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Da "Umanità Nova" n.33 del 24 ottobre 1999

Strage del Cermis: assolti e rimborsati

Questa è la sintesi che addurrei per spiegare il meccanismo mass-mediale scientificamente adoperato nella storia, soprattutto nella rimozione delle tragedie, dei disastri o come nel nostro caso delle stragi.

Il lavoro più importante e difficile è quello della "dimenticanza", quello di far scemare nella memoria delle persone gli eventi nella loro reale e spietata logica.

Per fare questo lo strumento dei media (e qui includiamo la comunicazione di massa che va dai quotidiani ai giornali, dalle radio alle tv, dalle conferenze alla formazione, ecc.) è il più completo e infallibile. Prendiamo la recente questione sugli impuniti piloti statunitensi i quali reclamano i danni all'immagine, motivo per cui abbiamo manifestato recentemente in piazza a Pordenone.

Antefatto

Per chi non fosse al corrente di questo fatto, peraltro circoscritto nella cronaca regionale friulana, farò una breve premessa dell'accaduto. Nei primi giorni di settembre scoppia una sorta di bagarre/polemica sui quotidiani locali e a ruota anche in alcune televisioni che vede lo Studio dell'avvocato Malattia (notissimo e quotato studio legale di Pordenone) assumersi l'incarico di riscattare legalmente (moralmente direbbe il nostro) i danni all'immagine provocati dai media nei confronti dei piloti USAFE di stanza ad Aviano processati e assolti dalla corte militare statunitense per non aver commesso il fatto (credo sia inutile citare a quale fatto ci si riferisce).

I danni da loro lamentati sono riferiti "all'uso strumentale della loro presunta colpevolezza" che li avrebbe mostrati all'opinione pubblica come degli assassini, irresponsabili e per i più comprensivi degli ubriaconi birraioli.

La strage scomparsa: la tecnica della falsificazione

Ebbene il problema sembrerebbe quindi non essere più la strage, la presenza delle basi militari sul nostro territorio, il pericolo del progetto Aviano 2000, l'assoluzione degli assassini. Il problema oggi sarebbe la fondatezza o meno delle richiesta dei danni da parte dei piloti.

Allora tutti a prodigarsi, a discettare se è immorale o legalmente democratico, se è un affronto o solo una questione di coerenza professionale e si riempiono articoli sui giornali, spazi in televisione e la notizia assume un carattere esclusivamente disquisitorio. Ormai la strage non è più spendibile dialetticamente, la responsabilità dei militari non è più discutibile, il fatto (che è poi la centralità di un evento) assume una dimensione astratta e lascia quindi spazio alla ridefinizione del contenuto, in pratica il problema diventa la buona fede o la malafede dei piloti, dei quali nessuno può discutere né l'utilità, né l'innocenza: possiamo solo esprimerci sull'essere d'accordo o meno nel riconoscergli il danno di immagine. Solo possiamo opinare le ragioni d'una scelta, se opportuna o se vergognosa. E siamo appunto già al primo "effetto" dell'operazione mediale, quello della rimozione, della "dimenticanza"... o più propriamente dell'infamia.

Francamente non me ne frega nulla e a nessuno dovrebbe interessare la scelta dei piloti. L'unico interesse che ci vedo riguarda i conti correnti bancari dei piloti statunitensi e soprattutto quello dell'avvocato che ne assumerà l'incarico, altro che "...non è una questione economica."

Ma è proprio qui invece che la tecnica della falsificazione si propone in maniera più incisiva, perché ad una condanna di colpevolezza così pubblicamente convenuta bisogna spudoratamente opporre l'innocenza ufficializzata nel modo più naturale, sfrontato, e politicamente corretto possibile. Trasformando il troglo-militarismo dei piloti in sincero dolore per i familiari delle vittime e allo stesso tempo il ripristino della moralità di semplici e onesti professionisti.

Il militarismo è universale

Per me, per noi, per la memoria di tutte le persone che ricercano la verità, il vero problema rimane l'assassinio di 20 persone da parte di una logica ed una struttura militarista che dimostra la propria intoccabilità ovunque e sempre. Il militarismo, dunque, non ha nazione ... è universale. Non ci sono stati più giusti, tribunali più equi. A Casalecchio sul Reno la strage di 12 studenti causata da un aereo militare dell'areonautica italiana è rimasta impunita dalla magistratura italiana che ha assolto l'esercito e il pilota tanto quanto ha fatto la magistratura statunitense.

E potremmo citare Ustica, l'assassinio da parte della marina militare italiana di 80 albanesi tra bambini, anziani donne e uomini, fatti colare a picco al largo di Bari una anno fa. Potremmo citare le continue morti "accidentali" di soldati arruolati nei parà, le torture e gli stupri della gloriosa Folgore italiana in Somalia, con tanto di foto, testimoni, documenti.

A noi invece è chiesto di intervenire sulla fondatezza o meno delle richieste di Ashby & Company o se almeno suggerirgli un po' di discrezione, maggiore delicatezza, null'altro che un problema etico, formale... quasi una questione di educazione. Potrebbe sembrare assurdo?

Per molti no. Soprattutto dalle nostre parti in Friuli, dove la maggior parte delle persone sono, nel migliore dei casi, rassegnate ad una presenza militare capillare e devastante (ricordo che il Friuli è una delle regioni più militarizzate del Belpaese), doppiamente penalizzate da una struttura nucleare militare imponente come la base USAFE di Aviano che può disporre di tutti i mezzi necessari per imporsi in ogni ambito sociale e territoriale, dall'economia all'urbanistica, dall'informazione all'istruzione. Dicevo nel migliore dei casi perché la parte peggiore spetta appunto a quella sorta si metabolizzazione del militarismo che scava nelle coscienze e sostituisce la dignità con l'astrazione dal reale a partire dal proprio corpo, dalla propria salute. Un esempio per tutti è la struttura oncologica del CRO di Aviano, guarda caso vicina alla base, guarda caso situata proprio in prossimità della pedemontana, una delle zone col più elevato tasso di tumori alle vie respiratorie del territorio nazionale.

A questo ennesimo tentativo di trasformare una strage, con responsabilità estese e concrete riconducibili a uomini in carne ed ossa e non ad astrazioni e principi, in un doloroso ma ineluttabile evento naturale non si può che riproporre l'impegno a costruire una cultura in opposizione al militarismo partendo dal rifiuto di sottostare alla presenza della Base USAFE sul nostro territorio, proponendo l'abolizione e la riconversione di tutte le strutture militari, il rispetto dell'Ambiente e dell'eco-sistema ad esso collegato, il diritto alla salute e alla vita delle donne e degli uomini che nessun tribunale e nessuna sentenza potrà mai risarcire.

L'unico suggerimento che darei ai piloti statunitensi, turbati dall'immagine che di loro l'opinione pubblica s'é fatta, è quello di armarsi di fucile, di pinne ed occhiali, tuffarsi nell'Adriatico magari da un F-16 e ripulire quell'immondezzaio di cluster-bomb che hanno rispettosamente scaricato prima di tornare ad Aviano... a casa loro... ovviamente.

Stefano Raspa del Comtato Unitario Contro Aviano 2000



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