![]() Da "Umanità Nova" n.31 del 10 ottobre 1999 Salvati e sommersi. Contratto della scuolaL'inizio dell'anno scolastico ha portato ai lavoratori della scuola una sorpresa annunciata. Il contratto integrativo previsto dal contratto nazionale di lavoro per quel che riguarda il Piano dell'Offerta Formativa (POF), i concorsi interni, le Funzioni Obiettivo (F-O) ecc. è stato effettivamente firmato nel corso dell'estate smentendo lo scetticismo, fondato su di una decennale esperienza, che caratterizzava gran parte della categoria. Tanta solerzia dimostra che l'amministrazione ed i sindacati istituzionali attribuiscono alle questioni definite in questo contratto integrativo un rilievo straordinario e induce a ritenere che proseguiranno nell'opera intrapresa con altrettanto zelo. Si tratta di un contratto che modifica in maniera radicale la struttura interna dei lavoratori della scuola, l'organizzazione del lavoro e che si inserisce in un assieme di provvedimenti che vanno nella stessa direzione. Visto che il testo è assai lungo e complesso e che diverse questioni saranno sottoposte a nuove contrattazioni e a chiarimenti, cercherò di individuare alcuni elementi interessanti che lo caratterizzano a partire dalla mia esperienza personale.
Le Funzioni Obiettivo Si prevede che ogni scuola abbia diritto a quattro Funzioni Obiettivo tranne quelle che non hanno raggiunto le dimensioni previste dalla razionalizzazione della rete scolastica che ne possono avere solo tre e quelle di dimensione particolarmente rilevante o con caratteri particolari (verticalizzazioni ecc.) che potranno averne di più attingendo alla dotazione nazionale delle Funzioni Obiettivo e ottenendo quelle non assegnate alle scuole di cui sopra o a quelle che non le hanno individuate. Nel complesso, questa nuova figura coinvolgerà 50.000 insegnanti su 730.000. I compiti delle Funzioni Obiettivo sono individuati nell'ambito del Piano dell'Offerta Formativa, una sorta di piano di lavoro e di definizione di ciò che ogni singola scuola potrà offrire agli utenti/clienti nella logica della scuola/impresa. Il contratto ha, a questo proposito, un approccio straordinariamente democratico e garantista: - le Funzioni Obiettivo vanno individuate sulla base del Piano dell'Offerta Formativa deliberato dal Collegio Docenti; - i compiti che dovranno svolgere andranno definiti con chiarezza ed ogni Collegio Docenti può individuarne di diversi anche se il contratto provvede a fornire delle ipotesi a titolo esemplificativo; - tutti possono presentare un curriculum per accedere a questa funzione; - non vi è punteggio e il Collegio Docenti può scegliere liberamente fra i candidati; - le Funzioni Obiettivo devono presentare una relazione sul lavoro svolto a fine anno ed il Collegio Docenti può dare o meno la conferma per l'anno seguente; - le Funzioni Obiettivo devono seguire un apposito corso di formazione di 30 ore che, per quest'anno, sarà riservato a loro e, dall'anno prossimo, sarà aperto a tutti coloro che sono interessati ad assumere questo ruolo, - le Funzioni Obiettivo ricevono una retribuzione annua di tre milioni (lordi, ovviamente).
Insomma il contratto vuole individuare un'oligarchia su base democratica, almeno sembrerebbe. Proverò, adesso, a segnalare alcuni problemi: - tre milioni, lordi, annui non sono molti se una persona si occupa con serietà dei compiti assegnati (rapporto con gli enti locali, rapporti con le imprese, organizzazione del lavoro ecc.). Se, però, si sommeranno ad una quota tratta dal Fondo dell'Istituzione Scolastica saremmo di fronte ad una quattordicesima e, magari, ad una quindicesima con l'effetto di creare una forte stratificazione delle retribuzioni. Visto che il candidato tipico al ruolo di Funzioni Obiettivo è un frequentatore goloso del Fondo in questione questa somma di retribuzioni sarà evitabile solo dove il Collegio Docenti la escluderà esplicitamente; - una delle Funzioni Obiettivo è, per contratto, il vicario, scelto, solo per quest'anno secondo le vecchie modalità e, dall'anno prossimo dal solo capo d'istituto. Poiché già ora i vicari sono spesso scelti dal preside ne consegue che la logica democratica esibita vale solo in parte e non varrà per nulla fra un anno; - il possesso del titolo derivante dalla frequenza del Corso di Formazione per Funzione Obiettivo diverrà inevitabilmente una carta importate per la riconferma anche se non divenisse, ed io ritengo che lo diverrà, obbligatorio o, almeno, tale da garantire una precedenza a chi lo possiede. Questo per non parlare della crescita del mercato dei corsi di formazione che delizia da sin troppi anni la scuoia; - la definizione di un Piano dell'Offerta Formativa con le caratteristiche individuate dall'amministrazione non è facile e avverrà molto spesso che sarà gestito dai capi di istituto e dai gruppi di fedelissimi che li circondano con l'effetto che i compiti delle Funzioni Obiettivo saranno cuciti come abiti intorno alle persone gradite al capo di istituto stesso; - in altri casi si daranno delle lotte al coltello per la spartizione della torte con cordate contrapposte. Un collega, per fare un esempio, mi raccontava come nella sua scuola si sia verificato un dramma assai doloroso visto che i fedelissimi, aderenti alla CGIL tanto per cambiare, sono cinque e che uno di loro dovrà necessariamente essere scaricato. In estrema sintesi, è mia opinione che sia stato fatto alla categoria un regalo avvelenato per diversi motivi; - la gestione democratica della selezione di un oligarchia è difficile, per la contraddizion che nol consente, e creerà tensioni che favoriranno l'eliminazione delle attuali procedure democratiche a favore di una scelta dall'alto sulla base dell'autoselezione attualmente in corso. In altri termini, l'amministrazione per quest'anno lascia giocare gli insegnanti alla democrazia locale per, poi, togliere loro il giocattolo e, nel contempo, colpevolizzarli in quanto incapaci di governarsi da sé; - uno strato consolidato di fedelissimi dotati di titoli, pennacchi e gradi tenderà a fare blocco intorno al capo di istituto; - dall'anno prossimo entrerà a regime la dirigenza per i capi di istituto. Ho già ricordato cosa significherà per quel che riguarda la scelta del vicario, possiamo immaginare cosa comporterà nella definizione dei rapporti fra preside o direttore e collegio docenti. Che il clima nelle scuole stia già cambiando, in peggio, per quel che riguarda l'esercizio del potere lo sappiamo da mille segnali.
Il Grande Concorso A breve partiranno le procedure per il grande concorso volto ad individuare 150.000 insegnanti che dal 2001, avranno un aumento dell'ordine delle 500.000 lire lorde mensili. Non è chiaro chi ci giudicherà e secondo quali criteri ma alcune caratteristiche dell'operazione in corso sono evidenti come lo sono alcune delle sue conseguenze: - si tratta di un classico esempio di nonnismo sindacale visto che potranno concorrere per l'aumento solo i colleghi con dieci anni di anzianità di ruolo nel 1999. Dato che, di norma, si entra in ruolo solo dopo vari anni di lavoro precario, ne consegue che dei 730.000, circa, docenti di ruolo più di un terzo sarà escluso da questa possibilità. In questo modo, però, si aumentano le possibilità di successo per i colleghi con una certa qual anzianità. Sembra quasi che si vogliano reintrodurre, in parte, gli scatti di anzianità sottrattici cosa che sembra probabile visto che il finanziamento degli aumenti che ci verranno concessi forse, nel nuovo millennio è garantito da quanto ci è stato sottratto, appunto, con l'abolizione degli automatismi salariali; - il punteggio del concorso prevede un 25% della valutazione assegnata ai titoli ed è evidente che le 50.000 Funzioni Obiettivo previste su base nazionale avranno un titolo decisamente pregiato ai fini della valutazione stessa. Le Funzioni Obiettivo che, come avverrà potranno vantare tonnellate di corsi, attività, ruoli ricoperti nella scuola ecc. partiranno decisamente in ottima posizione per il grande salto come avverrà, in genere, per i colleghi in buoni rapporti con l'apparato sindacale e, soprattutto, con le strutture "professionali" legate a questo stesso apparato; -- considerando che le commissioni saranno farcite di amici dell'amministrazione e dei sindacati a loro volta amici dell'amministrazione, di esperti in tutto ed in nulla, di distaccati ecc. possiamo immaginare quali saranno i criteri di giudizio. se poi vedremo apparire fra i commissari di esame gli uomini delle agenzie confindustriali potremo contare su di un giudizio affidabile ed equilibrato, si fa per dire; - comunque il grande concorso interno darà lavoro ai venditori di formazione già impegnati per i concorsi ordinari e riservati per l'immissione in ruolo. Una forma simpatica di lotta alla disoccupazione intellettuale e di valorizzazione del merito che distingue la seconda repubblica dalla prima; - se tutta questa operazione andrà a buon fine avremo una situazione interessante visto che un insegnante su cinque sarà retribuito, per lo stesso lavoro, con una cifra decisamente superiore e che godrà di uno status diverso dagli altri. Per di più, saturati i 150.000 posti, i concorsi seguenti saranno indetti per coprire la quota dei posti che si libererà per morte o pensionamento con l'effetto che chi sarà dentro ci resterà e chi sarò fuori lo guarderà con affetto. Dobbiamo, fra l'altro ricordare, che i fortunati dovrebbero, ma non abbiamo chiarimenti nel merito, ripassare sotto le forche caudine di una verifica ogni tanto ma ritengo improbabile che questa verifica serva ad altro che a tenere in riga i colleghi che dovranno cercare di evitare scontri con l'amministrazione per non essere esclusi dal novero dei salvati.
E i sommersi? Se i salvati saranno, in primo luogo, le Funzioni Obiettivo e, in secondo, i vincitori di concorso, cosa resterà ai sommersi? Essenzialmente il tentativo di cavare qualcosa dalla pletora di progetti che farciscono i Piani dell'Offerta Formativa, progetti che eccedono di gran lunga la possibilità di finanziamento, che spesso sono delle buffonate spaventose, che, comunque, mettono in concorrenza un "progettista" con l'altro, che verranno favoriti o meno dai capi di istituto e dai fedelissimi. Nei Collegi Docenti la gara è aperta con l'effetto di inchiodare la categoria all'orizzonte della singola scuola ed alla lotta interna fra cordate. Una situazione assolutamente deliziosa dal punto di vista dell'amministrazione e deplorevole dal nostro.
La scommessa che la categoria si trova di fronte sta nel riuscire ad affrontare le contraddizioni che si aprono a livello di singolo istituto senza lasciarsi chiudere in una prospettiva di governo al ribasso della situazione. Alcuni segnali interessanti in questo senso vi sono, si tratta di far circolare l'informazione, di segnalare le soluzioni trovate, di aprire nella categoria una riflessione seria sulla situazione che ci troviamo ad affrontare e sui modi per rilanciare la nostra iniziativa sul piano culturale, sociale e sindacale. CMS
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