unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.16 del 9 maggio 1999

Inform@zione

Legge sulla parità scolastica in Emilia Romagna

Alla resa dei conti

Finalmente il consiglio regionale dell'Emilia Romagna ha dato i numeri della querelle che dura da mesi sul finanziamento surrettizio alle scuole private cattoliche. Come si ricorderà abbiamo ampiamente denunciato e documentato circa il fatto che oltre il 90% delle scuole private siano cattoliche e che il finanziamento in questione passi sotto il capitolo di spesa del "sostegno al diritto allo studio". Con sommo gaudio del cardinal Biffi, Errani (DS, neo presidente della regione) ha pubblicato la delibera che fissa per il 1999 un contributo da parte della regione di 2 milioni di lire per ogni studente iscritto alle scuole private di ogni ordine e grado. Moltiplicando per 17183 iscritti alle scuole cattoliche in Emilia Romagna si ottiene la bella cifra di 34 miliardi estorti ai contribuenti e posti sul soglio di S. Petronio a suggello del patto di potere per il governo della città e della regione. 34 miliardi che vanno oltre le stesse richieste della chiesa cattolica regionale che, come commentavano all'inizio dell'anno, aveva, per bocca del nunzio Fabiani (vescovo di Imola, delegato dalla Conferenza Episcopale Emiliano-Romagnola a rappresentare di fronte alle istituzioni il punto di vista della Chiesa) chiesto la ragguardevole cifra di 26 miliardi equivalenti a circa 1,5 milioni per alunno. E dire che a dicembre del 1998 da viale Aldo Moro (sede del consiglio regionale emiliano romagnolo) avevano risposto alle richieste del Fabiani con uno sdegnato commento "se vogliono decidere, i prelati, si facciano eleggere". Il fatto é che oggi chi si deve fare eleggere sono i pubblici amministratori del pubblico denaro e come in ogni consiglio di amministrazione che si rispetti, le golden share possono ben valere investimenti sulla propria società. A delinquere, per l'appunto.

redb

Como: la polizia protegge i fascisti

Mercoledì 28 aprile u.s. a Como, nella centralissima cattedrale del Duomo, si è svolta una messa di suffragio per il Duce preceduta da violenti scontri fra giovani antifascisti e Polizia. Secondo noi il problema non esisteva, e non esiste tuttora, per la celebrazione della messa in sé; essendo tanto antifascisti quanto anticlericali consideriamo "normale" l'accordo tra i reduci di Salò, i militanti della Fiamma, i fascisti vari e la chiesa cattolica locale, oltre a tutto comandata da un vescovo tutt'altro che illuminato che già più volte si è dimostrato intollerante e reazionario. Il problema vero è stato l'atteggiamento della Polizia che non ha esitato, e nemmeno ha tentato di celare, l'appoggio al mini-corteo fascista durante l'entrata in Duomo: una trentina di ragazzi che, a torto o a ragione non sta a nessuno giudicare, hanno accettato la provocazione, sono stati pestati senza mezzi termini con manganelli, pugni e calci da un numero di celerini almeno cinque volte superiore al loro e, stando alla cronaca locale, una ventina sono stati denunciati per guerriglia urbana. Sta di fatto che la Polizia, con il suo atteggiamento violento, ha difeso ancora una volta il fascio littorio stampato sul tricolore, i fez neri sulle teste dei fascisti e il saluto romano (apologia???) in nome dell'ordine pubblico.

Probabilmente la bacchettona Como ringrazia.

Orizzonti Libertari

Bologna per il 13 maggio

Cresce la mobilitazione per lo sciopero generale contro la guerra

Si é costituito, attorno al preesistente comitato cittadino contro la guerra, un comitato per lo sciopero generale contro la guerra, con la partecipazione delle federazioni provinciali bolognesi dei sindacati di base che hanno dichiarato lo sciopero a livello nazionale: USI, CUB, RdB, COBAS scuola e SLAI COBAS. A Bologna giovedì 13 maggio si svolgerà una manifestazione cittadina dei partecipanti allo sciopero e di tutte quelle situazioni sociali, culturali e politiche che si sono mosse un questi 40 giorni di guerra contro la logica del potere e contro la politica del governo di sostegno e attiva partecipazione all'attacco della NATO contro lo stato serbo. Il significato politico di questo nuovo sciopero generale che viene dopo quello di due ore proclamato il 30 marzo e di tutta la giornata proclamato il 14 aprile assume rilevanza nella sempre più chiara collocazione in funzione antigovernativa ed antimilitarista del movimento di lotta contro la guerra dopo i tentennamenti pacifisti e di ricerca di interlocutori istituzionali delle prime settimane. Il ruolo degli anarchici in questa fase e per la spinta allo sciopero generale acquista sempre maggiore rilievo.

redb



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