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Da "Umanità Nova" n.17 del 16 maggio 1999

Comiso
5.000 profughi kosovari nell'ex base NATO

Pochi giorni dopo l'inizio dei bombardamenti della NATO sulla Serbia e dell'esplosione del problema dei profughi del Kosovo, un'Associazione pacifista di Vittoria avanzò la proposta che l'ex base NATO di Comiso venisse utilizzata per ospitare i kosovari. La proposta, inoltrata alle autorità nelle varie sedi istituzionali locali e nazionali, venne subito ripresa e rilanciata dal vescovo di Ragusa Rizzo, mostrando ulteriormente tutta la sua debolezza politica: infatti, il vescovo in questione, che si era distinto durante la lotta contro l'installazione di cruise a Comiso nel '91 - '95, per essersi schierato in modo militante con gli americani (benedisse, tra l'altro, la prima pietra della chiesa dentro la base), è noto per le sue prese di posizione reazionarie, e la sua sortita sui kosovari non poteva che far parte dell'attuale crociata contro la Serbia, per la guerra "umanitaria" degli Stati Uniti e dei loro servi-alleati.

Per questi motivi noi anarchici non ci scaldammo ulteriormente su questa proposta, e non la facemmo nostra, neanche quando essa venne fatta propria da un più vasto movimento contro la guerra, più o meno orbitante attorno a Rifondazione, che, infatti, l'ha inserita nella piattaforma per la manifestazione a Sigonella il 10 maggio.

In considerazione del fatto che la questione dei profughi fa parte integrante della propaganda bellica occidentale volta a creare consenso attorno all'aggressione della Jugoslavia, abbiamo evitato di prestare il fianco a proposte ambigue, oltre che inutili. Abbiamo sostenuto, infatti, quanto relativo e improduttivo fosse per il movimento contro la guerra andare a proporre siti per l'ospitalità dei profughi, dal momento che , quando il governo avesse ritenuto opportuno trasferirli in Italia, i posti non sarebbero certo mancati. Più importante, invece, sarebbe stato e continua ad essere, prendere le distanze dalla "Missione Arcobaleno" e considerarla come parte integrante della guerra della NATO, in modo da porre con forza la questione della solidarietà in un'ottica veramente non di parte, non strumentalizzabile dal governo D'Alema, che con essa nasconde (o cerca di farlo) le proprie gravissime responsabilità sulla barbarie in atto.

Le cose sono andate come tutti sanno: la Missione Arcobaleno ha portato molti profughi a Comiso (al momento in cui scriviamo sono alcune centinaia, alla fine saranno in 5.000), e sul territorio ne stiamo vedendo di cotte e di crude in quanto a solidarietà a senso unico, pietosa e pelosa, e ad uso bellico dei profughi. Il tutto accompagnato da una forte militarizzazione del territorio e da un montante razzismo che la dice lunga sulla solidarietà: questa è bella quando l'oggetto da aiutare è lontano.

Sul fatto in se, inoltre, non possiamo che esprimere delle forti perplessità: in una base militare stanno per essere rinchiuse 5.000 persone, sottoposte ad una gestione centralizzata e perdipiù militare dell'organizzazione sociale; 5.000 individui superassistiti, costretti ad una vita sedentaria, circondati da un lato dalle solite prevenzioni che abbiamo visto venir fuori nei confronti degli immigrati sbarcati sulle nostre coste, e dall'altro "soffocati" da cure anche morbose, quando sarebbe stato molto meglio decentrare l'ospitalità, impostarla su nuclei molto più piccoli, distribuiti in varie località, permettendo loro di uscire dal pesante clima da kampo che volente o nolente si respirerà nella base comisana quando sarà al massimo del "ripopolamento".

Pippo Gurrieri



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