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Da "Umanità Nova" n.37 del 21 novembre 1999

Le dimissioni di Michel Camdessus da direttore dell'FMI
La speculazione finanziaria e la crisi russa

Michel Camdessus, direttore del Fondo Monetario Internazionale, ha annunciato che lascerà il suo incarico a febbraio del 2000, dopo 13 anni e prima della naturale scadenza del mandato, fissata al 2002.

I contrasti che possono aver portato Camdessus a questa decisione sono molti, e tutti originati dai contrasti fra l'impostazione dei delegati USA e quelli europei. La gestione del debito dei paesi emergenti, la vendita delle riserve auree, fino ad arrivare allo scandalo dei finanziamenti al governo russo.

In particolare i media hanno concentrato l'attenzione su questo episodio, svelando alcuni aspetti di questa gigantesca truffa, ma senza cogliere il quadro complessivo.

L'immenso flusso di denaro che dall'Occidente si è diretto verso la Russia è stato gestito dal governo, sempre controllato da Eltsin, per creare una nuova classe privilegiata che lo sostenesse all'interno della società, una volta delegittimata quella vecchia basata sulla burocrazia di partito. Va da se che la formazione di questa classe privilegiata passava inevitabilmente attraverso la sottrazione di denaro dalle casse dello Stato a vantaggio di questi privati, e va da se che nella sottrazione di questo denaro i più stretti membri della famiglia Eltsin non potevano rimanere indietro, costituendosi ben forniti conti bancari all'estero.

Questo immenso flusso di denaro non è partito da privati cittadini innamorati dal carisma dello zar Boris, è stata un'operazione finanziaria gestita in un primo tempo dall'Europa e che ha visto il coinvolgimento in grande stile degli USA dopo l'avvento dell'amministrazione Clinton.

Si è trattato di una gigantesca operazione di stabilizzazione sociale, voluta in primo luogo dai governi occidentali e gestita in parte dall'FMI, in parte dai governi, in parte direttamente da banche internazionali. Il Fondo Monetario Internazionale, comunque, costituiva una certa forma di garanzia attraverso i suoi finanziamenti.

É chiaro, a questo punto, che i finanziamenti alla Russia sono stati a fondo perduto, sono soldi spariti in migliaia di conti correnti intestati ai più vari accoliti del regime, senza alcuna possibilità di rimborso, che non derivi dalla possibilità del governo di spremere ancora di più le masse popolari; tutto questo è dimostrato dalle continue moratorie sui debiti contratti dalle più varie istituzioni russe.

La speculazione internazionale, che non investe per i begli occhi di questo o quel presidente, ma solo in vista di un lauto ritorno, una volta resasi conto dello scarso ritorno economico di un operazione di questo tipo, si è tirata rapidamente indietro, fregandosene delle garanzie fornite dai vari governi, dall'FMI ecc.

In altre parole, si è comportata come quel viandante che, scorti alcuni malintenzionati all'angolo della strada, cambia rapidamente direzione prima di sentirsi intimare il classico "o la borsa o la vita".

É un'altra occasione in cui la speculazione finanziaria si sostituisce ai Parlamenti, storicamente costituitisi per tenere sotto controllo lo sperpero governativo di pubblico denaro, ma ormai coinvolti, maggioranze e opposizioni, in questo stesso sperpero.

All'indomani dell'esplodere della crisi russa, e dopo una serie di crisi finanziarie provocate dalla finanza allegra dei vari governi (Hong Kong, Indonesia, Giappone, America Latina...), è stato proprio Camdessus a rilanciare un controllo del Fondo Monetario Internazionale, su delega dei governi nazionali, sui flussi finanziari internazionali. A tale scopo fu costituito un comitato internale, presieduto dall'attuale Capo dello Stato italiano Ciampi... Naturalmente da tale comitato non è venuto fuori nulla sulle ruberie operate dai vari Governi e sul coinvolgimento dell'FMI, si è dovuto attendere i pochi sprazzi degli articoli scandalistici.

Quanto è avvenuto e sta ancora avvenendo mette in mostra il ruolo dei governi e la necessità di sbarazzarcene il più rapidamente possibile, se si vuole metter fine al saccheggio delle risorse del pianeta, allo sfruttamento e all'oppressione.

Ma getta anche una luce sinistra sull'operato di persone come Camdessus e Ciampi che, a vario titolo, sono stati coinvolti nella gestione o nel controllo sulla gestione dei finanziamenti del Fondo Monetario Internazionale.

Tiziano Antonelli



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