Da "Umanità Nova" n.26 del 5 settembre 1999 Ricordando...Gino Bibbi L'8 agosto è morto a Carrara Gino Bibbi, dopo aver raggiunto il traguardo dei cento anni lo scorso febbraio. Avendo espresso precise disposizioni in merito, non vi è stata alcuna cerimonia funebre, ed il corpo è stato cremato con un fazzoletto rosso e nero al collo. Proveniente da famiglia benestante, il padre era proprietario di una grande falegnameria, fin dalla prima giovinezza si schiera dalla parte degli anarchici: dopo aver gettato volantini antifascisti dalla sua moto, quando ormai il fascismo si è consolidato a Carrara intorno al ras Renato Ricci, viene disarcionato e pestato e la segheria del padre data alle fiamme. Nel '26, mentre è studente di ingegneria a Milano, si presta a fare da corriere per consegnare a Gino Lucetti, suo cugino, le bombe che gli sarebbero servite per attentare alla vita del Duce a via Nomentana, Roma, l'11 settembre. Viene più volte confinato a Ustica, Ventotene e, riesce a farsi trasferire a Palermo per proseguire gli studi universitari; da lì sfugge alla sorveglianza raggiungendo l'Africa del Nord e poi, qualche tempo dopo, si trasfersce in Spagna nei primi anni '30. Qui inizia un'attività e prende lezioni di volo, con lo scopo di giungere in aereo su una delle ville ove Mussolini soggiorna e compiervi un attentato. In Spagna lo raggiunge anche il suo amico, il repubblicano Randolfo Pacciardi che comanderà la colonna di "Giustizia e Libertà". Qui torna a frequentare i vecchi compagni, che dopo aver percorso le più diverse strade imposte dalle persecuzioni, dal confino e dall'esilio, confluiscono per combattere in sostegno della rivoluzione. Fra essi Umberto Tommasini, che resterà legato da amicizia con lui anche quando si allontanerà dal movimento anarchico, un folto gruppo di carrarini, fra i quali sua sorella Maria, e tanti altri fra cui Berneri e Barbieri, che ai primi di Maggio del '37 verranno uccisi dagli stalinisti al comando di Longo e Togliatti. Durante la guerra contro Franco, Bibbi non combatte in trincea: assolve invece varie missioni, assai delicate, quali procurare armi, effettuare sabotaggi, sorvoli di ricognizione ecc. In questo periodo, essendosi trovato più volte alle calcagna la "Ghepeù" di Togliatti, è andata maturando in lui una integrale avversione per il partito comunista, corpo e anima con lo stalinismo, che negli anni del dopoguerra, con la pretesa egemonizzazione della Resistenza e la scalata verso il potere, non potrà che trovare conferma. I rapporti di Bibbi con il movimento anarchico organizzato si interrompono quando lascia la Spagna per il Sud America. Negli anni '50, al suo rientro a Carrara, quando alla ribalta della politica italiana si afferma il movimento di Pacciardi per il presidente eletto dal popolo, egli vi fa riferimento. La sua amicizia con Pacciardi e l'anticomunismo lo portano negli anni '60 sulla sponda opposta a quella di partenza, partecipando a qualche riunione in cui sono presenti i promotori della "Rosa dei venti". Si scatena una campagna di stampa ed un processo in seguito ai quali Bibbi prende le distanze (dice di esser stato tirato in mezzo) e, pur mantenendo la sua amicizia con Pacciardi, si apparta dalla sua formazione tornando a definirsi anarchico individualista, cioè non in relazione col movimento organizzato. Uno dei tratti della sua personalità è l'antitotalitarismo: aperto e cordiale, accetta di sostenere i suoi punti di vista anche coi più accaniti avversari, sempre nel tentativo di demolire con la parola il "partito preso", inducendo al ragionamento, alla riflessione, e al miglioramento degli individui, senza la quale, dice, non si può pensare di giungere ad una società migliore. A + F
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