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Da "Umanità Nova" n.26 del 5 settembre 1999

Senza Frontiere
Brevi dal mondo

Krasnodar: condannati senza prove gli anarchici

Il 20 luglio la corte distrettuale di Krasnodar, nella Russai meridionale ha emesso la sentenza riguardante il caso degli anarchici arrestati alcuni mesi fa (e di cui UN ha più volte riferito).

La sentenza di condanna per due anarchici è stata inaspettatamente dura, specialmente perché uno di essi, una donna incinta di otto mesi, sta usufruendo di un'amnistia che è valida sino alla fine dell'anno.

Alla fine di maggio, alla conclusione dell'istruttoria la situazione dei tre arrestati, Maria Randina, Larisa Schiptsova e Gennady Nepshikuyev, sembrava in via di miglioramento. Le accuse contro Maria Randina erano cadute ed essa era diventata una testimone, non più accusata nel processo. Tutti e i tre arrestati erano stati rilasciati in libertà (almeno a parole nel caso di Larisa) fino all'udienza della corte. Gli investigatori non riuscivano a presentare prove in grado di accusare i tre di appartenenza ad un gruppo criminale e terrorista ed allora ppariva ovvio che il "caso" si sarebbe sgonfiato davanti ai giudici.

Larisa e Gennady erano accusati di possesso e trasporto di esplosivi e larisa anche di possesso di cannabis.

Ma, nel frattempo tutti i passi fatti per far uscir4e effettivamente Larisa dal carcere dellla FSB (ex KGB, la polizia politica) erano ignorati in disprezzo della sua condizione di gravidanza avanzata: Il suo avvocato, Stanislav Markelov, era al centro degli interessi della FSB. Illegalmente spiato, i nastri delle intercettazioni sono finiti tra i materiali d'accusa secondo gli standard russi di normale violazione della legge da parte di chi la dovrebbe far rispettare. Il 28 giugno egli fu anche interrogato a mosca dagli agenti della FSB in merito ad un attentato agli uffici di polizia nell'aprile precedente.

Il 12 luglio iniziavano le udienze davanti alla corte di Krasnodar. Il pubblico ministero chiedeva 6 anni per larisa e 7 per Gennady, ma gli avvocati dei compagni speravano di ottenere una spearanza più mite e l'amnistia per Larisa a causa della sua gravidanza.

La corte non ascoltò la gran parte delle testimonianze, mentre la testimone principale; Maria Randina, confermò la sua precedente testimonianza e negò che fu Larisa a darle il congegno esplosivo. La corte fece una pausa il 14 luglio giusto per sentire le ultime dichiarazioni di Larisa e per annunciare il verdetto per il 20 luglio. Le richieste di amnistia vennero rigettate dalla corte.

Il 20 luglio ecco il verdetto: 4 anni di detenzione in un campo per Larisa e 3 anni per Gennady, senza amnistia o post-esecuzione della sentenza.

Immediato il ricorso presentato dagli avvocati, mentre veniva organizzata una conferenza stampa di protesta.

La sentenza di condanna per Larisa e Gennady fu annunciata lo stesso giorno che un noto giornalista russo, Grigory Pasko veniva rilasciato dalla prigione del KGB di Vladivostok. I due casi sono molto simili in alcuni aspetti, soprattutto sul fatto che il KGB ha tentato di accusare di crimini "pesanti" le persone coinvolte (di "terrorismo" nel caso dei tre di Krasnodar, di "tradimento del paese" Pasko, per aver riportato informazioni sugli incidenti nucleari nella Marina Russa del Pacifico) senza riuscire a presentare "prove" nel corso del processo.

Comunque, una volta catturati ed imprigionati, gli accusati non hanno possibilità di rilascio - KGB e pubblica accusa non ammettono mai errori e presentano invece "prove" deboli e sentenze più lievi.

Pasko fu accusato di violazione della sua responsabilità professionale, condannato a tre anni, amnistiato e liberato. Egli ha avuto anche la fortuna di avere la pubblica opinione dalla sua parte ed un'estesa campagna stampa.

Gli anarchici arrestati a Krasnodar ebbero qualche attenzione su stampa e Tv principalmente al tempo dell'apertura del processo. Ma il giorno dopo la condanna nessun giornale a tiratura nazionale si è pronunciato: ciò significa che occorre un grande sforzo da parte dei compagni affinché sia nota a tutti l'ingiusta sentenza di condanna.

E' urgente che un'ondata di lettere di protesta investa gli uffici dei burocrati e degli esecutori.

I recapiti sono:

Krasnodar Regional Procurator A. N. Shkrebets. Fax (7 8612) 68 30 95

Krasnodar Governor Nicolai I. Kondratenko. Fax (7 8612) 62 57 16

Recapito postale: 350014, Russia, Krasnodar, ul. Krasnaya, d. 35

E - mail: admkuban@m400.Krasnodar.ru

Proteste nei confronti delle ambasciate e consolati russi faranno capire alle autorità russe che la notizia dell'ingiusta condanna non passerà sotto silenzio.

Altre informazioni sono disponibili (in russo, inglese, tedesco) su www.ecoline.ru/actions/bomba

Gruppo di Mosca di controinformazione contro la politica di repressione - koalabear@glasnet.ru

Corrispondenza dalla Russia

Traduzione di M.V.

Chiapas: aumenta la pressione militare sulle basi di appoggio dell'EZLN

Intorno alla metà di agosto, le truppe federali, la polizia statale ed i paramilitari del Chiapas hanno accentuato le loro minacce alle basi d'appoggio dell'EZLN, in particolare nel villaggio di Amador Hérnandez, che si trova all'entrata della riserva ecologica dei Montes Azules. La causa di questa aggressione è il rifiuto degli abitanti di permettere la costruzione di una strada la cui unica finalità è accerchiare gli abitati zapatisti che si trovano tra questo villaggio e La Realidad.

A seguito dello scontro iniziale, un gruppo di studenti della UNAM, della UAM e della Scuola Nazionale di Antropologia e Storia, che si trovavano in La Realidad per un Incontro in Difesa del Patrimonio Storico del Messico, ha deciso di rivolgersi al villaggio per appoggiare a la comunità.

Questo appoggio ha scatenato le forze repressive, in particolare le forze pubbliche dello stato del Chiapas e i gruppi di priisti e di paramilitari.

I governatore ad interim (non eletto) Roberto Albores ha dichiarato che il "popolo del Chiapas è già stanco dell'intromissione di gente estranea allo stato ed ha minacciato d'incarcerare coloro che appoggiavano il blocco ad Amador Hernández." Il risultato concreto è che bande di paramilitari, appoggiate dall'esercito, hanno bloccato l'accesso a La Realidad, a partire dall'abitato di El Momón. Queste bande hanno già aggredito quattro persone che si dirigevano verso La Realidad. Contemporaneamente si è osservata una grande mobilitazione militare (tanto per terra come per aria) vicino a La Realidad.

Il 25 agosto 1999, nella mattinata, truppe dell'Esercito Federale e della Polizia di Sicurezza Pubblica dello stato di Chiapas hanno attaccato la Comunità di San Josè la Esperanza, ubicata tra i villaggi di Rizo de Oro e l'Aguascalientes della Realidad.

Nell'attacco militare sono stati arrestati arbitrariamente, colpiti e ammanettati i compagni Enrique Lopez Cruz, Estanislao Lopez Gomez e Carmelino Mendez Lopez. Inoltre sono risultati feriti con proiettili i Compagni Hemelindo Vazquez Lopez e Francisco Vazques Vazquez e le donne delle comunità sono state picchiate dai militari.



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