Da "Umanità Nova" n.34 del 31 ottobre 1999
Il Manganello Catalano
Spagna: dura repressione degli antifascisti a Barcellona
Il modello catalano. La realtà politico-sociale che piace a tutti, dai
leghisti a Cacciari, è stata questa volta protagonista di una forte
repressione nei confronti di una manifestazione antifascista svoltasi il 12
ottobre, poco prima che si accendessero i riflettori sulle elezioni autonome.
Ogni 12 ottobre i fascisti spagnoli celebrano la "giornata
dell'ispanità", la vecchia "giornata della razza", l'inizio della
colonizzazione e del genocidio delle americhe.
A Barcellona la formazione fascista AUN, Alianza para la Unidad Nacional,
capeggiata da Ricardo Sanz de Ynestrillas, promuove dal 1991,
provocatoriamente, una manifestazione pubblica nella Plaça des
Països Catalans, quartiere di Sans; e ogni anno i gruppi antifascisti
manifestano protestando e tentando di disturbare il raduno fascista, che
quest'anno ha raccolto un migliaio di persone.
Il 12 ottobre scorso circa 3500 fascisti sono sfilati per Sants in una
manifestazione convocata dalla Plataforma Antifascista, fino all'ingresso della
Plaça des Països Catalans. Qui un imponente schieramento di 500
poliziotti ha impedito il passaggio del corteo, difendendo la manifestazione
dei fascisti. Le cariche sono state pesanti, accompagnate dagli spari dei
fucili a pallottole di gomma, che in Spagna sono legali e normalmente
utilizzati per reprimere le manifestazioni.
I manifestanti hanno reagito bruciando copertoni e cassonetti nelle strade
adiacenti, distruggendo le vetrine di una ventina di banche, imprese di lavoro
interinale e di agenzie immobiliari; gli scontri si sono prolungati per circa
due ore e mezza.
Il bilancio della giornata è stato molto pesante: 26 arrestati, dei
quali alcuni minori di 18 anni. Dei 26, 14 sono tutt'ora in carcere con
l'accusa, oltre che di manifestazione non autorizzata, aggressione alla polizia
e danneggiamenti, di associazione a delinquere secondo la legge
antiterrorismo.
Immediata infatti è stata la criminalizzazione dei manifestanti,
accusati di essere la "costola catalana" dei giovani baschi dell'ETA, ai quali
viene applicata la categoria di "terrorismo di bassa intensità".
Fin dal pomeriggio del 12 si sono succedute, a ritmo quotidiano e per numerosi
giorni, le iniziative di solidarietà e per la liberazione degli
arrestati: per tre giorni familiari e compagni hanno manifestato davanti alla
questura di quartiere e al tribunale, raggiungendo anche le trecento persone.
La criminalizzazione massmediatica ("El periodico" è arrivato a
sostenere che "sono peggio gli antifascisti dei fascisti") e l'intervento dello
stesso Ministro degli Interni, che ha sostenuto le tesi dei "fiancheggiatori
del terrorismo", hanno fatto pensare che questo grado di repressione, mai
raggiunto a Barcellona dal 1922, fosse premeditato. La polizia è
addirituttura arrivata a proibire una conferenza stampa degli avvocati e
compagni degli arrestati sospendendo il responsabile del centro civico del
quartiere La Verneda in cui si doveva tenere ed occupando i locali stessi del
Centro. Il Comune di Barcellona e la Caixa, un'importante banca catalana, si
sono costituiti parte civile facendo forti pressioni per il non rilascio dei
detenuti.
Contemporaneamente venivano rimessi in libertà diversi naziskin fermati
nei giorni precedenti per aggressioni, accoltellamenti, pestaggi nei confronti
di immigrati e compagni.
I 14 compagni detenuti, ai quali è stato negato per più di due
giorni di poter vedere gli avvocati e che hanno subito pesanti pressioni
psicologiche e percosse fisiche, sono stati dispersi in varie carceri, anche
fuori città, ma ancora non si conosce quando e se verranno rimessi in
libertà.
Durante lo stesso fine settimana di elezioni, infine, a Barcellona e nell'area
metropolitana sono state gettate diverse molotov contro sedi del Partido
Popular (al governo, di destra) e succursali di banche.
Nel frattempo venerdì 15, a Madrid, un altro migliaio di persone
è sfilato in una manifestazione antifascista che ha inaugurato la
campagna "antifa `99" per il recupero dell'agibilità nei quartieri e ha
rivendicato la libertà per i detenuti di Barcellona. Scontri sono stati
causati dall'intervento della polizia, a corteo concluso, nella
metropolitana.
Info: Contrainfos, n. 67 e numero speciale detenzioni 12 ottobre. E-mail:
zitzania@nodo.50.org; Molotov, sito internet:
http.//www.nodo.50.org/upa-molotov
Andrea Dilemmi
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