![]() Da "Umanità Nova" n.33 del 24 ottobre 1999 Senza Frontiere. Brevi dal mondoAfganistan - l'eliminazione delle donne Secondo informazioni del Times, divulgate in una campagna di raccolta di firme lanciata via Internet, la situazione delle donne afgane è ulteriormente peggiorata, toccando un livello disumano. Oltre a non poter più né lavorare né studiare, a dover girare per strada completamente coperte, ad indossare scarpe speciali per non far rumore camminando, sono state private anche del diritto alla salute. In uno dei rari ospedali per donne, il reporter ha incontrato corpi inanimati, immobili stesi su letti, senza volontà di parlare, mangiare o fare qualsiasi cosa, e senza assistenza. In questa situazione, è difficile stabilire quale sia l'indice dei suicidi, che si presuppone sia aumentato sproporzionatamente. Del resto le donne sono in balia di un qualsiasi uomo che, per un banale sbaglio quale il lasciar vedere un braccio nudo, può legittimamente decretarne la morte.
Rep. Domenicana - migliaia di arresti per lo sciopero generale Oltre un migliaio gli arrestati a causa dello sciopero generale di martedì 12/10 che ha bloccato il Paese. Lo sciopero era stato proclamato per protestare contro l'aumento del 20% del prezzo del carburante e contro altri aumenti che rendono la vita ancor più dura. La capitale Santo Domingo era presidiata da polizia ed esercito che hanno presto iniziato ad arrestare chi non si recava al lavoro, a tutt'oggi la polizia si rifiuta di dire quanti siano i lavoratori ancora in stato di fermo.
Iraq - continuano i bombardamenti Il 17/10 nelle prime ore del mattino nove formazioni di cacciabombardieri USA e inglesi hanno colpito vari "obiettivi civili" nell'Iraq del nord, contemporaneamente nel sud del paese altri aerei, provenienti dal Kuweit, sorvolavano a lungo le zone irachene senza sganciare, per ora, bombe.
Perù - sciopero contro Fujimori Blocchi stradali, manifestazioni e qualche scontro con la polizia, hanno caratterizzato la giornata di giovedì 14 ottobre, in cui la popolazione peruviana è scesa nelle strade per uno sciopero di 24 ore contro il governo Fujimori. Tremila i manifestanti a Lima che hanno bruciato in piazza i poster del Presidente, scuole chiuse, cantieri fermi per la massiccia partecipazione allo sciopero di insegnanti, studenti e lavoratori edili. Forti adesioni allo sciopero anche nelle altre principali città peruviane.
Spagna: arrestati antifascisti Il 12 ottobre, durante una manifestazione antifascista a Barcellona, avvenivano scontri con la polizia. Le forze dell'ordine arrestavano 23 compagni e successivamente ne trattenevano 14 con capi d'accusa gravissimi, banda armata e associazione sovversiva. La manifestazione era composta quasi interamente dai compagni che danno vita alla rete degli OKUPAS (spazi occupati sulla falsa riga degli squot in Italia). E' iniziata una campagna di solidarietà per aiutare i compagni incarcerati, che sono stati portati in due carceri separati. Per chi volesse avere maggiori notizie può contattare CONTRA INFOS, bollettino di contro informazione per Barcellona: tel/fax 934426253 Ancora una volta la violenza dello stato e del padronato spagnolo ha coperto i fascisti per colpire il movimento. (Da una mail dei Precari Nati, Barcellona)
Stati Uniti: di nuovo fissata l'esecuzione di Mumia Abu-Jamal Mercoledì 13 ottobre il Governatore della Pennsylvania Thomas Ridge ha firmato il secondo mandato di esecuzione per il prigioniero politico Mumia Abu-Jamal, stabilendo la data del 2 dicembre 1999. I difensori hanno interposto appello. La firma è stata annunciata proprio mentre era atteso il memoriale di Mumia, che doveva essere consegnato entro la fine di ottobre al Tribunale distrettuale federale di Philadelphia, nel quale richiede l'"habeas corpus", cioè di venir di nuovo sottoposto a giudizio dimostrando come non validi i motivi per cui era stato condannato. A partire dal 14 ottobre, con un picchetto iniziato alle 7 del mattino di fronte al Tribunale, a Philadelphia si susseguono varie iniziative del movimento che da anni richiede la liberazione di Mumia; il 15 il memoriale di 160 pagine è stato consegnato al Tribunale dai difensori (ed è disponibile su Internet) ed è seguita una conferenza stampa. Per domenica 17 erano attese manifestazioni in molte città degli Stati Uniti e nel mondo intero. Mumia Abu-Jamal, ex membro delle Black Panthers, un giornalista che nei suoi articoli non esitava a criticare la violenza ed il razzismo della polizia di Philadelphia (per i suoi scritti aveva anche vinto un premio), nel 1982 venne sottoposto a giudizio per l'uccisione di un ufficiale bianco della polizia, Daniel Faulkner. In un frettoloso processo condotto dal giudice Sabo venne condannato a morte. Il giudice Sabo, conosciuto anche come "il giudice che impicca", è noto per essere colui che ha mandato al patibolo il maggior numero di imputati afro-americani di tutto il territorio degli Stati Uniti. Quanto sta avvenendo in questi giorni non è che la ripetizione di ciò che avvenne nel 1985, quando lo stesso governatore Ridge, nell'imminenza della presentazione dei documenti per l'apertura di un processo di revisione del caso che era annunciata per il lunedì, nel tardo pomeriggio del venerdì precedente firmò un'analoga sentenza di esecuzione. Nei 17 anni di carcerazione Mumia, conosciuto anche come "la voce dei senzavoce", è rimasto prigioniero politico nella sezione dei condannati a morte dello stato della Pennsylvania. Le prove della sua innocenza sono col tempo emerse in tutta chiarezza: non è detenuto per l'uccisione di Daniel Faulkner ma è sotto permanente minaccia di morte a causa delle sue convinzioni politiche e delle sue azioni. In tutto il mondo si sono intensificate negli anni le iniziative in suo sostegno. Per maggiori informazioni: www.mumia.org.; per corrispondenza: FreeMumiaNOW@hotmail.com (Tratto da A-Infos, trad. A)
Zapata vive Dal 6 all'11 dicembre si terrà a Belem, nel Parà brasiliano, il Secondo Incontro americano per l'umanità e contro il neoliberismo. Dalle montagne del sud est messicano lo annunciano il Comitato clandestino rivoluzionario indigeno e il Comando generale dell'esercito zapatista di liberazione nazionale. La scelta di Belem risulta quanto mai appropriata se si considera che la città amazzonica è uno dei centri più importanti di iniziativa e di organizzazione del movimento dei 'Sem terra', il movimento contadino che rivendica, occupandole, la distribuzione delle terre. Uno dei movimenti più significativi nello scenario sociale sudamericano di questo fine secolo. Con il confronto/incontro degli indios zapatisti e dei senza terra brasiliani il fronte di lotta contro lo sfruttamento capitalista si viene sicuramente a rafforzare di un soggetto che, singolarmente, ha già dimostrato le sue potenzialità con le dure lotte sia nella selva chiapaneca che in quella amazzonica. Nella lettera di presentazione dell'Incontro è scritto: "Dalla Amazzonia brasiliana giunge un messaggio. Le Ande e la Patagonia fanno eco. Dalle acque dei Caraibi un vento lo sospinge. I tamburi del Nord America lo ripetono e corre veloce attraverso Argentina, Uruguay, Paraguay e Cile. La voce che sale dalle miniere della Bolivia è la stessa che scende dagli altopiani del Machu Pichu e che risuona nelle canzoni di Equador, Colombia e Venezuela. In Nicaragua si trasforma in poesia ed in El Salvador, Honduras, Guatemala, Panama in seri manifesti. Nelle Antille diventa danza. Le parole che arrivano dall'Amazzonia percorrono tutta l'America, e tutti i popoli si preparano ad un lungo viaggio, come tutti quelli che si nutrono di dolore e di speranza. E da tutti i continenti uomini e donne si mettono in marcia. Qual è il motivo di questa agitazione continentale? Una nuova trovata del Fondo Monetario Internazionale? Un nuovo incontro di capi di Stato? Una partita di calcio? No, il motivo è un incontro. Il Brasile degno che resiste ci convoca al Secondo Incontro. Così l'America della degna resistenza, della lotta agguerrita, delle grandi speranze, l'America sconosciuta a tutti meno che a se stessa, si dirige verso il Brasile. E anche noi saremo presenti. Se gli scherani dell'imperialismo non ci fermeranno saremo a Belem agli inizi di dicembre. Porteremo poco con noi, appena il necessario per ripetere nell'Amazzonia brasiliana che, contro il neoliberalismo e per l'umanità, lotteremo fino a quando in tutt'America ci sarà democrazia, libertà, giustizia. Tutti i venti e tutte le navi hanno già una destinazione. Belem !" M.V.
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