![]() Da "Umanità Nova" n.20 del 6 giugno 1999 Novate milanese e Massa. Contro la guerraPresidio contro la guerra a Novate Milanese Nella giornata di sabato 22 maggio presidio contro la guerra organizzato dal Collettivo Libertario Novatese. Anche i più frettolosi e disattenti cittadini novatesi, che sono passati da piazza Pertini nel corso della giornata del 22, non hanno potuto evitare di notare la nostra presenza. Infatti, da un lato i pannelli della mostra in cui, ricostruendo gli avvenimenti dall'inizio della guerra, si metteva in evidenza la martellante propaganda degli organi d'informazione e la sequenza dei "tragici errori" attraverso le prime pagine dei quotidiani accompagnate da una irridente serie di vignette. Dall'altro il gazebo, sotto il quale era collocato il banco con la stampa anarchica. Nel corso del presidio oltre alla diffusione di UN è stato effettuato un volantinaggio contro la guerra. L'incaricato
Massa: camminata per la pace Oltre un centinaio di persone hanno dato vita sabato 29 maggio ad una camminata di 12 km da Massa a Carrara, organizzata dalle tende per la pace di entrambe le località. L'iniziativa, che ha costretto a passo d'uomo le auto in transito per l'Aurelia per circa 3 ore, ha posto di nuovo con forza il problema della sospensione di ogni azione di guerra. Durante il tragitto è stato distribuito un volantino di cui pubblichiamo alcuni stralci: "Siamo anche noi, che partecipiamo a questa marcia, che non facciamo abbastanza per fermare i bombardamenti sulle popolazioni serbe, macedoni, kosovare, albanesi. Finita la marcia torneremo a casa stanchi e convinti di aver fatto tutto ciò che è in nostro potere contro la guerra. Ma non è così. Se qualcuno si illude ancora che D'Alema o Ronchi o Cossutta o Bertinotti possono essere condizionati da noi e dire basta alle bombe, si ricreda. Il potere è sempre di destra e, aldilà delle buone intenzioni che alcuni possono aver avuto, una volta al potere la loro funzione principale è il mantenimento del sistema, in primo luogo dell'apparato. L'apparato di Stato va avanti lo stesso, elezioni o non elezioni. E la chiamano democrazia! Dopo 120 anni di "riformismo elettorale" la lezione da trarre dovrebbe essere chiara: chi si è prestato al mantenimento dell'apparato dello Stato, gestendo anche un piccolo potere periferico, non conta nulla. Magari vorrebbe fermare le bombe, ma non può. Invece assiste impotente al fatto che i suoi propri compagni di partito (o di schieramento) mettono in atto tutti gli artifici repressivi, pestaggi a manifestanti, ricorso all'emergenza "terrorismo", devastazioni di centri sociali, proprio come avrebbero fatto i loro concorrenti di destra." A. N.
|