unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.20 del 6 giugno 1999

Ferrovieri in lotta
28 maggio, secondo sciopero generale dei ferrovieri

Dopo circa un mese e mezzo dal precedente, il 12 aprile, i ferrovieri si sono ritrovati a scioperare nuovamente contro i progetti del governo D'Alema, del suo ministro dei trasporti Treu, del consiglio di amministrazione della Società FS SpA; e non sarà l'ultima.

Questi, del tutto incapaci di risolvere i problemi delle ferrovie, al pari di chi li ha preceduti nelle varie cariche, sono intenzionati a non ascoltare i lavoratori e ad andare avanti sulle loro nefaste scelte industriali:

Suddivisione dell'attuale società unica delle ferrovie in più società - Infrastrutture, Trasporto passeggeri, Trasporto metropolitano e regionale, Trasporto merci, ecc...- con conseguente diversificazione contrattuale degli addetti;

Proseguimento dell'insano progetto Alta Velocità, soprattutto come principale vettore e distributore alle principali società private italiane di ingenti finanziamenti che lo stato sta continuando a mettere a disposizione. Con gli ultimi provvedimenti altri settantamila miliardi;

Soppressione totale dell'obbligo per le FS di effettuare il servizio pubblico, che passerà totalmente a carico delle Regioni e degli altri Enti Locali. La Legge Bassanini, oltre ai progetti delle FS, prevede il passaggio della gestione di tutto il trasporto ferroviario pendolare nell'ambito della città e della regione;

Diminuzione nella quantità e nella qualità del servizio ferroviario, con contemporaneo aumento dei prezzi dei biglietti (già annunciato due giorni fa);

Diminuzione del numero di addetti e peggioramento delle condizioni lavorative di chi rimarrà - meno salario con l'introduzione dei contratti di solidarietà, più precarietà con un ampio uso dei contratti a tempo determinato, più infortuni e malattie professionali;

Aumento del trasporto su strada sia in termini di maggior utilizzo dell'automobile, ma anche del servizio pullman al posto del ferroviario e in termini di camion per il trasporto delle merci, visto che, nonostante quel che affermano i portavoce del potere, non esiste un concreto progetto di trasferimento del trasporto merci dalla strada alla rotaia. Ma possono costoro arrivare a proporlo, vista la presenza nel C.d.A. FS SpA di una nota esponente verde, oppure no?

LO SCIOPERO È PERFETTAMENTE RIUSCITO.

Fin dalla sera di venerdì 27 (lo sciopero iniziava alle 21,00) era chiaro che i ferrovieri avevano capito la situazione e rispondevano in massa alla chiamata delle loro organizzazioni sindacali di categoria.

Purtroppo questa alta partecipazione è stata capita fin da subito anche dai giornalisti di radio e televisione che, non potendo dare una notizia di cattiva riuscita dello sciopero, chiunque poteva verificare sul campo come falsa, hanno preferito tacere o darla in forma breve fra le ultime notizie di ogni telegiornale o giornale radio. Solo dal mattino dopo, cioè a sciopero iniziato da oltre nove ore, hanno preso a parlarne, guardandosi bene però dal riferirne le motivazioni..

I ferrovieri hanno scioperato per respingere:

Il progetto di Divisionalizzazione (la fase di passaggio interna alla completa privatizzazione);

Lo Spacchettamento del personale (la suddivisione in più società e la diversificazione contrattuale);

Il Piano d'Impresa tutto incentrato sull'abbattimento del costo del lavoro (24mila ferrovieri in meno);

Gli esuberi del personale;

Privatizzazione di settori e segmenti di traffico;

L'Esternalizzazione delle attuali lavorazioni ferroviarie.

Un ampio schieramento aveva dichiarato lo sciopero: i sindacati nazionali Fisafs-Cisal, Sma e Fast-Confsal, Comu, Ucs, Fisast-Cisas, Fltu-Cub, alcuni sindacati regionali della Uilt-Uil, Fit-Cisl, Ugl e Filt-Cgil (che però all'ultimo momento si è chiamata fuori in Sicilia), qualche sindacato provinciale e molte RSU. Il tutto per 17 dichiarazioni di sciopero combacianti nel medesimo giorno e nel medesimo orario.

Un tale schieramento, anche se più ridotto di quello raggiunto per lo sciopero del 12 aprile che vide la partecipazione di Fit-Cisl e Uilt-Uil a livello nazionale, ha raggiunto numeri di partecipazione allo scioperi più alti del precedente ed ha avuto importanti effetti:

La Commissione di Garanzia L. 146/90, lo strumento della Confindustria contro lo sciopero, è potuta intervenire solo formalmente con una leggera tirata d'orecchi, e non ha potuto "minacciare", come è solita fare, provvedimenti ristrettivi e multe salatissime nei confronti dei ferrovieri in sciopero e dei loro sindacati, dimostrando che il miglior modo di rispondere al tentativo di soppressione del diritto di sciopero è quello di scioperare, e che è deleterio firmare "Patti delle regole", come avevano voluto fare pochi giorni prima anche il Comu e l'Ucs;

Fra le O.S. dello schieramento ci sono ampie differenze di interpretazione e di prospettive. La Fltu-Cub e gli altri sindacati di base non hanno dimenticato che Filt, Fit, Uilt, Fisafs e Sma sono corresponsabili della disastrata situazione delle FS per aver accettato la politica dei trasporti elaborata dagli amministratori e responsabili di governo di oggi che dei loro predecessori fin dalla metà degli anni '80, ma oggi le necessità del governo e della Confindustria di effettuare i processi di ristrutturazione nei modi e nei tempi secondo i dettami di Maastricht sta di fatto costringendo questi sindacati, se vogliono mantenere iscritti e potere, ad accettare, strumentalmente o meno, una radicalizzazione delle posizioni e delle lotte;

Lo smascheramento completo della Filt-Cgil che, nella larghissima maggioranza non ha partecipato ai due scioperi, invece molti suoi iscritti lo hanno fatto, sindacato completamente appiattito sulle logiche e gli obiettivi governativi e confindustriali, ed di una parte di burocrati delle sue componenti interne che, pur di non perdere le loro "sedie" e ruoli nel sindacato si sono prontamente schierati a fianco della loro segreteria nazionale, smentendo quanto da loro sostenuto prima;

La rimessa in discussione, da parte di questi scioperi di massa, dello status-quo sindacale di categoria: rivolgimenti, fino a qualche mese fa assolutamente inimmaginabili, sono oggi possibili, anzi già in fase di discussione.

La partecipazione attiva dei ferrovieri in questo movimento di critica radicale della politica dei trasporti pare ormai un dato appurato. Quello che un po' invece preoccupa, nonostante le azioni e i pezzi di analisi unitarie, è la cultura ancora troppo radicata nelle organizzazioni sindacali, comprese le nuove, che gli scioperi servano per essere utilizzati poi nelle trattative nazionali, che ci siano ancora margini per poter prevedere un processo di ristrutturazione delle ferrovie più "dolce" all'interno dei dettami della politica europea dei trasporti.

Tutto questo è smentito da una lettura di quanto sta avvenendo a livello europeo: in ogni paese, avanzato od arretrato che sia, questi dettami di ristrutturazione significano entrata in massa delle società private, razzia da parte di queste delle ricchezze messe a disposizione dagli stati, aumento vertiginoso dei costi del trasporto, diminuzione generalizzata della qualità e quantità di questo, peggioramento delle condizioni di lavoro, salariali, normative, di sicurezza.

Serve quindi un progetto italiano ed europeo radicalmente opposto.

In questo senso Filt, Fit, Uilt, Sma, Fisafs, Comu ed Ucs che dal 31 maggio riprenderanno le trattative con le FS devono capire che non ci sono margini di trattativa.

In questo senso le organizzazioni sindacali come Fltu-Cub ed altre del sindacalismo di base, insieme a gruppi di lavoratori, RSU e forse qualche O.S. provinciale dovranno lavorare per generalizzare la lotta.

In questo senso ai problemi delle ferrovie dovranno interessarsi attivamente e criticamente chi il treno lo usa e tutto il resto del mondo del lavoro, perché anche se chi da l'informazione presenta quanto succede come cose di poca importanza, in realtà siamo di fronte ad un evento storico per il settore e la categoria.

La più grande azienda italiana è da anni nel mezzo a stravolgimenti immani che hanno influenzato ed influenzeranno tutta la politica italiana.

Enzo Fantozzi



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org