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Da "Umanità Nova" n.30 del 3 ottobre 1999

Napoli: Impedita la chiusura di Villa Floridiana nei giorni festivi

Lunedì 13 settembre i frequentatori della Villa Floridiana a Napoli hanno trovato una sgradita sorpresa. Un avviso del soprintendente ai Beni storici ed artistici, Nicola Spinosa, informava che a partire da domenica 19 la villa, una delle poche oasi verdi cittadine, sarebbe rimasta chiusa tutti i giorni festivi fino al 31 dicembre del '99 per mancanza di personale. Immediata la protesta dei napoletani senza distinzione di sesso e di età. Il Centro Studi e coordinamento della partecipazione democratica e la sezione regionale campana del WWF hanno cominciato subito a raccogliere firme. Ma non sotto una petizione, bensì sotto una breve nota in cui si rivendicava il diritto di tutti alla serenità, all'aria ossigenata ed alla difesa della salute anche nei giorni festivi e si affermava di essere pronti a difendere questo diritto con ogni mezzo. Centinaia di firme raccolte in poche ore e proteste di fuoco dei cittadini registrate e rese pubbliche dalla stampa locale hanno indotto il soprintendente Spinosa a fare marcia indietro: D'altra parte le sue giustificazioni non stavano in piedi. La mancanza di personale alla Floridiana è dovuta al fatto che alcuni custodi sono stati trasferiti da Spinosa a rinforzare l'organico del museo di Capodimonte. L'asserita mancanza di fondi per pagare gli straordinari oltre a dimostrare carenze nel programmare le spese è inaccettabile in un paese in cui si sprecano miliardi per opere clientelari o di scarso valore sociale. Da notare che Spinosa, prima di fare marcia indietro, è tornato a ventilare l'ipotesi che, per fare soldi con cui pagare il personale, forse sarebbe stato costretto ad istituire l'ingresso a pagamento alla Floridiana. Risposta immediata dei cittadini: non siamo disposti a pagare neppure cento lire per accedere alla villa. Si tratta di un servizio pubblico per il quale abbiamo già pagato sotto forma di tasse dirette e indirette. Inoltre l'accesso ad un parco è un mezzo per difendere il nostro equilibrio psicofisico soprattutto in una città come Napoli, con alti indici di inquinamento sonoro e atmosferico. Sarà utile ricordare che il soprintendente Spinosa già anni fa manifestò la sua intenzione di imporre un biglietto di ingresso alla Floridiana e la proposta fu affossata per l'insorgere di cittadini ed ambientalisti. Eguale sorte ebbe, all'inizio del 1998, il tentativo del soprintendente ai Beni ambientali e architettonici, Zampino, che pretendeva di imporre un biglietto d'ingresso al bosco di Capodimonte. Un deciso movimento popolare di protesta, con picchetti e distribuzione di volantini all'ingresso del bosco, obbligò Zampino a desistere (vedi UN del 12 aprile 1998). La vicenda della Floridiana, come quella di Capodimonte, del parcheggio sotto i giardini di via Ruoppolo, del comando NATO al centro direzionale, della corsa automobilistica a via Caracciolo - tutte vincenti - dimostrano come si va diffondendo, anche a Napoli, il gusto di esercitare il "sesto potere", quello dei cittadini che prendono coscienza dei propri diritti e riescono a bloccare scelte verticistiche che contrastano con un corretto uso del territorio, che non accettano più di essere trattati come sudditi e che sempre più spesso ricorrono alla democrazia diretta.

Giacomo Buonomo



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