unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.25 del 25 luglio 1999

Bologna
Attacco alla sede degli anarchici

Nella notte fra il 6 ed il 7 luglio le fiamme si sono sprigionate nel locale delle caldaie del Cassero di Porta S.Stefano, dal 1972 sede del circolo "Camillo Berneri" di Bologna. Per fortuna tali caldaie non sono mai state in funzione e tale locale non é comunicante con i restanti locali del circolo. Per cui, anche grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco, non vi sono stati danni all'interno del circolo mentre andavano in fumo le masserizie dei clochard che abitualmente dormono sotto il porticato antistante. Nonostante tutto potesse finire in "gloria", la digos (che staziona di fronte al cassero 24 ore al giorno) ne ha approffittato per entrare all'interno del circolo (i vigli del fuoco avevano forzato la porta principale per verificare che non vi fosse propagazione di incendio all'interno) ed asportare materiale vario: la foto della manifestazione per il 50esimo della FAI svoltasi a Carrara nel 1995, copie di volantini (già diffusi pubblicamente) presso la fotocopiatrice, cartelle con materiale documentario (in particolare volantini e documenti degli anni '60 e '70) che erano in un mobile vicino alla fotocopiatrice. Una sorta di rivendicazione, parrebbe, visto che la pattuglia della digos se non ha direttamente appiccato il fuoco, quantomeno dovrebbe aver visto gli autori del misfatto.

In realtà il clima politico che si é venuto delineando a Bologna può legittimare qualsiasi imbecille a compiere un atto di tale gravità. I possibili autori, le loro parti politiche e gli antecedenti non mancano. Già alcuni anni addietro i fascisti di "terza posizione" avevano imbrattato i muri del Cassero (e della zona) con scritte provocatorie ed intimidatorie. Spesso dobbiamo registrare atti vandalici contro la sede (vetri rotti, insegna divelta, ecc.). Domenica o, forse sabato notte, mentre era in corso il meeting anticlericale, erano stati infranti i vetri delle finestre a fianco della porta principale del circolo. Nei giorni immediatamente precedenti il meeting anticlericale gli organizzatori (il cui numero di cellulare era stato pubblicato sul manifesto di convocazione della manifestazione) erano stati pesantemente minacciati oltre che insultati con fraseologie da sacrestia.

Il clima politico al quale si fa riferimento non é tanto a livello sociale quanto a livello istituzionale e di mass media. Negli ultimi due anni si sono sprecate le campagne di criminalizzazione contro gli anarchici, la nuova giunta di centro destra poggia la sua capacità di mobilitare la piazza sulle organizzazioni della destra clericale e fascista. Uomini come il consigliere Ruocco, i Guazzaloca boys che la sera del 27 giugno gridavano in coro "chi non salta comunista é", gli uomini di Fini e di Casini sono il background politico e culturale della nuova giunta. Dopo i festeggiamenti in piazza Maggiore e a palazzo d'Accursio i Guazzaloca boys si sono esibiti in cacce e pestaggi all'immigrato in via Indipendenza e in scorribande davanti al Cassero di Porta S. Stefano. Quella sera al circolo "Berneri" era in corso un'iniziativa femminista ed i malcapitati fascisti hanno dovuto limitarsi alle urla di fronte alla reazione di un centinaio di donne.

Dicevamo del clima reazionario. In realtà l'agibilità per gli anarchici e la solidarietà attorno alle loro iniziative non sono messe in discussione. Le stesse elezioni hanno visto una massiccia astensione elettorale. Si evidenzia la dicotomia fra il quadro politico-istituzionale e la gente ed é forse questa la chiave di lettura degli attacchi polizieschi, giudiziari, terroristici ai danni del movimento anarchico bolognese. Una sorta di provocazione anticipata tendente a farci saltare i nervi o intimorirci, per metterci fuori gioco nel momento in cui le tensioni sociali e politiche si faranno ancora più stridenti. Va da sé che ciò é una pia illusione per gli sgherri e gli sbirri di turno.

redb



Contenuti UNa storia in edicola archivio comunicati a-links


Redazione: fat@inrete.it Web: uenne@ecn.org