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Da "Umanità Nova" n.17 del 16 maggio 1999
Considerazioni sulla guerra
Tutti sono per la pace
Sabato 24, mentre alcuni, rispondendo all'appello della FAI, hanno manifestato
a Rimini, altri, rispondendo all'appello dei DS, manifestavano a Roma per una
pace "giusta". Altre volte i governanti hanno parlato di pace "con onore", pace
"vittoriosa" ecc.ecc.. La pace aggettivata è una cosa ben diversa dalla
pace senza aggettivi: nell'attributo vengono indicate le condizioni che i vari
Stati pongono affinché cessi il massacro, condizioni che di solito si
riducono ad una sola: l'annientamento dell'avversario.
Oggi ci troviamo sul collo un Governo che continua a bombardare i territori
jugoslavi, provoca innumerevoli vittime fra i civili, morte, distruzione e
miseria fra i sudditi del tiranno Milosevic; persone che hanno avuto la sola
sfortuna di nascere dall'altra parte dell'Adriatico.
Che cosa è possibile fare contro quello che succede nei Balcani? La
risposta può essere molto semplice: contro i massacri perpetrati dal
Governo jugoslavo possiamo protestare, non abbiamo la possibilità di
intervenire al di là della solidarietà internazionalista fra
proletari di lingue diverse; contro i massacri perpetrati da Governo italiano
possiamo lottare, possiamo scendere in piazza perché solo la
mobilitazione popolare, la paura dell'agitazione di piazza può fermare
l'arroganza di un Governo.
Ma questa mobilitazione deve essere condotta su obiettivi chiari: continuare a
mescolare bombardamenti e pulizia etnica fornisce un alibi alla propaganda del
Governo e delle forze guerrafondaie: i bombardamenti cesseranno non appena
Milosevic metterà fine alla repressione nel Kosovo.
Gli obiettivi possono essere solo la cessazione immediata e incondizionata dei
bombardamenti e di ogni forma di intervento militare, in questo modo le
responsabilità del governo italiano nel massacro dei civili jugoslavi
verranno messe in luce.
Tiziano
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