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Da "Umanità Nova" n.23 del 27 giugno 1999

Astensionismo e liste alternative

Volendo commentare l'ulteriore consistente aumento dell'astensionismo che ha così tanto preoccupato tutti i partiti, ci si può rifare a quel "distacco tra società civile e sistema politico" segnalato dal sociologo padovano Ilvo Diamanti.

Questo distacco, questa separazione, sono a ben vedere la vera ragione per cui tutte le forze politiche istituzionali hanno fatto del loro meglio per arginare le pur diverse tendenze astensioniste ormai sempre più presenti nella società italiana ed europea, giungendo persino a sperare nella tenuta elettorale di partiti "antisistema", quali la Lega Nord, in grado di attrarre una parte della sfiducia e della protesta sociale, trasformandola in voti e quindi consenso al sistema democratico.

Stavolta però, ben più di Bossi, si è rivelata funzionale a questo scopo la lista radicale della Bonino che, dopo essersi accreditata con una campagna elettorale vittimistica che la dipingeva come fuori dal coro della politica dei partiti, ha presumibilmente recuperato voti proprio nelle diverse aree d'opposizione sottraendoli alla Lega Nord, Rifondazione Comunista e Alleanza nazionale.

Tornando al già accennato "distacco", con ogni probabilità, quello che lo rende preoccupante per i partiti politici ha a che vedere con almeno tre questioni.

La prima che costituisce una causa di instabilità nel delicato equilibrio tra i poli, partiti e partitini; la seconda è che comunque testimonia una evidente perdita di credibilità per quella democrazia che anche in tempo di guerra è stata celebrata come il migliore dei sistemi politici possibili, al punto che per affermarla sono state ritenute giustificate persino le stragi e le bombe NATO; la terza è che in una situazione in cui la politica delegata e i partiti parlamentari non rappresentano più consistenti settori sociali, si rafforza la tendenza all'autorganizzazione (quella vera, non quella della sedicente lista Cobas che ha giustamente meritato lo 0,0 alle Europee) e - perché no? - possono aprirsi spazi per tornare a parlare di rivoluzione sociale.

Detto questo, si comprende meglio il ruolo giocato , volenti o nolenti, da alcune liste "alternative" che localmente si sono presentate per le elezioni amministrative in alcune città. Emblematica appare in tal senso l'esperienza di Padova, dove il portavoce del Melting dei centri sociali del Nord Est che si era presentato come candidato sindaco della lista "Non solo Verdi, non solo Rossi", federata al partito di Manconi. Infatti il candidato "antagonista" dopo aver raccolto 1.807 voti, pari all'1,4% (ossia poco più di quanto rastrellato dal candidato dei nazisti di Forza Nuova e circa un migliaio di voti in meno rispetto al diretto concorrente di Rifondazione Comunista) non ha perso un minuto per dire che al ballottaggio tra il sindaco uscente Zanonato del Centro-sinistra e la candidata del Centrodestra bisognerà sostenere il primo; la motivazione addotta per i suoi elettori è ancora una volta quella dell'unità antifascista e così 1.807 soggetti che si ritengono antagonisti, ribelli, etc. andranno a votare per un politico DS, salito all'onore delle cronache per le sue campagne sulla "sicurezza" e contro le prostitute immigrate, mentre se tutto andrà per il meglio il portavoce dei centri sociali troverà un incarico presso l'assessorato agli affari sociali.

Qualcuno potrà obiettare che l'avversione antiautoritaria alle istituzioni è antica; è vero, ma è vecchia almeno quanto l'illusione riformista secondo cui i "rivoluzionari" dentro le istituzioni del dominio sono utili per cambiare il mondo.

"E' l'eterna storia del potere politico, da quando questo potere è stato stabilito nel mondo. Ed è ciò che ci spiega anche come e perché uomini che sono stati i più rossi democratici, i più furibondi ribelli, quando si trovavano nella massa dei governati, diventano conservatori eccessivamente moderati appena saliti al potere. Ordinariamente si attribuiscono queste palinodie al tradimento. E' un errore. Hanno per causa principale il cambiamento di prospettiva e di posizione; e non dimentichiamo mai che le posizioni e le necessità che queste impongono sono sempre più potenti dell'odio o della cattiva volontà degli individui" (Bakunin).

KAS.



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