unlogopiccolo

Da ìUmanità Novaì n.27 del 12 settembre 1999

Emma dai baffi blu

La Bonino ha i baffi finti e, per di più, di un colore del tutto implausibile. Questa affermazione del tutto surreale è assolutamente giustificata e ben fondata. L'ultimo rampollo (non è un errore: ìL'uomo che ci vuole per presidenteì, così titolava un manifesto pro-Bonino prima dell'ultima elezione presidenziale) del già rigoglioso arbusto radicale, si aggira per le piazze d'Italia (insieme al guru Pannella) mendicando firme per l'ultima raffica di referendum che dovrebbero cambiare il paese, sottraendolo alla dittatura della partitocrazia, dei sindacati e della magistratura, liberandolo da leggi liberticide ed obsolete che impediscono il libero sviluppo economico e la partecipazione reale dei cittadini alla vita sociale ed alle decisioni che li riguardano, per la ìrivoluzione liberaleì insomma. Dove sta l'inghippo? In tanti posti ci verrebbe da dire, almeno sotto ciascuno dei peli dei suoi baffi. In primis, nell'orgia delle proposte referendarie ce n'è una bella sfilza che riguardano il mondo del lavoro. Ora è notorio che per i radicali - almeno quelli d'oggi - i lavoratori sono una sorta di sub-specie umana, priva di ogni interesse rispetto ai ìcittadiniì, categoria svincolata da ogni determinazione economica dove Giovanni Agnelli è titolare di diritti e di doveri al pari del più sfigato borgataro romano, ma qui mi sembra che si sia sorpassato ogni limite di decenza: persino nei sogni più audaci di Cipolletta e Fossa non c'è posto per una distruzione così totale delle ultime garanzie di cui oggi i lavoratori ancora godono. Dalla libertà totale per le imprese di licenziare, alla liberalizzazione totale dei contratti a domicilio (forma ignobile di supersfruttamento), alla liberalizzazione del part-time e dei contratti di lavoro a tempo determinato (ancora più precarizzazione), per finire alla liberalizzazione del collocamento privato (così, insieme al lavoro interinale si smantellano le ultime garanzie di un avviamento al lavoro non discriminatorio e si da via libera al moderno caporalato). Come se non bastasse i nuovi (o post o ex, fate voi) radicali si esercitano anche sulla previdenza e l'assistenza: elevamento dell'età pensionabile, mano libera alle assicurazioni private nel campo della sanità e degli infortuni sul lavoro. Poi, per chiudere, la solita spolverata di referendum sui finanziamenti pubblici (salvo poi utilizzarli per Radio radicale o per pagare i giovanotti che raccolgono firme) e sulla giustizia. Brava Emma, hai trovato la ricetta giusta, la rivoluzione liberale (pardon liberista) che tu propugni, insieme ai tuoi amichetti, è la libertà alle imprese di crescere, espandersi, aumentare i profitti; il lavoro, quello poi, come al solito viene dopo e se viene sarà probabilmente ancora più malpagato, duro e senza garanzie. Ma che ce ne importa? Nel wild far west in cui vorresti trasformare questo dolce e solatio paese ci saranno pari opportunità per tutti: per i poveracci di diventare sempre più poveri, per i ricchi di arricchire sempre di più.

Ma passiamo al colore dei baffi, sono blu e in quanto tali si vede benissimo che sono finti. Dei referenda, come espressione di sovranità popolare, alla Emma non gliene frega niente, quello che conta è spostare sempre più a destra l'asse del dibattito politico su alcune importanti questioni che riguardano lavoro e welfare, poi il lavoro manuale lo faranno i padroni, i sindacati di stato, il parlamento e i tanto vituperati partiti. Loro, il radicalume d'oggi, sono i guastatori, le truppe d'assalto di questa sporca guerra e agiscono tramite blitz, tanto sanno benissimo di non avere quella minima base sociale di consenso che persino la Lega o i postfascisti di AN in qualche modo detengono. Ma che importa? Un po' di polverone, con l'abile uso di quell'apparato mass-mediatico che il Pannella finge di disprezzare, si riesce sempre a sollevare e poi, se un tot di fessacchiotti si lascia infinocchiare e ti regala un po' di firme o qualche voto va tutto bene, comunque e in ogni caso una bella carica di prestigio prima o poi arriva.

Fan'culo Emma, te, i tuoi baffi blu e la spazzatura che ti circonda. Di una cosa sola ti ringraziamo, di aver lasciato cadere l'aggettivo libertario per definire le tue nefandezze. Quello era veramente troppo.

Guglielmo del Surrey



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