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Da "Umanità Nova" n.24 del 4 luglio 1999

Ricordando...

Aurelio Lolli

Domenica 30 maggio 1999 è scomparso il compagno Aurelio Lolli. Era nato a Castel Bolognese il 10 agosto 1899 e tra poche settimane avrebbe compiuto un secolo di vita. Ci stavamo preparando a festeggiare con lui adeguatamente questo traguardo che ormai sembrava a portata di mano e cui teneva molto, ma il destino ha voluto diversamente.

Era l'ultimo rappresentante vivente di quella generazione di anarchici castellani nati a cavallo dell'anno 1900 e che iniziarono a svolgere attività politica all'epoca della prima guerra mondiale. Una generazione che molto ha dato al movimento anarchico castellano, seguita alla prima generazione dei fondatori all'epoca dell'Internazionale antiautoritaria, e alla seconda dei militanti nati intorno al 1880 e attivi a partire dall'inizio del secolo, che ebbe in Armando Borghi il suo più noto esponente.

Aurelio aveva aderito al movimento anarchico giovanissimo, frequentando i libertari del paese particolarmente numerosi all'epoca , insieme a diversi coetanei tra i quali spiccava Nello Garavini, a cui sarebbe rimasto poi legato da fraterna amicizia per tutta la vita. Proprio la Grande guerra rappresentò, per i giovani anarchici castellani della terza generazione, la prova del fuoco. Oltre a svolgere tutti un'attiva propaganda contro la guerra, alcuni disertarono per non rendersi corresponsabili del macello scatenato dagli opposti imperialismi. Coinvolto nella chiamata alla leva dei ragazzi del "'99", Aurelio avrebbe voluto fare altrettanto in nome dei propri ideali pacifisti e antimilitaristi e per sottrarsi al fronte, ma dopo alcuni giorni di latitanza venne dissuaso dai familiari consapevoli dei pericoli ai quali come disertore sarebbe andato incontro. Rientrato in ritardo dopo una licenza in caserma ad Alessandria, dove aveva concluso il Car, ottenne il condono solo dopo avere scontato alcuni mesi di carcere a Casale Monferrato. Venne poi inviato in Albania, dove rischiò la vita per avere contratto la malaria e in seguito la spagnola. La guerra gli portò via l'amato fratello maggiore Giovanni, caduto al fronte.

Nel primo dopoguerra diede il proprio contributo alla lotta che gli anarchici castellani avevano ingaggiato, con pochi altri militanti e simpatizzanti di sinistra, contro la montante reazione fascista. Dopo il definitivo avvento del al potere del fascismo, mentre altri compagni prendevano la strada dell'esilio, scelse di restare a Castel Bolognese e si ritirò a vita privata, senza mai aderire al nuovo regime. Dopo la fine della seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo fu tra i compagni che nel 1945 ricostituirono il Gruppo anarchico di Castel Bolognese, aderente alla F.A.I. Fino all'età della pensione svolse l'attività di macellaio, ereditata dal padre.

Dopo avere contribuito nel 1916 alla fondazione in paese della prima Biblioteca Libertaria, attiva nel primo dopoguerra e fino all'avvento del fascismo, fu tra i fondatori (con Nello Garavini, Giuseppe Santandrea e altri superstiti di quella stagione) della nuova Biblioteca Libertaria nel 1973, ospitata in locali di sua proprietà. Rimasto solo e senza eredi diretti dopo la morte delle due sorelle, nel 1985 decise di destinare alla Biblioteca gli immobili di sua proprietà, e per rendere fattibile questa sua volontà nacque pertanto la Cooperativa Biblioteca Libertaria "Armando Borghi", di cui è rimasto Presidente fino alla morte.

Il decesso avvenuto all'ospedale civile di Faenza, dove era ricoverato da qualche settimana per un peggioramento del suo stato di salute. Fino all'ultimo è vissuto da solo nella sua casa, assistito da amici e compagni e dalle operatrici del servizio di assistenza domiciliare del Comune. Di fatto, dopo la morte delle sorelle, la sua famiglia erano i compagni. Negli ultimi anni era seminfermo e quasi non camminava più, ma è rimasto lucido fino alla fine. Il funerale si è svolto in forma civile martedì 1 giugno, con bandiere anarchiche e canti anarchici trasmessi con un im0pianto di amplificazione montato su una macchina. Oltre a molti abitanti di Castel Bolognese, vi hanno preso parte compagni provenienti da Bologna e da varie località della Romagna. Se n'è andato portando con se sottobraccio nella bara l'ultima copia arrivata di "Umanità Nova", il suo giornale.

Giampiero Landi



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