consenso rappresentato e delegato. Leggi della democrazia, sia quella teorica che, soprattutto, di quella reale. Una consistente minoranza può, secondo la legge del potere, governare in piena legalità. Che dire poi delle capriole politiche dei leader che una posposizione in bolognese tradurrebbe letteralmente ladri. Il Governo D'Alema va in minoranza in parlamento sulla guerra? Niente paura, soccorso NATO da parte di Fini, Casini e Berlusconi. Costo sociale, economico e politico dell'operazione referendum? Altissimo. 1.000 miliardi, in gran parte a foraggiare le casse dei partiti e dei comitati elettorali (sotto forma di rimborsi spese). Mentre per il contratto della scuola (già firmato) o per il contratto dei metalmeccanici (ancora da firmare) poche centinaia di miliardi (poche decine di migliaia di lire a testa) tengono fermi i rinnovi contrattuali. Ma come per la guerra parlamento o non parlamento la politica di aggressione, imperialismo e distruzione va avanti, per la politica di casa, referendum o non referendum la tendenza autoritaria all'unità del comando non si arresta. W. S.
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