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Da "Umanità Nova" n.17 del 16 maggio 1999

In piazza contro la guerra. Continuano le iniziative

Palermo: proseguono le iniziative contro la guerra

La mobilitazione contro la guerra a Palermo fa registrare una piattezza preoccupante, in linea con il resto del paese, come se tutte le energie della cittadinanza fossero esaurite dopo anni di incisiva e costante presenza anti mafia, come se oppostici ad una guerra non abbiamo più carica per opporci ad un altra che viene vista lontana, filtrata asetticamente dai media, soprattutto incolore (ossia senza il colore del sangue).

Tra comitati studenteschi e comitati cittadini unitari non si è riusciti a creare un pur annunciato presidio permanente, gestito a rotazione da varie sigle (partiti, associazioni, etc.): ebbene, tranne le Donne in nero il mercoledì pomeriggio, la presenza è discontinua e senza quel gazebo previsto a carico delle organizzazioni più forti. Venerdì 30 aprile meno di tremila persone hanno manifestato per le vie, radunate da quella parte politica (DS, Verdi, Arci) il cui governo di sinistra è guerrafondaio, e che ha visto la partecipazione di alcuni gonfaloni municipali, di alcuni sindaci in campagna europea, delle ACLI, di RC e di altri organismi senza il dispiegamento auspicabile data la dimensione regionale dell'iniziativa. In definitiva, pochi, già politicizzati, senza coinvolgimento effettivo della cittadinanza, che pure si mobilita per gli aiuti umanitari tramite la caritas o altre iniziative analoghe.

Un po' meglio va negli incontri al chiuso. Personalmente sono stato invitato in varie parti della Sicilia (Ragusa, Marsala, Salemi, Altofonte, Palermo ovviamente) e la partecipazione ogni volta di varie decine di persone realmente interessate da la misura della parte minoritaria del dissenso alla china pericolosa e innovatrice che questa guerra segna nell'arco storico del dopo muro di Berlino. Gli stessi "perplessi" di area DS, verde, comunista, etc. non hanno reticenza ad ammettere che la posizione ambigua ed ai limiti dello scandalo (appena 8 anni fa erano in piazza contro la guerra nel Golfo) resisterà fedele al governo di cui fanno parte solo sino a quando non arriverà il primo morto italiano, o per una eventuale escalation di terra o per qualche improbabile ritorsione da parte serba. E comunque, si rinnova lo stereotipo dell'italiano credente a posteriori, mai preventivamente, proprio come un san Tommaso dei vangeli...

Proprio in attesa di questa evenienza , molti stanno alla finestra pronti a buttarsi da una parte o dall'altra, a cavallo tra tradizione pacifista e dovere istituzionale, continuando ipocritamente a propagandare non gli aspetti bellici della partecipazione italiana al conflitto in corso, ma gli aiuti umanitari che ne costituiscono l'altro volto.

Salvo Vaccaro

Ragusa: anarchici in prima fila contro la guerra

Lo scoppio della guerra nei Balcani ci ha visto subito presenti con una instancabile opera di controinformazione, organizzazione e costruzione del movimento contro la guerra. Immediata è stata, intento, la presa di posizione della Federazione Anarchica Siciliana, con un volantino circolato in tutta la regione, contro la guerra "umanitaria", contro la NATO ed il governo italiano.

A ragusa il gruppo anarchico ha organizzato un primo, riuscito, comizio nella centralissima via Roma, sabato 27 marzo, nel corso del quale ha parlato il compagno Pippo Gurrieri; in assoluto questa è stata la prima uscita pubblica di protesta contro la guerra; l'area pacifista - cattolica si è data appuntamento per una catena umana per il successivo sabato 3 aprile, dalla quale abbiamo preso le distanze viste le ambiguità di fondo e la subalternità alla logica istituzionale e legalitaria, incompatibile con un discorso antimilitarista. Alla catena umana ci siamo però presentati distribuendo due volantini e innalzando cartelli con le foto dei politici e dei capi di stato coinvolti nella guerra, compreso ovviamente Milosevich, tutti con le mani grondanti di sangue. Una presenza che ha attirato molte simpatie ma anche bollata dagli organizzatori come un boicottaggio alla loro "catena".

Per il 10 aprile il gruppo ha indetto presso i locali della Società dei Libertari un'assemblea pubblica cittadina alla quale hanno preso parte anche esponenti del PRC e pacifisti; ne è scaturita una nuova mobilitazione per il sabato successivo, alla quale non hanno aderito i pacifisti mentre si è accodato il locale gruppo del PdCI. Alla manifestazione, che ha lanciato la parola d'ordine della solidarietà sia con il popolo del Kosovo sia a quello serbo bombardato, ha preso parte un discreto pubblico; dei tre interventi, quello degli anarchici è stato di gran lunga il più applaudito e apprezzato. Si è cominciato a costruire seriamente un fronte contro la guerra, mentre gli esponenti cossuttiani sono stati redarguiti per la loro partecipazione all'iniziativa, e da quel momento non si sono più fatti vedere.

Lunedì 19 aprile conferenza nell'ampio salone AVIS sul tema "Domande sulla guerra in Kosovo", organizzata dal Centro Educazione alla Pace e dalla Società dei Libertari; relatori Giuseppe Barbiero, dell'IPRI di Torino e Salvo Vaccaro. L'iniziativa ha un esito superiore alle aspettative, con oltre cento partecipanti; vengono smantellate le bugie della guerra e si riflette sulle reali intenzioni degli USA e della NATO. Da questo incontro si gettano le basi per la costruzione di un coordinamento cittadino contro la guerra.

Intento sabato 24 aprile il gruppo anarchico organizza un comizio a Giarratana, paesino montano della provincia dove parlano i compagni Tavano e Gurrieri.

Il primo maggio è dedicato alla lotta contro la guerra cui sono dedicate una mostra, un'assemblea a carattere organizzativo, quindi, alle 19 , un corteo, che parte dal giardino luogo della festa, per attraversare alcune vie della città vecchia e tornare al giardino. E' un corteo militante, combattivo, con poco più di 50 persone, ma è il primo in assoluto di soli anarchici in città, e riscuote molto interesse e curiosità. Al suo rientro alla Festa, si svolge il comizio contro la guerra in uno scenario caloroso con molto pubblico: parlano i compagni Arestia e Gurrieri, accolti, alla fine, da abbracci e strette di mano.

Infine, sabato 8 maggio, sulle parole d'ordine "No ai bombardamenti della NATO e alla eventuale guerra terrestre - No a tutte le pulizie etniche nei Balcani - No alla guerra come strumento di soluzione dei conflitti, per l'accoglienza dei profughi, il sostegno delle OnG fuori dall'Arcobaleno e l'aiuto agli operai serbi che hanno perso il lavoro a causa dei bombardamenti", si svolge una fiaccolata sul ponte nuovo "per ricordare i ponti (sia reali che ideali) distrutti dalla barbarie di una guerra che sta alimentando divisione e morte per il presente e per il futuro". Hanno risposto all'appello del Coordinamento contro la guerra, promosso da pacifisti e anarchici, cui hanno aderito il PRC, la CUB, settori della sinistra, gruppi di area cattolica, oltre 150 persone.

L'iniziativa continua ogni sabato, mentre per il 23 maggio la FAS lancia una mobilitazione regionale ad ENNA, alle 19 nella piazza principale.

Gruppo anarchico di Ragusa

Genova: corteo contro la guerra

Contro la guerra sciopero generale

Questo il titolo dello striscione che - subito dopo un gruppetto di pacifiste (le donne in nero) - apriva di fatto e politicamente il corteo che sabato 8 maggio ha percorso le strade di Genova nella terza manifestazione cittadina contro la guerra.

Un migliaio di persone; la testa del corteo - uno spezzone di circa 200 compagni - occupata fisicamente e politicamente dal "Comitato di lotta contro la guerra" al quale partecipiamo attivamente come Coordinamento Anarchico Genovese e come Gruppo Anarchico "E.Grassini"; bandiere rosse e nere, tanti compagni di area anarchica o comunque libertaria; parole d'ordine e slogan contro la guerra imperialista, contro D'Alema e il suo governo, per l'internazionalismo proletario.

Si impone un doppio bilancio: negativo per quanto riguarda la partecipazione complessiva al corteo (mille persone sono veramente poche, anche per una città politicamente depressa come Genova e vista l'assoluta gravità della situazione); positivo per quanto riguarda la nostra presenza, la ritrovata visibilità, la chiarezza delle parole d'ordine, l'area di consensi che si sta creando intorno alle nostre posizioni che in qualche modo mette in difficoltà il pacifismo generico e qualunquista, l'opportunismo di RC e scuote la letargia dei Centri sociali. E poi, per una volta, la soddisfazione di vedere le nostre bandiere davanti a quelle di Rifondazione.

Un'ultima nota. Una moderata contestazione (promossa dal CSA Zapata) ad una conferenza dell'ex-ministro Burlando, avvenuta il primo Maggio alla festa dei DS, ha prodotto il seguente risultato: 26 denunce per "adunata sediziosa" fortemente volute dalla dirigenza diessina genovese. A questi signori (Benvenuti, Montaldo e altri) spioni e delatori, mediocri funzionari d'apparato, vetero-stalinisti nella pratica arrogante del potere e della repressione, possiamo solo dire che non ci scorderemo certo né di loro, né delle loro infamie. A presto!

Pedrito



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