Da "Umanità Nova" n.25 del 25 luglio 1999
Bologna: sindaco di sinistra per giunta di destra
Guazzaloca Boys
Con un certo ritardo commentiamo le elezioni comunali più seguite e
commentate. Parliamo delle elezioni per il sindaco di Bologna che ha visto il
PCI-PDS-DS perdere il governo della sua città vetrina e consegnarla alla
lista civica sostenuta dal polo berluscon-finiano. Per i bolognesi non é
stato affatto chiaro il clamore sollevatosi e ciò per una serie di
questioni che andremo elencando.
Per prima cosa l'affermazione del polo si é prodotta grazie al fatto che
l'ulivo bolognese ha perso 90 mila voti nel giro di 20 giorni. Bisogna poi
considerare che Giorgio Guazzaloca era il candidato in pectore dell'ulivo
bolognese prima che a Prodi e Veltroni, in competizione fra loro, balenasse la
brillante idea delle primarie. Nonostante l'ulteriore incremento delle
astensioni nella fase del ballottaggio le percentuali sui voti di lista
contraddicono quelle per il sindaco tanto che é evidente come molti
elettori dell'ulivo abbiano votato per Guazzaloca.
Il dato certamente nuovo per Bologna che pochi commentatori hanno messo in
rilievo é quello delle astensioni. Qui si era abituati a percentuali
bulgare (80% dei votanti, 70% dei voti alle liste in qualche modo sponsorizzate
dai nipoti di Togliatti). Nelle elezioni europee-provinciali-comunali del
giugno 1999 si é giunti alla conclusione con 333 mila elettori dei quali
110 mila non sono andati a votare, 108 mila hanno votato per la Bartolini (la
candidata dei DS) e 112 mila hanno votato per Guazzaloca. La nuova giunta conta
quindi sul consenso ed il sostegno del 33% dei bolognesi iscritti alle liste
elettorali.
Ma chi é questo Guazzaloca assurto agli altari della cronaca per aver
sfrattato i DS dal palazzo municipale di Bologna? Presidente dell'ASCOM (le
Camere di Commercio), iscritto al partito repubblicano, negli anni '80 di area
socialista, é sempre stato, da 20 anni a questa parte un uomo
dell'establishment bolognese. Non a caso doveva essere il candidato della
sinistra ulivista, uomo di casa sia in via della Bevera (sede dei DS) che in
via Gerusalemme (casa, studio, sede di Prodi). Oggi é di casa anche a
villa Revedin (sede dell'arcivescovado del cardinal Biffi). Molti socialisti
(da Franco degli Esposti a Franco Piro) ne hanno sostenuto candidatura e
campagna elettorale e tutti i prodiani hanno esercitato l'astensione tecnica.
Molti degli astenuti sono anche gli elettori di Rifondazione che avendo offerto
(per bocca del leader maximo Fausto Bertinotti) il sostegno alla candidata dei
DS, Silvia Bartolini, si sono visti sbattere la porta in faccia.
Sono molti, in città, coloro che sostengono che i DS abbiano voluto
perdere. Potrà sembrare strano eppure le argomentazioni sono più
che convincenti. Si dà il caso che stesse maturando una tangentopoli
all'ombra delle due torri legata alla vicenda della privatizzazione delle
farmacie comunali: city manager che viene assunto dalla ditta assegnataria
dell'appalto dopo aver fissato il prezzo alla metà del valore stimato
con messa fuori gioco del cartello della lega delle cooperative che continua a
pagargli lo stipendio. Per cui, meglio perdere la poltrona di sindaco che
trovarsi i carabinieri in casa.
L'assunzione di Guazzaloca a sindaco di Bologna ha però scatenato la
canea reazionaria clerico fascista bolognese. Alleanza Nazionale che già
lo aveva candidato alle elezioni europee dopo che era caduto in disgrazia per
le sue manie di grandezza ha imposto Giovanni Preziosa (tristemente noto
superpoliziotto della questura bolognese, dello stretto entourage della banda
della Uno Bianca) all'assessorato alla sicurezza: un vero pistolero alla carica
di sceriffo della città. Il fascista Pellacani, presidente del quartiere
S. Stefano e accanito avversario degli anarchici, assurge alla carica di
assessore alla partecipazione. Giovanni Salizzoni che ha fatto pratica politica
nelle "pattuglie cittadine" (corpo paramilitare di polizia privata) ed
esponente della destra cattolica diventa vice-sindaco. Poi lo stuolo di
personaggi della Bologna bene che sotto le bandiere di Forza Italia si
apprestano alla lottizzazione del potere derivante dai massicci investimenti
previsti per l'area metropolitana bolognese nei prossimi anni. L'anatra
all'arancia potrebbe essere il nuovo vessillo del municipio.
redb
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