Da "Umanità Nova" n.37 del 21 novembre 1999 Dibattito: della trasformazione sociale anarchicaProsegue il dibattito sulle trasformazioni sociali in atto, il mondo del lavoro, le modalità di ridefinizione del potere statale e di quello padronale a livello nazionale ed internazionale, le dinamiche della globalizzazione e le forme del controllo politico, il dispotismo statale, la guerra come paradigma delle relazioni tra singoli stati e tra stati e società civile, tempi e modi della trasformazione sociale... Questi temi, tra l'altro, sono all'ordine del giorno del prossimo Congresso della FAI. In questo numero ospitiamo l'intervento di un compagno della Federazione Anarchica Livornese che presenta la proposta di dibattito della FAL per il convegno sulla trasformazione sociale di gennaio.
La Federazione Anarchica Livornese ha proposto al dibattito preparatorio del prossimo Congresso della FAI alcuni temi legati alla trasformazione sociale. L'attualità di questo dibattito è dimostrata da una parte dal fatto che i rivoluzionari hanno cessato di considerare la trasformazione della società una possibilità reale; hanno cessato di misurare il loro agire politico su tale prospettiva, e non sulle opportunità contingenti. D'altra parte l'ordinamento statale e capitalistico della società si sta progressivamente imputridendo, incapace di trovare in sé stesso nuove spinte propulsive, mantenuto in vita dall'acquiescenza delle masse oppresse e sfruttate. Se il nostro agire si riduce alla visione lontana d'una società senza Stato, oppure all'affermazione dei diritti individuali, o ad una questione astratta dalla realtà vissuta e riguardante solo le singole coscienze, non c'è alcun bisogno di un movimento politico e sociale anarchico. Se l'anarchismo fosse semplicemente un'etica individuale, da coltivare entro di sé, adattandosi nel medesimo tempo nella vita materiale ad atti e movimenti con quella contraddittori, ci si potrebbe dire anarchici ed appartenere ai più diversi partiti; e potrebbero essere chiamati anarchici tanti, che pur essendo essi stessi spiritualmente ed intellettualmente emancipati, sono e restano sul terreno pratico nemici nostri. Noi crediamo invece che sia necessario riaffermare una prospettiva politica alta della Federazione e di tutti gli anarchici, e crediamo che questa politica alta può trovare vitalità solo nella prospettiva di trasformazione sociale. Oggi, per superare il ruolo subalterno nei confronti di una sinistra sempre più agonizzante e per dare una risposta alle innumerevoli istanze libertarie, anticapitalistiche ed antistatali che emergono nella società, è forse venuto il momento di rilanciare e attualizzare la nostra proposta di riorganizzazione sociale, interrogandoci sui vari momenti della trasformazione rivoluzionaria. L'ordine del giorno che proponiamo risponde proprio a questa esigenza a partire dal momento della rottura rivoluzionaria, in cui riteniamo importante discutere dell'abolizione dello Stato come premessa della ricostruzione sociale, dei tempi e dei modi per il raggiungimento di tale abolizione. In secondo luogo il tema della transizione è un punto nodale per affrontare da una parte i temi della ricostruzione sociale, valutando come passare dal capitalismo al comunismo, il ruolo dei poteri provvisori ecc., dall'altra l'uso strumentale che è stato fatto del termine transizione, per creare e giustificare forme statali che hanno generato nuovo sfruttamento e oppressione. Infine gli elementi della nuova società: quali sono i presupposti già operanti e che senza soluzione di continuità possono favorire il passaggio dalla società dello sfruttamento e dell'oppressione alla società dell'uguaglianza e della libertà. Gettare questi argomenti all'interno del dibattito non ha lo scopo di superare, con uno slancio esclusivamente volontaristico, tutti i limiti dell'agire rivoluzionario. Noi vogliamo riportare all'attenzione di tutti i compagni le ragioni di fondo della nostra azione e allo stesso tempo trovarci preparati se e quando si dovesse presentare una ripresa rivoluzionaria. Del resto, chi possedeva la sfera di cristallo per prevedere le crisi rivoluzionarie non ha certo fatto una bella fine... Ci auguriamo che questi temi aprano una nuova stagione di confronto all'interno della Federazione e nel resto del movimento anarchico, senza sperare di arrivare presto ad una soluzione definitiva, ma cercando di rendere sempre più concreta la nostra azione rivoluzionaria. L'incaricato
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