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Da "Umanità Nova" n.22 del 20 giugno 1999

La logica del profitto genera mostri
Tra polli alla diossina e ciclisti doppati

Polli alla diossina, mucche pazze, mais transgenetici, ciclisti doppati. E tutto ciò per migliorarne il "rendimento", potenziarne le "prestazioni", prestabilirne "l'efficienza". Che è come dire: della vita ciò che importa è l'utilità. Del suo valore intrinseco, naturale, etico, non rimane più nulla. Si é perso fra i laboratori bio-tecnologici delle multinazionali farmaceutiche in quanto scorie, residui di un'esistenza imperfetta, informe, ma soprattutto irriproducibile.

Questa volta è toccato ai polli. In precedenza si trattava di vacche, e prima ancora di maiali. Da un punto di vista allegorico, l'antropomorfizzazione del mondo animale può dirsi al completo, anche se la mancanza di jene, sciacalli ed avvoltoi renderebbe meglio il senso di quanto l'uomo sia il più animale fra tutti gli animali. Senonché il problema non è più soltanto quello di una totale mercificazione della vita, ma di una completa sostituzione della vita (sia vegetale che animale) con un prodotto genetico in grado di supplire del tutto a ciò che rimane dell'evoluzione delle specie.

L'ultimo scandalo - in ordine di apparizione - che ha coinvolto la produzione zootecnica belga è la conferma di quanto le leggi del mercato internazionale sono le uniche ad imporre il "rispetto" di regole imposte dai clan mafiosi delle multinazionali a seconda di precisi ed imprescindibili interessi economici. Così il mangime a base di diossina da sempre somministrato al pollame è stato ìinaspettatamente" riscontrato nelle analisi batteriologiche da quando il commercio di suini, ovini e soprattutto bovini mostrava in Europa preoccupanti cali di vendita. Vogliamo scommettere che domani toccherà alla fauna ittica?

Da quando il mais non è più mais, la carne non è più carne, può forse l'uomo rimanere semplicemente uomo? Dopotutto se l'imperativo economico sta alla base di questo sistema sociale, appare evidente che l'obiettivo finale è quello di "accelerare" il processo naturale ricostruendo l'organismo perfetto in modo da programmare nuove creazioni ritenute più "efficienti" di quelle già esistenti in natura. Una nuova genesi con lo scopo di cambiare l'essenza di una cosa vivente (algenia) al fine di migliorarla e renderla perfetta (eugenia).

Appunto come i polli, come i Pantani, come noi semplici umani. Per questo motivo il vecchio slogan, "la rivoluzione o la morte", finirà per non apparire più l'espressione lirica della coscienza ribelle, ma una necessità impellente ed ormai matura. Perché se non ora, quando?

Jules Elysard



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