Da "Umanità Nova" n.19 del 30 maggio 1999
Terrorismo bellico
Comunicato della CdC della FAI
La NATO bombarda i Balcani, il regime di Belgrado fa pulizia etnica nel Kosovo, il governo D'Alema e l'informazione di regime bombardano il sindacalismo di base e preparano la pulizia etnica contro chi si oppone alla guerra.
In merito all'uccisione di D'Antona, riteniamo che la questione non sia tanto quella di chiederci se la stessa sia opera di nuove Brigate Rosse o di forze al servizio di poteri occulti che hanno sede a Roma o a Washington. Né tanto meno, riteniamo sia importante chiedersi se il documento a firma BR sia in parte condivisibile o tutto da rigettare.
Queste domande lasciamole pure ai fautori dell'uccisione di D'Antona (tanto sia le BR che eventualmente altri certamente non rappresentano gli interessi di coloro che nel documento affermano di voler difendere) ed al belante coro di quanti siedono sugli scranni dello Stato, nonché ai ciarlatani ed ai pennivendoli che sproloquiano da radio e TV o sui giornali. Ciò che deve invece importarci è che oggi gli apparati repressivi dello Stato italiano, grazie a questa uccisione, hanno nelle mani il pretesto per poter criminalizzare chiunque continui ad opporsi al terrorismo bellico (pardon, dimenticavamo che la guerra oggi si chiama intervento umanitario) che le truppe di Milosevic e la Nato stanno effettuando nei Balcani.
Non a caso, il giorno dopo l'avvenuta uccisione di D'Antona, uomo preso a simbolo di un potere che sfrutta ed opprime le forze lavoratrici, siamo stati in molti a pensare che tale attentato altro non fosse che il pretesto che questo stesso potere voleva per dare una lezione a tutti coloro che il 13 maggio si sono permessi di scioperare contro il massacro dei popoli balcanici, senza chiedere il permesso alle gendarmerie sindacali di CIGL-CISL-UIL ed alle gendarmerie parlamentari, che coprono con vergognose capriole pseudoumanitarie e pseudopacifiste una guerra che lo Stato che dicono di rappresentare non ha mai dichiarato, giusto per salvarsi la faccia di fronte all'ormai famoso articolo 11 della sua stessa costituzione.
E come questo pensiero non fosse campato in aria ne ha dato subito conferma qualche giorno fa lo stentato italiano di Di Pietro che indicava gli ambienti sindacali come luogo dove è maturato il delitto ed oggi le dichiarazioni di Del Turco che puntano in maniera sempre più esplicita verso la criminalizzazione del sindacalismo di base, nonché il battage in merito della stampa di regime, che mentre solo pochi accenni ha dedicato allo sciopero generale del 13 maggio (mobilitazione che ha visto in lotta contro la guerra centinaia di migliaia di lavoratori), barattoli di inchiostro sta invece sprecando, prendendo a pretesto un omicidio, per buttare provocatorie calunnie su tutta un'area di lavoratori e di soggetti antagonisti, la cui unica colpa è quella di non riconoscersi nella destroide politica interna ed estera del governo D'Alema.
A tal punto ci viene spontaneo chiederci: non è che il guerrafondaio e repressivo governo D'Alema (non dimentichiamoci della dura violenza poliziesca subita dai manifestanti il Primo maggio a Torino e il 13 a Firenze), coda servile dell'imperialismo USA, si stia preparando ad assecondare tra una capriola e un'altra l'intervento militare di terra nei Balcani delle truppe NATO, e per poter fare in pace tale terroristica operazione abbia bisogno di criminalizzare quelle forze sindacali e antagoniste che alla luce del sole portano avanti dall'inizio del conflitto la loro netta opposizione di piazza alla guerra?
La Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana, organizzazione questa ultima impegnata nel territorio nazionale in una capillare campagna di iniziative antimilitariste sin dall'inizio del conflitto nei Balcani, denuncia la campagna criminalizzatrice del potere come una nuova caccia alle streghe e rivolge un pressante appello a tutti i sinceri antimilitaristi ed a quanti si oppongono nel mondo del lavoro e nel territorio al terrorismo di Milosevic e della NATO a non piegarsi di fronte alla galoppante repressione ed a protestare con più forza e vigore nelle piazze per porre fine alla barbara follia degli Stati e del capitale che continua a seminare distruzione e morte fra le popolazioni balcaniche.
Commissione di Corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
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