Da "Umanità Nova" n.22 del 20 giugno 1999
Contratto dei metalmeccanici
Un bidone conquistato a fatica
Che dire di questo contratto dei metalmeccanici '99?
Parlarne male mi sembra un fin troppo facile esercizio di scrittura. Purtroppo
che lo si voglia o no, questo esempio di coerenza del sindacato confederale
nell'adeguarsi alle scelte del capitalismo italico, e al mercato globalizzato,
segnerà profondamente il futuro del lavoro nei prossimi anni.
Ma andiamo con ordine:
SALARIO
L'aumento salariale è di 85.000 lire al quinto livello diviso in 2 rate:
a luglio 43.000 lire, ad aprile del 2000 42.000 lire, più 120.000 lire
di una tantum.
Analizziamo con ordine la costituzione dell'aumento salariale; intanto gli
aumenti sono lordi, un lavoratore di terzo livello (categoria più
corposa) prenderà in busta paga nette il mese prossimo 26.000 lire circa
e 25.000 lire nell'aprile del 2000. Come si può notare con questi
aumenti la qualità della vita cambierà radicalmente.
Alcune considerazioni: circa 40 ore di sciopero, facendo un costo medio orario
di 13000 l'ora sono costate ai lavoratori circa 500.000 lire nette. Lascio a
voi il conto di quanto ci voglia per andare al recupero.
SCATTI di ANZIANITA'
La tanto sbandierata "solidarietà" ancora una volta è
stata strumento per eliminare una voce che da anni gli industriali volevano
togliere; ecco che da questo contratto si applica la norma del congelamento,
pertanto quei quattro soldi che derivavano dall'automatismo vengono
soppressi.
ORARIO di LAVORO
La richiesta di riduzione di orario per i super turnisti (nulla a che
vedere con le 35 ore!) si aggirava intorno alle 30 ore annue. E' stata ridotta
a 8 ore dal primo gennaio 2001.
FLESSIBILITA' e STRORDINARI
Questo è il nodo cruciale dell'accordo.
Nella piattaforma presentata dai sindacati confederali non vi erano voci che
parlassero di flessibilità; questa voce è entrata
prepotentemente, da protagonista, nel corso della contrattazione e, con il
capitolo degli straordinari, ne fa veramente un contratto "qualificante".
Finalmente, basta! Basta con la rigidità della manodopera!... basta con
diritti arcaici che inceppano il meccanismo produttivo!
La flessibilità viene sancita da un Contratto Collettivo Nazionale di
lavoro dei Metalmeccanici.
Certo, per ora è solo uno spiraglio "Programmazione dell'orario
plurisettimanale per stagionalità di prodotto e per cause atmosferiche
nell'istallazione/montaggio" ma tutto lascia ben sperare per i futuri
sviluppi.
Inoltre le ore straordinarie obbligatorie sono aumentate di ben 50, da
aggiungere alle 150 già previste per le aziende con più di 200
addetti e alle 200 per le aziende con meno di 200 addetti. Alla faccia delle 35
ore e della disoccupazione.
Mi preme sottolineare come la questione della flessibilità non sia mai
stata affrontata nelle assemblee di lavoratori e delegati che avrebbero dovuto
sancire la piattaforma del rinnovo contrattuale.
Sorvolo su altre "perle" di questo contratto tutte interne alla filosofia
confindustriale, dove l'umano si caratterizza come appendice del sistema di
impresa e del mercato globale.
Antonio D'Errico
In nessuna assemblea dei lavoratori o dei delegati c'è stato un minimo
accenno a discutere di un problema così inquietante per il futuro dei
lavoratori. In qualsiasi organizzazione anche la più reazionaria nessuno
può trattare di cose che non erano trattabili, e quantomeno serviva un
nuovo mandato. Forse credono di essere nell'Unione Sovietica staliniana? Come
se non bastasse si arriva al capitolo degli straordinari, il monte ore annuo
è stato aumentato di 50 ore (alla faccia delle 35 ore e della
disoccupazione).
Non è finita qui, altre perle ce ne sono, ma se qualcuno avesse avuto un
dubbio su chi ha fatto il contratto dei metalmeccanici 99... certo la
CONFINDUSTRIA!
Più lo leggo, e ne cerco qualche cosa di positivo pensando che forse
stiamo esagerando nell'essere super critici e più questo contratto fa
schifo, ma purtroppo passerà.
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