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Da "Umanità Nova" n.17 del 16 maggio 1999

Odore di viole
La parola che non esiste

Prove generali di Giubileo tra Roma e san Giovanni Rotondo

In Italia ci sono più di trenta varietà di viole. Quando fioriscono, in aprile, emanano un odore piacevole e particolare, che molti avranno sentito passeggiando in campagna in questo periodo di primavera. Alcune persone, use ad assaggiare il vino come i sommelier, dicono di sentire l'odore di viola in tutti quei vini prodotti usando il vitigno nebbiolo, che viene identificato proprio per questa sua caratteristica. Se volete provare voi, bevetevi qualche vino a base di nebbiolo, piemontese (Barolo, Barbaresco, Gattinara, Lessone, Bramaterra, Ghemme, Sizzano, Carema, Roero, Nebbiolo delle Langhe e Nebbiolo d'Alba), della Valtellina (Inferno, Grumello, Sassella e Valgella) o della Val d'Aosta (l'Arnad-montjovet).

La spiegazione per l'odore di viole nel vino c'è, ed è dovuta ad alcuni composti chimici (diversi a seconda del vitigno) contenuti nel vino, i terpeni, che sono gli stessi sia nel nebbiolo, sia nella viola.

Se poi, invece, vi fa ridere il fatto che qualcuno, invece di sbevazzarsi qualche buon vino lo odori per cercare di scoprire se sa di viola, pensate che il 2 ed il 3 maggio, a Roma, sono venute 150.000 persone che credono a chi gli racconta di sentire odore di viola quando appare un certo Francesco Forgione, morto 31 anni fa.

Nulla di strano che ci siano tante persone disposte a credere a queste cose, in fondo negli USA l'associazione "Flat earth" (di quelli che credono che la terra sia piatta) ha più di 100.000 soci.

Non è nemmeno strano l'atteggiamento del comune di Roma che prima ha inventato un'emergenza e poi ha fatto finta di riuscire a gestirla.

La Doxa ha finalmente trovato la sua vera vocazione, quella di far ridere, visto che ormai ai sondaggi non ci crede più nessuno (a parte Berlusconi, a cui danno sempre ragione) ed ha previsto l'arrivo di 637.000 persone. I carabinieri, così parsimoniosi quando si tratta dei nostri cortei, hanno previsto addirittura un milione di pellegrini.

Creato il clima d'emergenza, Rutelli ha deciso misure d'emergenza. Sono stati stanziati 2 miliardi per l'evento (il Vaticano, principale beneficiario, ha tirato fuori solo 200 milioni). Sono stati chiusi 2 quartieri di Roma (Prati e S. Giovanni), con l'impossibilità, per chi ci abita, di invitare un amico a pranzo. Roma è stata blindata come non mai. Controllate cantine, garage e tutti i cunicoli sotterranei. Controlli con il metal detector per chiunque si avvicinasse alle zone interessate.

Rutelli è arrivato all'assurdo di invitare i romani ad andare via da Roma e chiudeva le scuole anche per il lunedì successivo (unico lato positivo della cosa).

Sono stati stampati (dalla stamperia vaticana, ovviamente) e venduti (a 50.000 lire) i biglietti per poter accedere alle piazze in questione.

È stata organizzata dalla RAI una diretta televisiva con 30 telecamere ed un elicottero, che è stata, anche questa, un flop per l'audience.

Si è sviluppato un mercato del kitsch legato a Forgione: sfere (quelle che se le giri fanno la neve), felpe, borse, posacenere, berretti, liquori, statue (anche a grandezza naturale), portapenne, penne, swatch, chitarre, T-shirt, automobiline ed anche rosari al profumo di viola (per l'appunto). Da segnalare anche la comparsa sul mercato romano, in vista del giubileo, dell'inginocchiatoio portatile "Devotum", smontabile in 18 pezzi, del peso di 5 chili, in vendita a 700.000 lire.

Una volta finito con un clamoroso flop di presenze tutto questo bailamme ci saremmo aspettati un "mea culpa" da parte di tutti gli attori di questa ignobile farsa, considerando che il giorno prima, per il primo maggio a S. Giovanni, per mezzo milione di persone, non c'è stato alcun tipo di mobilitazione. Ed invece abbiamo sentito Rutelli dichiarare che: "La prova generale del Giubileo è andata benissimo!"; la Doxa dichiarare che le previsioni erano esatte, solo che la gente, spaventata dal gran numero di arrivi, ha preferito non partecipare. Gli unici sinceri sono stati i venditori della paccottiglia prima esposta che hanno maledetto Forgione ed hanno contattato i colleghi di S. Giovanni Rotondo a cui rivendere la merce.

Già perché questo Forgione il vero miracolo l'ha fatto a S. Giovanni Rotondo, provincia di Foggia, a una ventina chilometri dalla base NATO di Amendola da dove partono i bombardieri per ammazzare i poveracci in Jugoslavia.

Per il giubileo del 2000 sono stati stanziati 53 miliardi per S. Giovanni Rotondo, che verranno impiegati per costruire parcheggi e posti letto, che saranno ovviamente gestiti dalla curia.

Questi soldi non sono che l'ultima tranche di miliardi fatti piovere da Forgione sulla città. Non tutti sanno che a S. Giovanni Rotondo vanno più pellegrini (7 milioni l'anno) che a Lourdes (6 milioni).

Forgione infatti era riuscito a vendersi come evento mediatico, ben prima che si parlasse di mass media. Riusciva ad essere un catalizzatore di offerte in denaro, tanto che il Vaticano lo dispensò, nel 1957 dal voto di povertà. Alla sua morte il Vaticano ereditò oltre 200 miliardi (lire del 1968!).

C'è un ospedale, la casa del sollievo della sofferenza (realizzata da Forgione nel 1956), che ha 2.500 dipendenti, gestito dal Vaticano, convenzionato con il sistema sanitario, fa 66.000 ricoveri l'anno e più di 400.000 prestazioni ambulatoriali.

È in costruzione una basilica, grande come uno stadio, progettata da Renzo Piano, che costerà 100 miliardi (in parte fondi del giubileo) e conterrà fino a 20.000 persone.

Insomma, grazie ai 200 miliardi l'anno spesi dai pellegrini, S. Giovanni Rotondo ha un reddito procapite simile a quello di una cittadina del nordest. Se non è un miracolo questo!

A proposito di miracoli, io ho un dubbio linguistico: si tratta di una parola che non sono riuscito a trovare. Ho letto di un episodio accaduto proprio in occasione di questi eventi. Un tizio di Messina, tornato da S. Giovanni Rotondo, dove aveva assistito alla cerimonia in onore di Forgione, è improvvisamente impazzito ed ha ucciso la moglie e le figlie. Tutti quelli che lo conoscono dicono che non aveva mai dimostrato segni d'instabilità, io ho i miei dubbi che sia completamente sano di mente uno che fa 600 chilometri per andare a vedere una cerimonia in televisione, anche se vicino ad un santuario. Il dubbio linguistico che ho è questo: se fosse stato folle, e fosse improvvisamente rinsavito dopo il viaggio a S. Giovanni Rotondo, magari sentendo odore di viole, si sarebbe parlato di un miracolo. Ma se uno è sano, va lì ed impazzisce, si dice miracolo lo stesso?

Francesco Fricche



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