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Da "Umanità Nova" n.16 del 9 maggio 1999

Conflitto nei Balcani
Chi ha ucciso l'ONU?

Come mai le Nazioni Unite, pur svincolate dalla paralisi dell'epoca del bipolarismo, sono inerti e inetti in occasione dell'attacco Nato contro la Jugoslavia per ragioni umanitarie? Una delle poste in palio della guerra è forse l'assassinio dell'ONU e il ritorno a una sorta di guerra fredda con l'esautoramento di ogni ipotetico scenario di fare dell'ONU l'embrione del futuro governo mondiale sovranazionale su base democratica (uno stato un voto, senza poteri speciali dati dal diritto di veto)?

In questa vicenda, il Consiglio di Sicurezza è intervenuto lo scorso settembre per stigmatizzare la repressione serba in Kossovo, intimando al governo di tutelare i diritti umani degli albanesi alla stregue di qualunque altra minoranza nazionale (anche se in Kosovo gli albanesi sono, meglio erano, maggioranza numerica) e prospettando il ricorso al VII capitolo della Carta dell'ONU se Milosevic non si fosse astenuto dal proseguire gli eccidi e le vessazioni.

Il Cap. VII della Carta dell'ONU prevede che il CdS, una volta espletato ogni tentativo di fare adempiere una data risoluzione a uno stato membro per vie diplomatiche, può emettere una Risoluzione formale e unanime che dia mandato ad un corpo militare sotto egida ONU o dietro delega operativa a una coalizione di eserciti statuali (obiettivi determinati dalla Risoluzione ma con piena autonomia militare) di ristabilire la condizione anteriore alle violazioni condannate. È la norma che ha consentito l'intervento nel Golfo nel 1991 per ripristinare la sovranità del Kuwait invaso e annesso all'Iraq. Non è affatto compito della carta ONU, e tanto meno degli strumenti previsti nel Cap. VII, operare soluzioni politiche e diplomatiche attraverso l'uso legittimo della violenza armata, né esautorare governi, né minare sovranità statuali. Solo tutelare i diritti umani dappertutto, ripristinare confini violati, instaurare Tribunali penali internazionali per processare criminali di guerra ecc.

Nel caso della guerra in atto, la Nato si autolegittima dietro l'ammonimento implicito contenuto in quella Risoluzione dello scorso settembre, sebbene non esista alcuna Risoluzione esplicita giacché su tale questione il CdS è spaccato, con Russia e Cina solitamente contrari allo scavalcamento ONU (unico forum mondiale in cui contano politicamente qualcosa avendo il diritto di veto), e risoluzioni sul Cap. VII della Carta ONU possono essere prese solo all'unanimità.

Del resto, l'ONU è morto lo scorso dicembre, quando i bombardamenti angloamericani sull'Iraq sono stati lanciati in spregio alle deliberazioni e alle raccomandazioni dell'ONU, sia CdS che Assemblea Generale, e per di più quell'aggressione non ha avuto alcun esito politico visibile agli occhi del mondo.

Gli Usa, inoltre, non hanno sottoscritto lo statuto del tribunale Penale Internazionale varato dai plenipotenziari delle Nazioni Unite lo scorso luglio a Roma, in quanto tra l'altro una delle tipologie di reato considerato suscettibile di azione penale nei confronti dei responsabili politici e militari è proprio il crimine di aggressione, tipologia non meglio qualificata e la cui definizione sarà oggetto di una apposita Conferenza dell'ONU. Ad ogni buon conto, gli Usa hanno votato contro e non intendono quindi per il momento ratificare lo statuto, sperando che esso non raggiunga il consenso di almeno sessanta governi al mondo prima di poter decollare.

D'altro canto, nemmeno gli accordi del trattato istitutivo della Nato prevedevano un attacco militare senza che un paese membro dell'alleanza non fosse stato aggredito. Il diritto internazionale, infine, prevede la guerra sia pure come deprecabile evento nella sfera delle relazioni possibili tra stati sovrani, ma cerca di disciplinarla con procedure di notifica e norme di condotta che vietano l'aggressione stile Pearl Harbour. E nessuno degli stati membri della Nato ha dichiarato guerra alla Jugoslavia, ossia alla Serbia e al Montenegro, pure bombardato nonostante la sua leadership sia divergente da quella serba, pur se la federazione assegna a Belgrado la assoluta titolarità della politica estera e di difesa.

Certo, dopo l'implosione dell'Unione Sovietica, la Nato ha perso la propria ragione d'essere. Rivolta verso est, è intervenuta con raid in Bosnia e oggi in Serbia, che pure non hanno mai fatto parte dell'ex-Patto di Varsavia. Fra l'altro, solo eventuali piani di riorientamento verso Sud includerebbero i Balcani come area calda da cui guardarsi. Ma mai in funzione di attacco, se non modificando i termini del trattato di alleanza. Ma fin quando essi sono gli stessi da cinquant'anni, restano vigenti e andrebbero rispettati.

Eppure sono calpestati disinvoltamente. Così come è stato assassinato l'ONU. Così come si è stracciato il Diritto internazionale. C'è da preoccuparsi che civiltà giuridiche quale quella europea si accodi così passivamente al delirio di dominio unipolare degli Usa, confermando paradossalmente il senso marxista della sovrastruttura formalistica del piano giuridico rispetto agli interessi politici ed economici del più forte. E oggi l'unica forza è quella della superpotenza statunitense, che non ha pari militari, ma sembrerebbe neanche pari politici, visto che i governi socialdemocratici europei dell'Alleanza le vanno dietro con consensi più o meni pronunciati, ma comunque in totale fedeltà - anche l'Italia, i cui dissensi nella maggioranza di governo, compensati dai consensi della minoranza di opposizione istituzionale, non sono tali da impedire l'uso delle basi americane in Italia come luoghi delle operazioni militari, al di qua di ogni ipocrisia sul coinvolgimento più o meno attivo delle forze armate già tricolori, in realtà sottomessi ai piani Nato.

Gli Usa non vogliono l'ONU, le negano i finanziamenti dovuti, hanno boicottato l'Unesco perché ha preso posizioni culturali per i sud del mondo, ha fatto fallire l'Unctc - una agenzia per l'analisi e lo studio scientifico delle imprese transnazionali - e adesso hanno assassinato le Nazioni Unite con la complicità dell'Italia, che pure ne ha ostacolato nel recente passato gli intenti di ridisegnare il CdS facendo inserire altri due alleati fedeli con diritto di veto (Giappone e Germania), mentre la nostra diplomazia ha manovrato con successo affinché si procedesse eventualmente ad un allargamento con maggiore democrazia, maggiore coinvolgimento dei paesi dell'Assemblea Generale, indebolendo quindi l'asimmetria del privilegio del veto.

Siamo di fronte a un omicidio politico, con responsabile, complici e movente chiari e palesi. Ma l'impunità è garantita perché il maggiordomo ha le chiavi di casa e non tollera indagini e processi...

Salvo Vaccaro



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