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Da "Umanità Nova" n.38 del 28 novembre 1999

Inform@zione

Firenze corteo contro l'Ulivo Mondiale: terza via, stato di polizia

Manifestazione riuscita quella svoltasi a Firenze sabato 20 novembre scorso. Non ha bucato i media, non é certo riuscita a scalfire la copertura informativa (?) sull'incontro dei capi di governo che, a livello mondiale, sono sostenuti da coalizioni di centro-sinistra ma, per gli osservatori, ha mostrato la forza dei movimenti più radicali che contestano le politiche neoliberiste anche quando queste vengono gestite dal coalizioni di formazione social-democratica.

La città era blindata (circa 1 poliziotto/a ogni 100 abitanti), interdetta l'area della stazione di S.Maria Novella, ma la manifestazione si é svolta con PS e CC a debita distanza ciò che ha permesso una buona diffusione di stampa e volantini ed una efficace opera di controinformazione nella zone del centro città dove si é snodato il corteo.

Si diceva dei movimenti più radicali. La manifestazione era stata indetta da un arco di forze "ampio" a livello fiorentino. La presenza di Rifondazione Comunista, pur visibile, non era certo massiccia (forse 2000); buona la componente sindacale (CuB, Cobas e USI), scarsa la presenza anarchica (almeno quella caratterizzata), il grosso della manifestazione era composto dall'Autonomia di Classe e dai centri sociali "comunisti". Brillava l'assenza delle tute bianche e del nord-est, magari dediti a sostenere qualche candidato dell'Ulivo.

Detto questo, per la cronaca, vale la pena abbozzare una qualche riflessione politica sull'evento vertice e controvertice. La tiepida accoglienza riservata a quest'iniziativa da parte degli anarchici nonostante fra i firmatari dell'appello iniziale vi fossero nostri compagni, ben conosciuti e stimati, sta forse a significare (anche se non posso portare elementi di dibattito a sostegno della presente tesi) che vi fosse una presa di distanza da un'iniziativa che si poteva caratterizzare più come una contestazione da parte di socialdemocratici di sinistra nei confronti dei loro omologhi di destra che come momento di lotta antigovernativa ed antistatale. Il pericolo c'era e c'è ma evidentemente alcune centinaia di compagne e compagni l'hanno pensata diversamente vedendo nella manifestazione e nelle giornate di dibattito che si sono svolte a Firenze venerdì, sabato e domenica un'utile occasione di confronto e di iniziativa per allargare i movimenti di lotta e fare crescere in essi la consapevolezza della irriducibile alterità delle istanze di libertà e giustizia rispetto a qualsiasi ipotesi di riformismo anche nelle sue forme radicali. Nella sessione "mondo del lavoro" é emersa l'indicazione di una mobilitazione popolare a sostegno di due giornate di sciopero: 11 dicembre, sciopero della scuola contro le privatizzazioni (e quindi contro la scuola confessionale) con manifestazione nazionale a Roma; 12 dicembre sciopero nazionale dei ferrovieri.

D'altra parte, gli esiti politici del vertice dell'Ulivo mondiale hanno segnato un'ulteriore scivolamento a destra dell'asse politico e della direzione socialdemocratica. Non é un caso che mentre Clinton e Prodi possano uscire a testa alta, dispensando sorrisi a 32 carati per la gioia dei fotografi e teleoperatori, diverso sia lo stato d'animo e la rappresentazione che può dare di sé il primo ministro francese Jospen. Il vertice di Firenze ha ribadito come le politiche governative di "sinistra" dovranno anche in un futuro lungo (almeno per i prossimi 20 anni) garantire compressione dei salari, controllo poliziesco della questione sociale, riduzione della spesa pubblica indirizzata ad una qualche forma redistributiva e, di converso, garantire sostegni economici ingenti alla produzione capitalista, alla circolazione dei capitali e delle merci, al sempre più accentuato arricchimento di pochi a fronte della miseria di molti.

WS

Negato il diritto di assemblea sindacale nelle scuole ai sindacati di base

Continua l'attacco ai sindacati di base. Nelle scuole è stato negato il diritto di assemblea ai sindacati di base. Pubblichiamo in merito un intervento giuntoci dall'Unicobas di Livorno.

Si inasprisce ulteriormente la repressione del Governo e degli apparati sindacali nei confronti del sindacalismo di base. Abbiamo già riferito circa l'estromissione dalle trattative provinciali, nel settore scuola, dei sindacati non firmatari di contratto nazionale: un attacco gravissimo a cui l'Unicobas ha risposto con mobilitazioni, assemblee, manifestazioni oltre con ricorso al giudice del lavoro.

L'attacco ai diritti sindacali si fa ancora più pesante, andando ad impedire persino le assemblee in orario di servizio.

Una nota ministeriale, recentemente pervenuta nelle scuole su sollecitazione dei sindacati di Stato, specifica quali siano le organizzazioni che hanno titolo ad indire assemblee, non includendo il nostro come altri sindacati, sulla base di un articolo del contratto del '95 relativo alla rappresentatività. Tutto questo senza nemmeno tener conto che in alcune province l'Unicobas ha, a livello locale, le caratteristiche di rappresentatività richieste, sancite anche da sentenze pretorili. A parte questa considerazione, è evidente la gravità dell'attacco al diritto di assemblea, in quanto si va a reprimere non solo un'organizzazione sindacale, ma anche e soprattutto il diritto soggettivo dei lavoratori.

La tardiva solerzia nell'applicazione di quello che, evidentemente, sarebbe stato disposto sino da '95 la dice lunga sulla volontà di colpire quelle situazioni che si stanno ormai radicando solidamente nella categoria e che contribuiscono alla delegittimazione dei sindacati di Stato e della politica governativa.

Vista la gravità della situazione, l'affermazione dei diritti sindacali, oltre alla lotta contro i finanziamenti alle scuole private e alla campagna contro la perdita dei posti di lavoro che si determinerà con la riforma dei cicli scolastici, è stata uno dei punti caratterizzanti della giornata di sciopero indetta a livello nazionale lo scorso 29 ottobre dai sindacati di base della scuola.

Sulla questione, oltre alla vertenza legale, è stata avviata una campagna di mobilitazione nazionale. Attestati di solidarietà sono già pervenuti da singoli lavoratori, associazioni, scuole.

Per comunicazioni il recapito è: Segreteria nazionale Unicobas, Via Conegliano, 13 - 00182 ROMA; tel/fax 067026630; oppure Segreteria provinciale di Livorno, Via Pieroni, 27- 57100 Livorno (LI) tel/fax 0586210116.

Per la Segreteria Provinciale Unicobas, Patrizia Nesti



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