unlogopiccolo

Da "Umanità Nova" n.36 del 14 novembre 1999

La Voce dei lettori: elettrosmog, botta e risposta

Saluti a tutti,

leggo ogni tanto la vostra rivista, e ho trovato un articolo che riguarda l'elettrosmog (U.N. num 34) che mi ha "incuriosito" molto e sul quale volevo fare alcune considerazioni.

La prima parte dell'articolo è condivisibile ma per quanto riguarda la seconda invece ho forti dubbi.

Sarebbe giusto che i limiti dei campi elettromagnetici prendessero in considerazione l'assorbimento sul corpo umano e non valori istantanei di campo ma da lì a dire che siamo cave da laboratorio oppure che i campi elettromagnetici siano fattori determinanti per l'insorgere dei tumori ce ne passa.

Nell'articolo avete scritto: "Infatti se è vero che vari istituti di ricerca, in Svezia, negli USA, ecc., hanno verificato l'esistenza di alterazioni cellulari ed immunitarie su alcuni soggetti esposti, se è vero che tumori e leucemie sono stati indotti in animali sottoposti al trattamento elettromagnetico, tutto questo non basta perché manca la "certezza" scientifica basata su uno studio sistematico su vasta scala (quanti? Migliaia? Milioni? insomma quanti?)."

Le alterazioni cellulari sono avvenute in seguito all'esposizione di campi elettromagnetici di quale intensità? Questo non è un dettaglio.

Non potete dire che le onde eletromagnetiche sono dannose a qualunque intensità perchè la cosa non e' vera!

Considerando che non si conoscono bene le interazioni tra campi e.m. e corpo umano sono stati condotti studi statistici per valutare l'impatto di questi campi eletromagnetici ma, vorrei ricordare, hanno un'incertezza non trascurabile, inversamente proporzionale la campione in esame. Lo studio sistematico su vasta scala è necessario per provare che la causa dell'insorgenza di tumori sia dovuta ai campi e.m.! Un po' di rigore scientifico e' necessario! (il caso Di Bella non ha insegnato nulla?).

Poi l'articolo procede citando il fallout radiattivo e l'amianto, cose ben diverse rispetto ai campi e.m.

Queste cose fanno male ma esistono anche qui dei limiti sotto i quali i rischi ad essi associati sono inifluenti ed idistinguibili da altri.

Anche per quanto riguarda la radioattività esistono dei limiti sotto i quali non si corre alcun pericolo. Analogamente per i campi elettromagnetici ove non è stata nemmeno provata la pericolosita agli attuali livelli!

Saluti Edoardo

ELETTROSMOG,

Dato che Edoardo mi sollecita al 'rigore scientifico' risponderò per citazioni di specialisti del settore. Già nel 1995, per bocca di uno dei suoi più autorevoli rappresentanti, il dr. Comba, l'Istituto superiore di Sanità ammetteva ufficialmente che esiste un'associazione tra esposizione ai campi elettromagnetici a 50 Hz. ed alcune tipologie di tumore. Oggi lo stesso ISS ammette che l'inquinamento e.m. potrebbe essere responsabile di 3 casi di leucemia infantile su 400 e di un decesso su 177 (fino a 14 anni d'età). Sempre secondo l'ISS gli esposti a campi d'intensità eguale o maggiore a 0,2 microTesla hanno il 20-30 % di probabilità in più di ammalarsi di leucemia infantile; rischio che aumenta tra il 36 ed il 66% se si considera l'inquinamento indoor (dovuto ai vari tipi di utilizzatori domestici). Guarda caso la soglia di 0,2 micro Tesla rappresenta il valore da non superare in prossimità di asili, scuole e parchi giochi (vedi circolare del Ministro dell'ambiente dell'inizio agosto 1999) - come se poi i bambini non passassero la maggior parte del loro tempo a casa (ma qui queste limitazioni non valgono). Il direttore scientifico dell'Istituto Ramazzini e dell'Istituto dei Tumori di Bologna, prof. Cesare Maltoni, ebbe ad affermare, 'con certezza', nel 1995 che "gli effetti dei campi elettromagnetici (cem) sulla salute umana sono senz'altro uno dei grandi problemi che investono la nostra società e che derivano dal tipo di sviluppo industriale che ci siamo dati. Per ampiezza è paragonabile ai problemi posti dalla grande chimica di sintesi con tutto ciò che ha prodotto di terribile e di benefico; dall'altro alle radiazioni ionizzanti propriamente dette e riconducibili allo sviluppo del nucleare e, in terza battuta, al mondo delle benzine e dei combustibili liquidi. Si tratta di un problema enorme che non può essere affrontato come un qualsiasi problema di ambientalistica o di medicina del lavoro, ma come uno dei grandi problemi che occupa un posto centrale nel settore dei rapporti tra salute, ambiente e modello di sviluppo. Questa premessa per ricordare a chi banalizza la questione che, così facendo, fa un'operazione non scientifica e di non tutela sanitaria e , con tutta probabilità, un'azione su commissione....Oggi sappiamo che su base epidemiologica i cem a bassa frequenza generati dalla corrente elettrica possono produrre una serie di tumori. Questo ormai è un dato inequivocabile: l'aumento dei tumori è una costante".

Dal canto suo il prof. Andras Varga, laureato in biologia, medicina ed ingegneria elettronica, il quale da quasi 30 anni conduce, presso l'Università di Heidelberg in Germania, delle specifiche ricerche sull'influenza dei cem sui sistemi biologici, ovvero sull'attività cellulare e sulla crescita di batteri, piante ed animali, ebbe a dire: "Non ho mai dato particolare importanza alla giostra internazionale dei valori limite che, è mio parere, sono soltanto di carattere tecnico senza alcuna seria base biologica. I veri valori limite biologici a noi ci dobbiamo riferire debbono essere quelli che causano il reale eccitamento dell'attività cellulare, tenendo presente, ben inteso, che l'organismo è costituito da vari tipi di cellule (nervose, muscolari, ghiandolari, ecc.) con caratteristiche diverse.(...) Da tempo stiamo lottando affinchè vengano introdotti a livello europeo i valori biologici e che le soglie di irradiazione per le cellule siano correlate a precisi valori di densità della corrente. Tale densità indotta nel corpo non deve superare 1 microampere per centimetro quadrato. (...) Ci sono molti scienziati che la pensano come me. (...) Purtroppo la Telekom reagisce rapidamente: recentemente ha assunto alcuni scienziati, pagandoli fior di quattrini, per garantirsi un comodo paravento pseudo autorevole. Insomma gli interessi in ballo sono grossissimi e non sarà facile spuntarla. Ma le nostre armi sono il rigore scientifico e l'informazione".

Per concludere due notiziole apparse il 19.10 su alcuni organi di stampa. La prima riporta i risultati dello studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Nottingham (in Inghilterra) sugli effetti delle emissioni dei cellulari. Secondo questa ricerca i meccanismi di difesa dell'organismo non sono in grado di porre riparo agli attacchi subiti dalle cellule ogni volta che queste vengono raggiunte dalle emissioni del telefonino. Il corpo non fa in tempo ad inviare i 'soccorsi' alle aree colpite, e la pelle tende a raggrinzirsi, ad invecchiare precocemente.

La seconda riguarda il parere della commissione Europea responsabile delle politiche nei confronti dei consumatori, la quale ha assicurato , per bocca del suo rappresentante nella sede del parlamento europeo, sulla mancanza di riscontri in merito alla 'presunta' nocività dei cellulari. Più chiaro di così!

M.V.



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