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Da "Umanità Nova" n.20 del 6 giugno 1999

Albertini: uno sceriffo a Milano
Prove di pulizia etnica

Era perfettamente prevedibile che l'uccisione di Massimo D'Antona avrebbe fornito al governo, al padronato, a CGIL-CISL-UIL l'occasione per chiamare il buon popola a raccolta per difendere la democrazia, le istituzioni, la pace interna e la guerra esterna.

Riteniamo che, se costoro ritengono che bastino le "nuove BR" a fornire copertura e consenso alla loro politica, ne sopravvalutano gli effetti positivi per lo stato. D'altro canto, è evidente che i diversi segmenti del potere non si faranno sfuggire quest'occasione per porre quanti più ostacoli sarà loro possibile all'opposizione sociale.

In questa nobile gara si è distinto il sindaco di Milano, il polista Albertini, che ha dichiarato in una sede riservata di fronte al prefetto che il comune di Milano in genere e i trasporti urbani in particolare sono afflitti dalla presenza di nuclei eversivi.

Questa confidenza riservata è stata pubblicata su tutti i giornali e il sindaco ha provveduto a chiarire che ha fatto questa suggestiva scoperta grazie a... sindacalisti di CGIL-CISL-UIL che gliene avrebbero parlato.

I sindacalisti in questione, ovviamente, si sono affrettati a smentire ma la campagna stampa, nel frattempo, è partita.

Non ritengo necessario insistere sul carattere cialtronesco del tutto anche dal punto di vista giuridico formale. Che le istituzioni indulgano all'illegalità non è una novità. Vale, invece, la pena di fare alcune brevi considerazioni:

- il nostro eroe si è fatto conoscere, oltre che per la nota esibizione in mutande, per il dichiarato intento di spezzare la schiena ai lavoratori che dipendono dal Comune di Milano:

- su questo terreno ha subito una serie di sconfitte sul campo anche grazie alla presenza di forti sindacati alternativi nell'azienda-comune;

- l'ATM di Milano, in particolare, ha visto una massiccia partecipazione di lavoratori allo sciopero del 13 maggio contro la guerra.

Non è necessaria molta fantasia per comprendere, quindi, quali siano i fini del nostro eroe, non contento di essersi proposto come emulo del mitico Giuliani, sindaco di New York nel ruolo di giustiziere, vuole regolare i conti col sindacalismo di base utilizzando il classico schema: chi si oppone alla volontà del sindaco è eversivo, chi è eversivo è terrorista, chi è terrorista deve essere punito e lasciare mano libera all'amministrazione. Nulla di nuovo, insomma ma non per questo va sottovalutato il carattere pericoloso di simili manovre.

D'altro canto anche i sindaci del centro sinistra hanno dato recentemente prova di rinnovata insofferenza nei confronti dell'opposizione sociale e, di conseguenza, non c'è da farsi illusioni sul clima sociale generale né da illudersi sui presunti caratteri liberali e garantisti della sinistra.

È bene, infine, ricordare come, in occasione dello sciopero del 13 maggio è capitato che in qualche località di provincia i carabinieri chiedessero alle scuole i nomi degli scioperanti con l'evidente fine di intimorire che ha ritenuto di manifestare in questo modo un'opposizione non rituale alla guerra stessa.

Un altro esempio del clima che viviamo della situazione con la qual ci dobbiamo misurare.

Antonella Mantovani


Ultim'ora

Martedì 1 giugno

In soccorso al prode Albertini è corso anche Ottaviano Del Turco, ex dirigente CGIL in quota socialista e attuale presidente della Commissione Antimafia. Su "La Stampa" del 1deg. giugno afferma, infatti, che Albertini ha individuato un "terreno di ricerca" che lui aveva già proposto in precedenza.
Aggiunge, inoltre, che il sindaco di Milano "Non è uno che parla a vanvera".
Conclude affermando che si basa sulla propria esperienza e sulla logica.
Non insistiamo sul parlare a vanvera e sulla logica.
Che Del Turco, visto il suo passato nelle fila craxiane, se ne intenda di attività criminali lo crediamo. Che voglia rifarsi del crollo del craxismo attaccando i sindacati di base appare decisamente deplorevole.
Un tipico caso di Sindrome di Stoccolma



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