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Da "Umanità Nova" n.16 del 9 maggio 1999

Primo maggio
Polizia etnica a Torino?

Sembrava di vedere le immagini dei danni di un terremoto, come ce le presentano i telegiornali: questa era l'impressione che aveva chi entrava nel Centro sociale Askatasuna dopo la devastazione compiuta da celerini carabinieri e digos agli ordini del questore di Torino Nicola Izzo. Tutti i vetri delle finestre sistematicamente rotti, i mobili infranti, l'impianto di amplificazione distrutto, televisori fatti a pezzi. Il Centro di Documentazione, che raccoglieva una notevole quantità di opuscoli, libri e periodici, alcuni anche rari, completamente devastato, molti i giornali e libri strappati.

A Torino, da sempre laboratorio sociale per le strategie repressive, il ministero degli Interni ha cominciato la "pulizia etnica" verso chi non accetta supinamente la guerra, l'ingiustizia, lo sfruttamento.

Su quanto avvenuto pubblichiamo, oltre un articolo di commento a pagina la testimonianza di due compagni presenti ai fatti.

Red. To

Sono un compagno di Torino, il Primo Maggio sono stato protagonista, mio malgrado, di una situazione di violenza gratuita e ingiustificata da parte di Polizia e Carabinieri solo perché avevo deciso di partecipare a un pranzo nel Centro Sociale Askatasuna di Torino con mia moglie e mia figlia di 7 anni.

Alle ore 14 stavamo entrando nel centro quando all'improvviso siamo stati travolti da un'orda di polizia e carabinieri che massacravano chiunque si trovava a tiro.

Mia moglie e mia figlia sono state calpestate ma per fortuna sono riuscite a scappare, io mi sono attardato ad aiutare un ragazzo paraplegico e siamo stati tutti e due massacrati di botte.

Una ragazzina di 16 anni è stata pestata brutalmente, dopo che le hanno fatto togliere e calpestato gli occhiali; ha avuto una vertebra incrinata e 20 giorni di prognosi.

Hanno pestato brutalmente chiunque gli veniva a tiro; si accanivano come bestie in gruppo su una sola persona.

Nel centro c'erano alcuni bambini che giocavano nel parco, i più fortunati sono stati protetti dai genitori; un bambino di otto anni è stato ritrovato dopo 2 ore, in stato di shock, in un armadio a muro con la madre che inutilmente implorava i funzionari di polizia di permetterle di andarlo a cercare.

Hanno distrutto tutto quello che aveva un senso, divelto i termosifoni, tutti i sanitari, gli impianti della luce; sono entrati nelle camere e hanno raso al suolo tutto; sono scomparsi soldi e cellulari; hanno riempito i muri di scritte inneggianti al duce.

Ci hanno fermato in più di ottanta e portati in questura in un'unica stanza di pochi metri quadri; tra i fermati c'erano diversi feriti e minorenni; una bambina di otto anni con la sorellina di 13 e i genitori sono stati tenuti in stato di fermo per tre ore, alla bambina di tredici anni hanno richiesto il domicilio per la notifica, come a tutti i fermati, di un'eventuale denuncia per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale ( art. 337 ).

Dopo otto ore di fermo siamo stati rilasciati. (...)

Pasquale Trivisonne
Viazzo Paola



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