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Da "Umanità Nova" n.28 del 19 settembre 1999

Cremate Monsanto!
Organismi Geneticamente Modificati e multinazionali

La Monsanto, insieme ad un manipolo di altre multinazionali e con la complicità di governi e organismi internazionali, è responsabile del progetto mondiale di diffusione degli organismi geneticamente manipolati (OGM) diretto ad instaurare un controllo monopolistico sul mercato agroalimentare a scapito degli equilibri ambientali, del diritto alla salute e della valorizzazione delle biodiversità. Alla faccia del suo slogan che recita: "Monsanto, Food, Health & Hope".

Per cominciare un dibattito e avviare azioni di controinformazione e boicottaggio/sabotaggio, può essere importante percorrere le tappe che hanno portato alla situazione attuale.

Fatti e misfatti (cronologia essenziale)

1995

- Monsanto è classificata al quarto posto nella lista formulata dall'EPA (Agenzia Americana per l'Ambiente) relativa al rilascio di sostanze tossiche: 1.800 tonnellate di sostanze inquinanti di vario genere scaricate nell'aria, nei fiumi e nei suoli.

1996

Nel corso dell'anno Monsanto investe oltre 600 milioni di dollari per acquisizioni e contratti esclusivi con importanti società operanti nel campo della genetica: iniziano le grandi manovre per il dominio del mercato delle biotecnologie.

Introduzione sul mercato americano dei primi prodotti GM: patate NewLeaf e cotone Bollgard, in grado di proteggersi da soli dagli insetti, soia Roundup Ready, tollerante al diserbante Roundup (prodotto dalla Monsanto stessa). La soia Roundup viene esportata in Europa deliberatamente mescolata con la soia tradizionale; l'associazione dei coltivatori di soia americani si rifiuta di separare la soia normale da quella manipolata, come veniva richiesto, perché considerate "sostanzialmente equivalenti" (il principio della sostanziale equivalenza è la base dei criteri internazionali per la verifica delle misure di sicurezza riguardanti gli alimenti GM, tale principio è tuttavia privo di qualsiasi fondamento scientifico e non indica affatto la presenza di sostanze tossiche).

1997

La Monsanto scorpora l'attività chimica dalle altre attività dando vita a due società separate: Monsanto, che opera nel settore delle "scienze della vita" (??!!), e Solutia, che opera esclusivamente nel settore della chimica tradizionale. Successivamente, con investimenti di 4 miliardi di dollari, la multinazionale acquisirà alcune delle maggiori imprese mondiali operanti nel settore della genetica applicata all'agricoltura e della produzione e commercializzazione di sementi.

Novembre: per la prima volta in Europa il governo francese autorizza la coltivazione di una varietà di mais manipolato

1998

Il Comitato per l'arbitrato sulle Questioni dei Semi del Mississippi decreta che il cotone della Monsanto non ha raggiunto gli obiettivi pubblicizzati decretando rimborsi di circa 2 milioni di dollari ai coltivatori che avevano sofferto pesanti perdite nel raccolto. Qualcosa non funziona?

Maggio: l'ONU al servizio delle multinazionali. Il Codex Alimentarius (agenzia dell'ONU che definisce le regole internazionali sugli alimenti) respinge le richieste delle organizzazioni mondiali dei consumatori e decide a favore di un sistema di etichettatura incompleto per gli alimenti GM a tutto vantaggio delle industrie dell'alimentazione e della bioingegneria: un'etichettatura obbligatoria potrebbe consentire ai consumatori di boicottare i prodotti manipolati.

Luglio: l'UE pubblica la direttiva 98/44 sulla "protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche" con l'intento di contenere le distorsioni provocate dalla posizione dominante sul mercato dei colossi agroalimentari.

Settembre: nell'UE viene introdotta una nuova legislazione sull'etichettatura parziale della soia e del mais GM. Si stima che in Europa la soia GM sia presente in circa il 60% degli alimenti confezionati sotto forma di olio vegetale, farina di soia, lecitina e proteine di soia; il mais GM può essere rinvenuto in circa il 50% dei cibi confezionati come mais, farina, amido e sciroppo. Secondo la legislazione attuale però, più del 90% di questi ingredienti non devono essere etichettati.

Novembre: il quotidiano inglese "The Independent" pubblica un documento del governo della Nuova Zelanda in base al quale gli USA avrebbero minacciato di escludere la N.Z. da un potenziale accordo di libero commercio a causa dei piani neozelandesi di etichettare gli alimenti GM. La lobby delle biotecnologie ha forti legami con l'amministrazione americana (e sta penetrando anche negli organismi dell'Unione Europea).

Al grido di "Cremate Monsanto" gli attivisti di KRRS (associazione dei contadini dello stato di Kamataka - India - ) sradicano e bruciano piantagioni di cotone GM fornito con l'inganno da Monsanto.

Nel corso dell'anno anche in Europa iniziano le azioni di Greenpeace contro le piantagioni sperimentali di Monsanto e Novartis. A Maccarese (Roma) attivisti "ispezionano" coltivazioni di mais e soia transgenica della Monsanto (le piante sono evidenziate con vernice rossa non tossica, i campi delimitati con filo spinato e segnalati con grandi cartelli di denuncia): riscontrando gravissime irregolarità: il ministero della sanità minimizza.

Multinational Monitor (rivista che si occupa di multinazionali) inserisce la Monsanto tra le dieci peggiori imprese americane "per aver introdotto nella catena alimentare alimenti manipolati da un punto di vista genetico senza aver condotto test sufficienti sulla loro salubrità e senza aver informato adeguatamente i consumatori attraverso etichette particolari".

1999

In mancanza di regole precise la Monsanto approva un piano di sviluppo che prevede la commercializzazione di 14 nuovi prodotti biotecnologici nel quadriennio 1999/2002. Tra questi vi sono importanti colture come mais, cotone, patate, soia con caratteristiche agronomiche che incidono sulla crescita e sulla resa delle colture.

Febbraio: a Cartagena (Colombia) la conferenza sugli alimenti transgenici, svoltasi sotto egida ONU, si conclude con un nulla di fatto a causa delle posizioni divergenti tra paesi in via di sviluppo e potenze occidentali: niente avvio di un "protocollo per la biosicurezza", scomodo per le multinazionali americane intenzionate a proseguire con i loro piani di morte e sfruttamento del sud del mondo.

Luglio: il consiglio scientifico di ATTAC rivolge un appello all'opinione pubblica "per impedire la rapina da parte delle imprese transnazionali sul vivente". In particolare si richiede: "una moratoria sugli OGM, l'abbandono della direttiva europea sulla protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche (...) e la proclamazione di un nuovo diritto umano: il diritto sul vivente e sulle risorse genetiche in quanto beni comuni dell'umanità"

Luglio: il direttore di Greenpeace e altri 30 ecologisti sono fermati sono fermati dalla polizia inglese per aver parzialmente distrutto una piantagione di mais transgenico a Lyng, nei pressi di Norwich. "Le piante, messe a dimora in maggio con un programma del governo, sarebbero entrate la prossima settimana in fioritura. La polizia intervenuta su richiesta degli agricoltori della zona, ha arrestato tutti gli attivisti di Greenpeace che avevano partecipato all'azione" (trafiletto su "Il Manifesto" del 27/7/1999)

... e intanto Monsanto, Novartis e altri si affidano a importanti agenzie di comunicazione e marketing per lanciare una vasta campagna di "informazione scientifica e obiettiva" (almeno secondo loro) per convincere l'opinione pubblica sulla bontà dei loro biechi esperimenti e creare consenso intorno ai loro progetti di dominio del pianeta.

(a cura di Lele Odiardo)

NB
Monsanto Italiana S.p.A. ha sede a Peschiera Borromeo (MI), via Walter Tobagi n. 4, tel. O2/547411. L'agenzia che cura le relazioni esterne si chiama TT&A e le informazioni vanno richieste a un certo signor Patrick Trancu (tel. 02/5845701). Provateci!

Fonti:

"L'informatore agrario", organo della Confagricoltura, sito: http://www.informatoreagrario.it
"I rapporti di Greenpeace", sito:http://www.greenpeace.it
"Monsanto Italiana S.p.A", sito: http://www.monsanto.it
"Legambiente", sito: http://www.legambiente.it
"Equonomia - La rivista del consumatore critico", n. 2 giugno 1999
"le Monde Diplomatique", maggio '98, luglio '99
"Il secolo biotech", di J. Rifkin, ed. Baldini&castoldi, 1998, sito: http://attac.org



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